Frati minori

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Ordine mendicante fondato da s. Francesco d’Assisi e ora formato dalle tre famiglie dei Frati minori (Ordo fratrum minorum), dei Frati minori conventuali (Ordo fratrum minorum conventualium) e dei Frati minori cappuccini (Ordo fratrum minorum capucinorum), detti anche soltanto, nell’uso corrente, rispettivamente francescani, conventuali e cappuccini. Il secondo ordine francescano è costituito dalle clarisse, il terzo ordine dai terziari.

I rapporti con la Chiesa

Dopo la morte di s. Francesco, l’equilibrio fra la tendenza originaria del fondatore e le esigenze della Chiesa raggiunto con la Regola definitiva divenne sempre più difficilmente mantenibile, a causa dello stesso grande sviluppo dell’ordine, in cui per di più si delineavano diverse correnti, costituite dall’elemento laico, prevalente fra i primi compagni di s. Francesco, e quello clericale, che era venuto via via aumentando. Oltre al bisogno d’interpretare la Regola (contro il divieto esplicito del Testamento di s. Francesco), s’inseriva la questione della povertà, acuita appunto dalla diffusione dell’ordine e dai compiti sempre più vasti a esso affidati. Altro elemento nuovo era l’inserimento dei frati francescani nelle università, fino a formare una vera e propria ‘scuola francescana’ cui, oltre che ad Alessandro di Hales e s. Bonaventura, si deve in gran parte lo sviluppo della scolastica: da Matteo d’Acquasparta e Ruggero Bacone a Duns Scoto e ai suoi seguaci. Nel 14° sec. cominciò una certa decadenza, cui si reagì con una rinnovata tendenza all'osservanza stretta della Regola.

Gli osservanti

La riforma dell'ordine prese il nome di Regolare Osservanza; iniziata con i tentativi di Giovanni della Valle (1334) e di Gentile da Spoleto (1351), ebbe il suo vero iniziatore in Paolo o Paoluccio di Vagnozzo Trinci di Spoleto, un fratello laico che nel 1368, con licenza del generale Tommaso Frignano, si diede con alcuni compagni a vita eremitica. L’Osservanza italiana attrasse a sé un gran numero di persone e si diffuse in altri paesi; movimenti analoghi sorsero in Francia nel convento di Mirabeau (1388-90) e poi (1392) in Spagna; agli osservanti francesi (e, attraverso loro, agli altri) il Concilio di Costanza, cui si erano rivolti, diede, con la costituzione Supplicantibus personis (1415), l’approvazione canonica. All’Osservanza italiana diedero grande diffusione e prestigio s. Bernardino da Siena, s. Giovanni da Capestrano, s. Giacomo della Marca e il beato Alberto da Sarteano. I dissidi tra i conventuali, ligi al loro tenore di vita, e gli osservanti, che aspiravano a riformare l’ordine intero, portò Leone X nel 1517, con la bolla Ite vos, a dividere le due famiglie, unendo agli osservanti le riforme minori, dando loro il diritto di eleggersi un proprio ministro generale dell’ordine, da chiamarsi ordine ‘dei frati minori’ (o dei frati minori osservanti); e a questo devolse l’antico sigillo dell’ordine, riconoscendogli la precedenza sul maestro generale ‘dei conventuali’. Cominciò così un secondo periodo nella storia dei francescani.

