FRISINGA

Enciclopedia Italiana (1932)

FRISINGA (ted. Freising; A. T., 56-57)

Elio MIGLIORINI
Hans MOHLE
Walter HOLTZMANN

Città della Baviera meridionale (distretto dell'Ober Bayern), 40 km. NE. di Monaco, 443 m. s. m., presso la riva sinistra dell'Isar, all'estremità occidentale di una vasta regione paludosa (Erdinger Moos). Gli abitanti sono ora specialmente dediti all'agricoltura e l'abbazia consacrata a Santo Stefano è sede dell'Accademia agricola (300 studenti). Posta sulla linea ferroviaria Monaco-Ratisbona, Frisinga ha assunto anche una certa importanza industriale (fabbriche di birra e panni). La vicinanza di Monaco, ha impedito però un maggiore sviluppo. Essa conta (1925) 14.980 ab., la più parte cattolici.

Monumenti. - Il Duomo, ricostruito dopo l'incendio del 1161, è una basilica romanica a tre navate, con vòlte gotiche (1481). Nel 1723 l'interno venne decorato di stucchi e di pitture dai fratelli Asam di Monaco. Della parte romanica dell'edifizio si conserva, ancora in buono stato, il portale interno occidentale con le statue dei fondatori Federico Barbarossa, l'imperatrice Beatrice e il vescovo Alberto, come pure la cripta in quattro navate, a colonne e con un pilastro tutto scolpito a figure di uomini e di mostri che lottano. Notevoli inoltre molti quadri d'altare dei secoli XVI, XVII e XVIII (Peter Cavid e J. von Sandrant); tra le innumerevoli pietre sepolcrali quelle di Stefano Rottaler (Gaspar Marolt, 1513), di Hans Beierlein (B. Sixt von Tannberg, morto nel 1459), di Loy Hering, ecc.; gli stalli corali (1486-1488) coi busti di 32 vescovi di Frisinga intagliati da Hans Glurer di Augusta. All'estremità occidentale della navata laterale esterna del nord v'è un gruppo in pietra del Seppellimento di Gesù, con le figure ritoccate nel periodo barocco di Erasmus Grasser, tranne la figura del Cristo che è della seconda metà del sec. XV. Nel Palazzo vescovile (secoli XVI e XVII), che ha nella loggia bei pilastri ornati di Stefano Rottaler (1519), la biblioteca del seminario conserva molti manoscritti e incunaboli di valore, il museo diocesano sculture e pitture medievali.

Storia. - È menzionata per la prima volta al principio del secolo VIII, in relazione con l'opera missionaria di S. Corbiniano. Il fratello di lui, Erimberto, fu consacrato vescovo di Frisinga da S. Bonifazio, e come sede vescovile questa città godette di una certa notorietà, soprattutto grazie al vescovo Ottone (v.), zio dell'imperatore Federico Barbarossa. Il piccolo vescovado di Frisinga, la cui capitale ebbe a soffrire ripetuti saccheggi durante la guerra dei Trent'anni, fu secolarizzato nel 1803 e incorporato nella Baviera. Ma nel 1817 fu ricostituito come arcivescovado; la sua sede fu trasferita però a Monaco di Baviera.

Bibl.: C. Meichelbeck, Historia Frisingensis, voll. 2, Monaco 1724-29; M. von Deutinger, Beiträge zur Geschichte, Topographie und Statistik des Erzbistums München u. Freising, voll. 6, Monaco 1850-54 (Neue Folge, VII segg., ivi 1901 segg.); J. B. Prechtl, Beiträge zur Geschichte der Stadt Freising, Frisinga 1877-88; Th. Bitterauf, Die Traditionen des Hochstifts Freising, voll. 2, Monaco 1905-09. - Sui monumenti della città v.: G. v. Bezold, R. Riehl e G. Heger, Die Kunstdenkmäler des Reg. Bez. Oberbayern, parte 1ª, Monaco di Baviera 1895; R. Goffmann, Die Kunstdenkmäler im erzbischöflichen Klerikalseminar zu Freising, Monaco 1907; E. Abele, Der Dom zu Freising, Monaco 1919; M. Hartig, Freising, eine ehemalige altbayrische Bischofsstadt, Augusta 1928.

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