Schubert, Franz Peter

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Musicista (Lichtenthal, Vienna, 1797 - Vienna 1828). Figlio di un maestro elementare, a otto anni iniziò lo studio del violino; a undici era in grado di suonare speditamente il violino e la viola, il pianoforte e l'organo, e di comporre canzoni e pezzi strumentali. Nel 1808 entrò nel coro della cappella imperiale e fu ammesso al convitto civico, dove rimase cinque anni; nel 1814 venne aggregato come maestro assistente alla scuola elementare tenuta dal padre. Già prima di iniziare l'insegnamento S. aveva scritto la sua prima sinfonia, una Messa, e numerosi pezzi di vario genere (specie Lieder) e nel solo anno 1815 compose due Sinfonie, un Quartetto, due Sonate e molte altre pagine pianistiche, due Messe e 144 Lieder. Nel 1818 lasciò il posto di insegnante, né mai volle assumere in seguito cariche e impieghi, decisione che gli procurò non poche difficoltà di ordine pratico (fino al 1818 nulla di lui fu eseguito in pubblico, nulla fu pubblicato, sì che nessun guadagno materiale gli proveniva dalla sua attività di compositore). Nonostante la vasta cerchia di amicizie di cui S. godeva, per anni gli mancò il consenso di un vasto pubblico. A tali difficoltà si aggiunsero vicissitudini personali (l'amore impossibile per la sua allieva, la contessa Karoline Esterházy) e gravi problemi di salute (S. contrasse la sifilide nel 1822). I Lieder cominciarono a essere pubblicati soltanto dal 1821, in seguito a sottoscrizione degli amici. Riguardo poi alla scarsa fortuna della produzione sinfonica schubertiana, si pensi alle vicissitudini della sinfonia nota come Die Grosse, per lungo tempo ignorata e ritrovata nel 1838 da R. Schumann, che consegnò il manoscritto a F. Mendelssohn, il quale la fece eseguire al Gewandhaus di Lipsia nel 1839. Le opere teatrali (cinque, oltre lavori scenici varî) non gli procurarono che delusioni e amarezze. Tutto ciò, insieme con l'immane lavoro fornito giornalmente (1200 composizioni edite dal 1813 al 1828), dovette condurre il fisico di S. a prematuro esaurimento. Morì di febbre tifoidea in casa del fratello Ferdinando. n Nella produzione di S. si contano oltre 20 lavori di genere sacro, circa 15 di genere teatrale, una quarantina orchestrali, 30 da camera, pressoché 200 per pianoforte a 2 o a 4 mani, 61 cori, 8 terzetti, 6 duetti, circa 600 Lieder per canto e pianoforte. Emergono tra queste opere soprattutto le seguenti: le Sinfonie 4a in do min. (Die Tragische), 5a in si bem. magg. (ambedue 1816), 9a in si min. (Die Unvollendete) (1822), 10a in do magg. (Die Grosse) (1828); l'Ottetto per strumenti a fiato e ad arco (1824); il Quintetto sul tema del Lied "La Trota" (1815); i Quartetti 12º (1820), 13º (1824) e 14º (il celebre Der Tod und das Mädchen, 1825-26); la Fantasia op. 15 (Wanderer-Fantasie) e l'altra (a 4 mani) op. 103; i Momenti Musicali, gli Improvvisi, i Walzer, le Marce, ecc. per pianoforte a 2 e a 4 mani; una cinquantina di Lieder, tra i quali si ricordano la Serenata, l'Ave Maria, Heidenröslein, Der Wanderer, Du bist die Ruhe, il famoso Der Erlkönig. Minore è lo S. della musica sacra e teatrale, nonostante i tentativi di rivalutazione compiuti nel sec. 20º, soprattutto in relazione alle opere Alfonso und Estrella (composta 1821-22) e Fierabras (composta 1823). Mancava in S. quella facoltà di sdoppiamento, di oggettivazione, che porta l'autore drammatico a quell'apparente spersonalizzazione che occorre per creare una sostanziale diversità di personaggi varî e antagonistici, spersonalizzazione ugualmente richiesta dalla musica sacra. Quale puro lirico S. esalta, all'interno del discorso musicale, l'immagine singola, che emerge isolata all'interno dell'architettura tonale. Caratteristica questa che si riscontra nelle pagine sinfoniche, come in quelle da camera e pianistiche, ma che trova la sua sublimazione nella forma del Lied, in cui il sentimento si produce al di fuori di ogni mediazione intellettualistica (come, per es., nel ciclo di Lieder su poesie di W. Müller Die schöne Müllerin, 1823, o, sempre su poesie di Müller, Die Winterreise, 1827). n Delle opere di S. si ha un'edizione critica e integrale pubblicata a Lipsia (Breitkopf und Härtel) dal 1888 al 1899.

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