Kafka, Franz. - Scrittore boemo di lingua tedesca (
VitaDi origine ebraico-boema, compì gli studî nelle scuole tedesche della città natale; a partire dal 1901 studiò anche all'università tedesca di Praga, seguendo prima corsi di germanistica, poi di giurisprudenza. Si laureò nel 1906 e, dopo un anno di pratica giuridica, nell'ottobre del 1907 trovò impiego nel ramo assicurativo che mantenne fino al 1922, quando dovette andare in pensione anzi tempo perché minato dalla tubercolosi. Incompreso in famiglia, anzi in rotta completa col padre, ebbe amici esemplarmente fedeli, in particolare
OpereVotato alla letteratura, ma mai professionalmente, K. fu scrittore non eccessivamente prolifico, e di ciò che scrisse poco condusse a compimento e pubblicò in vita: nel 1912, dopo che già dal 1904 aveva cominciato a produrre, fece uscire la raccolta di brevi racconti Betrachtung; nel 1916 il racconto Das Urteil e la famosa parabola Die Verwandlung; nel 1919 il racconto In der Strafkolonie e la raccolta di "brevi racconti" (così nel sottotitolo) Ein Landarzt; nel 1924 quattro storie sotto il titolo Ein Hungerkünstler, pubblicazione apparsa pochi giorni dopo la morte e già da lui predisposta. Nel 1913 era apparso frattanto, sotto il titolo Der Heizer, quello che sarebbe poi stato ripreso come primo capitolo del romanzo postumo Amerika. Postumi uscirono poco meno che la metà dei racconti, i tre grandi romanzi Der Prozess (secondo nella composizione, 1925), Das Schloss (terzo nella composizione, 1926), Amerika (primo nella composizione ma ultimo nella pubblicazione, 1927), e alcuni altri documenti di una singolarissima eppur pertinente confessione, fra cui i Tagebücher (1951) e i Briefe an Milena (1952). I romanzi, tranne forse Der Prozess, sono incompiuti, e anche per questo K. desiderava che andassero distrutti; ma Max Brod, che ne fu quasi esclusivo depositario, ritenne di non dare seguito alla volontà dell'amico.
Scrittore di lucidità esemplare, come pochi altri lungo tutto l'arco della letteratura tedesca, K. riesce a risalire da una situazione quotidiana e apparentemente banale all'impostazione di una situazione generale e gravida di determinati significati, affrontando il conflitto dell'individuo collocato o lanciato nella desolazione del quotidiano ma insieme assetato dell'universale. È la tematica stessa di S. Kierkegaard, ben conosciuto da K., ma non più attinta lungo un iter dichiaratamente religioso né affrontata ricorrendo a formalizzate teorizzazioni. Il pregio unico della prosa di K., il quale pure si affidò a parabole, a trascrizioni metaforiche, a rappresentazioni paradossali e grottesche che non è sempre agevole decifrare immediatamente, consiste nella persistente completa accessibilità, e insieme nella misteriosa tensione, per cui si avverte che ancora non tutto di ciò che K. espone è recepito e recepibile. Proprio per tale motivo l'interpretazione di K. è difficile e le varie proposte sono fra di loro anche fortemente contraddittorie. Si ha così un'interpretazione di tipo psicanalitico che, puntando soprattutto sul Brief an den Vater, che è del 1919, vede in K. la vittima e insieme il testimone di un complesso di colpa e di un complesso paterno.