Alexander, Franz

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Medico e psicanalista statunitense di origine ungherese (Budapest 1891 - Los Angeles 1964). Elaborò una propria metapsicologia e fu il primo a definire il concetto di malattia psicosomatica. Nel 1932 fondò a Chicago l'Istituto di psicanalisi.

Vita

Fu il primo studente dell'Istituto psicanalitico di Berlino fondato da K. Abraham. Nel 1930 fu invitato dall'università di Chicago a tenere la cattedra di psicanalisi, la prima del genere in America. Nel 1932, sempre a Chicago, fondò l'Istituto di psicanalisi, che diresse per venticinque anni. Nel 1956 passò a dirigere la Psychiatric and psychosomatic research division al Mount Sinai Hospital di Los Angeles.

Opere e pensiero

La produzione scientifica di A. iniziò nel 1923 con The castration complex in the formation of character, in cui i due concetti freudiani di "senso di colpa inconscio" e di "bisogno di punizione" vengono utilizzati per fondare una tipologia dei caratteri psichici e per spiegare l'origine di alcune forme nevrotiche. Nel 1930 pubblicò con Staub una ricerca sul comportamento criminale dal punto di vista psicanalitico: inizio di una collaborazione volta a correlare l'aspetto giuridico, psicologico e sociologico dei fenomeni della devianza e dell'aggressività. Verificate con queste ed altre ricerche le potenzialità d'applicazione della seconda topica freudiana (Io, Es, Super io), A. elaborò una propria metapsicologia, per la quale le dinamiche fondamentali del comportamento umano sarebbero l'espressione integrata del rapporto tra organismo biologico, strutture psicologiche e ambiente sociale. Fin dal 1925 aveva aderito a una concezione energetica della vita psichica, in particolare ai due principi-leggi di "equilibrio" e di "inerzia" ai quali in Foundamentals of psychoanalysis (1948) affiancò un terzo principio dinamico, volto a spiegare in termini di "surplus di energia" l'attività erotica dell'adulto e l'attività ludica del bambino. Su questi presupposti costruì una psicanalisi dell'Io tesa a privilegiare le strutture coscienti della personalità e a rafforzare il dominio dell'Io sugli istinti. Fu il primo a definire il concetto di malattia psicosomatica, che differenziò dai sintomi isterici o di conversione. Mentre questi ultimi avrebbero un significato puramente simbolico e sarebbero realizzabili solo nel campo delle innervazioni volontarie, la malattia psicosomatica sarebbe il risultato di una "logica delle emozioni": l'espressione di un conflitto tra mondo psichico e realtà esterna. Altre opere: Psychoanalysis of the total personality (1925); The criminal judge and the public (1929); Psychosomatic medicine (1950, trad. it. 1959); Psychoanalysis and psychotherapy (1956).

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