Frequenza radio-televisiva

Lessico del XXI Secolo (2012)

frequenza radio-televisiva


frequènza ràdio-televisiva locuz. sost. f. – Segnale elettrico o onda elettromagnetica ad alta frequenza che si propaga nell'etere o in un cavo coassiale utilizzato nelle telecomunicazioni per la trasmissione di dati. Le frequenze radio-televisive sono in numero limitato e pertanto la loro assegnazione dev’essere regolamentata assicurando un utilizzo diffuso e non oligopolistico, al fine di garantire la pluralità dell’informazione. In Italia, la Corte costituzionale, con sentenza n. 102/1990, ha stabilito che l'esercizio di impianti radiotelevisivi comporta l'utilizzazione di un bene comune – l'etere – naturalmente limitato, rendendo così necessario un provvedimento di assegnazione della banda di frequenza. Successivamente, la legge n. 223/90 (legge Mammì), ha stabilito che le concessioni a un medesimo soggetto non potessero superare il 25% del numero di reti nazionali previste dal piano di assegnazione e comunque il numero di tre, su un totale di 11 reti nazionali, di cui 8 private. La sentenza della Corte costituzionale n. 420/94, ha affermato però che il limite del 25% fosse incostituzionale, perché in contrasto con il principio del pluralismo esterno (art. 21 Cost.). Pertanto, la legge n. 249/97 (legge Maccanico), oltre a istituire un organo indipendente di regolamentazione e controllo – l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni –, a cui si deve la recente istituzione del catasto delle frequenze), ha stabilito che le concessioni non potessero superare il 20% delle reti pianificate. Infine, la legge n. 112/2004 (legge Gasparri), oltre a introdurre una nuova tecnologia, il digitale terrestre, che ha consentito l’ampliamento delle frequenze televisive disponibili, ha stabilito il nuovo limite nel 20% del SIC (Sistema integrato di comunicazione), che comprende tutti i prodotti dell'informazione, ovvero i canali digitali, satellitari o radiofonici nazionali. Le frequenze terrestri richiedono costi di rete e di diritti superiori in media al satellite, ma offrono, in cambio, una copertura della popolazione senza paragoni e quando arriverà lo standard DVB-T2, già utilizzato, prima al mondo, da Europa 7, permetterà un’alta definizione superiore a quella del satellite e ancora più a quella del digitale terrestre, oltre a un’ottima ricezione in mobilità.