HALS, Frans

Enciclopedia Italiana (1933)

HALS, Frans

G. I. Hoogewerff

Pittore. Nacque intorno al 1580 ad Anversa, morì a Haarlem nel 1666. Suo fratello Dirck, buon pittore anche lui, nacque nel 1591 a Haarlem dove la famiglia si stabilì nel 1590. Frans è, dopo Rembrandt, il più famoso dei pittori dell'antica scuola olandese. Fu quasi esclusivamente pittore di ritratti. Non si può dire quale maestro abbia avuto influsso considerevole sulla sua arte vigorosa e tutta personale. Forse l'incisore Hendrik Goltzius lo guidò nello studio del disegno; ma l'ambiente artistico di Haarlem, dopo un periodo accademico di cui il Goltzius era uno degli esponenti, si era già cambiato in senso prettamente realistico quando F. Hals si maturava. Salomone de Braij e Frans de Grebber erano tra i coetanei dell'artista, poi altri più giovani di loro contribuirono a dare la preponderanza a quella tendenza. Fra questi furono appunto parecchi scolari del Hals: due dei suoi figli Harmen e Frans H. il Giovane (artisti mediocri), poi Jan Miense Molenaer marito della pittrice Judith Leyster, allieva del grande maestro pure lei, i fratelli Ostade, Adr. Brouwer e diversi altri. Più che non il Rembrandt ad Amsterdam, Frans H. divenne per la scuola di Haarlem del Seicento l'artista dominante. Egli era soprattutto un lavoratore energico, assiduo, infrenabile: non era uno scostumato come lo rappresenta la leggenda: la numerosa prole gli ha impedito di raggiungere il benessere sociale, nonostante il suo intenso lavoro. Fra il 1620 e il'30 il maestro finiva almeno una trentina di quadri, fra cui due grandissimi a dodici figure ciascuno; ma fra il 1630 e il '40 la produzione saliva ad almeno settanta tele, con una media di sette dipinti per anno. A Haarlem Frans H. era onoratissimo e se, molto vecchio, finì i suoi giorni in estrema povertà, non fu perché in vita sua il successo gli fosse mancato.

La sua tecnica è schietta, vigorosa, impetuosa, a tocco risoluto e vibrato, non mai sconnesso o smisurato. Assolutamente sicuro del fatto suo, e pur quasi ossessionato da un demone potente, il pittore sa dare alla sue figure una vitalità stupenda. I colori e i toni, generalmente sobrî e austeri, si fanno anche vivaci quando occorre. Nei quadri giovanili la fattura è più densa; nelle opere successive più sciolta e franca; ma nel suo stile è una grande stabilità. Oltre ai ritratti ordinatigli (di figure singole e in gruppo) dipinse con preferenza tipi popolari fra cui la famosa Zingara ridente (Louvre), la Strega di Haarlem (Berlino, Lilla, New York), il cosiddetto Mulatto (Lipsia e Kassel), ecc. Lasciò molte teste o mezze figure di ragazzi gai e ridenti, ma nessun disegno.

Le sue principali opere si conservano nel Museo municipale di Haarlem, dove si può studiare la sua arte in tutte le sue fasi, dalla prima tela festosa del 1616 (Gli ufficiali della guardia civica a banchetto) alle due ultimissime del 1664 (I reggenti e le reggenti della casa dei poveri). Anche al Rijksmuseum di Amsterdam il H. è largamente rappresentato con una diecina di opere. Il Museo di Berlino possiede undici suoi buoni ritratti. A Vienna (Galleria Liechtenstein) è il celebre ritratto di Willem van Heythuysen; a Londra è, tra altro, il Cavaliere sorridente (collezione Wallace), capolavoro universalmente noto. Nei musei e nelle collezioni di New York si trovano attualmente 45 opere del maestro.

V. tavv. XCV-C.

Bibl.: G. S. Davis, F. H., Londra 1902; E. W. Moes, F. H., sa vie et son oeuvre, Bruxelles 1909; C. Hofstede de Groot, Verzeichnis der Werke der hervorragendsten holländischen Meister, III, Esslingen-Parigi 1910; id., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XV, Lipsia 1922 (con bibl.); W. R. Valentiner, F. H. (Klassiker d. Kunst), Stoccarda, Berlino e Lipsia 1923; F. Schmidt-Degener, F. H., Amsterdam 1924; F. Dülberg, F. H., Stoccarda 1930; A. Fontaines, F. H. (Les grands artistes), Parigi s. a.; J. H. Rosny Jeune, F. H. (Maîtres anciens et modernes), Parigi s. a.