Le riforme minori, sorte a fianco o entro l’Osservanza, continuarono a vivere più o meno indipendenti, assumendo varie denominazioni nei diversi paesi. Gli scalzi (discalceati) spagnoli (1487) risorsero come pasqualiti (da Giovanni Pasqual) e come alcantarini (da s. Pietro d’Alcantara); ebbero numerose missioni in America e in Asia. I recolletti (sp. recoleta «ritiro»), sorti nel 1502 in Spagna, fondarono province: in Portogallo (1565), presto aggregata agli scalzi, in Spagna (1581), pure per breve tempo; e in maniera più durevole in Francia, Fiandra, Germania, Inghilterra, Irlanda. Accanto a loro sorsero i riformati, per iniziativa di Stefano Molina e con l’appoggio del generale Paolo Pisotti (1529), che si organizzarono in Italia, con centro nel convento di S. Francesco a Ripa di Roma, inviarono missioni in Africa e in Asia (Cina) e si diffusero in Austria, Germania e Polonia. Gli osservanti (in senso stretto) inviarono missionari nelle Indie e nell’Estremo Oriente, in Abissinia, in Marocco, in Albania, nelle Filippine, in America; molti andarono nei paesi protestanti d’Europa (Paesi Bassi, Inghilterra, ecc.). Numerosi anche i predicatori, quali Leonardo da Portomaurizio.

Durante la Rivoluzione francese, tutte queste famiglie minorite soffersero molto per soppressioni di conventi ed espulsioni, e in questa situazione tornò ad affermarsi il desiderio di unità, espresso nel capitolo generale della Porziuncola (1895) e soddisfatto con la bolla Felicitate quadam di Leone XIII, che riunì osservanti, recolletti, scalzi e alcantarini, dando loro, oltre il generale, un solo procuratore e unica legislazione, abito e nome di frati minori. Il capitolo generale si raduna ogni 6 anni; alle province presiede un ministro provinciale, con un custode e 4 definitori, ai conventi il guardiano. L’Ordine ha numerosi centri di studio, tra cui il Pontificio Ateneo Antonianum a Roma.

I conventuali

I F. minori conventuali (in Francia cordeliers, in Inghilterra grey friars) devono il loro nome alla bolla Cum tamquam veri (1250; ripetuta, 1252) di Innocenzo IV, che dichiarava le chiese dell’ordine ‘conventuali’, ossia equiparate alle collegiate; il nome divenne ufficiale, con la separazione dagli osservanti. La bolla Omnipotens Deus (1517) conservò all’ordine la completa indipendenza; nel tempo furono redatte le costituzioni piane (1565), urbane (1628) e quelle ora in vigore (1984). Oggi l’ordine è retto dal ministro generale, con un consiglio di quattro definitori o assistenti e un procuratore generale, tutti eletti ogni 6 anni dal capitolo generale; la curia generalizia è dal 1463 presso il convento dei Santi Apostoli in Roma. Le province sono governate da un ministro provinciale con due definitori, e sono divise in custodie, mentre ai conventi è preposto un guardiano; questi sono eletti ogni tre anni nel capitolo provinciale. Ai conventuali appartengono la basilica e il convento di Assisi (e il protoconvento di Rivotorto), la basilica di S. Antonio a Padova e numerosi altri grandi santuari. Hanno avuto e hanno molti collegi e a Roma la Pontificia facoltà teologica di S. Bonaventura.

I cappuccini

Dagli osservanti della Marca d’Ancona sorse, dapprima alle dipendenze dei conventuali, la congregazione dei ‘frati minori della vita eremitica’ (bolla Religionis zelus, di Clemente VII, 1528). La fondò Matteo da Bascio, che con i suoi primi seguaci, i fratelli Ludovico e Raffaele da Fossombrone, ottenne da Clemente VII (1525) d’indossare il saio con cappuccio e di vivere in rigida povertà predicando la penitenza. La congregazione ebbe costituzioni nel 1529 e nel 1535-36, e si aggregò gruppi di riformati calabresi (1532) e altri, in tutta Italia, contribuendo a potenziare la riforma cattolica. Dal Concilio di Trento ottenne il riconoscimento della povertà (1563) e si diffuse dal 1574 in tutta Europa, combattendo il protestantesimo con s. Lorenzo da Brindisi, s. Fedele da Sigmaringen ecc. Anche i cappuccini hanno un ministro generale, assistito da definitori generali, dal procuratore e da segretari ecc. La curia generalizia è a Roma.

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