Fénelon, François de Salignac de La Mothe

Dizionario di filosofia (2009)

Fenelon, Francois de Salignac de La Mothe


Fénelon, François de Salignac de La Mothe

Filosofo, teologo e pedagogista francese (castello di Fénelon, Périgord, 1651 - Cambrai 1715). Studiò a Cahors e a Parigi; ordinato sacerdote (1674 o 1675) si adoperò per la conversione dei calvinisti. Nel Traité de l’éducation des filles (1687; trad. it. L’educazione delle fanciulle) propugnò la necessità di conciliare autorità e libertà, e di assecondare la natura dei fanciulli. Nel 1689 divenne educatore di Luigi duca di Borgogna, nipote di Luigi XIV; in contrasto con l’assolutismo rigido e la politica di predominio e di prestigio, come mostra il più noto dei suoi scritti, Les aventures de Télémaque (pubblicato clandestinamente e a sua insaputa nel 1699), fu promosso arcivescovo di Cambrai (1695) e allontanato dalla corte. Vicino alla mistica quietistica di Madame Guyon (da lui conosciuta fin dal 1688) entrò in polemica con J.-B. Bossuet nella Explication des maximes des saints (1697; trad. it. Spiegazione delle massime dei santi sulla vita interiore), condannata da Innocenzo XII (1699) dietro insistenze regali. F. si impegnò nelle discussioni filosofiche sostenendo un cartesianesimo di matrice agostiniana, fortemente improntato all’antispinozismo, che motiva la sua revisione della filosofia di Malebranche; in gioventù aveva infatti scritto una Réfutation du système du P. Malebranche (pubbl. nel 1820). Il suo contributo filosofico più importante è costituito dai due saggi Démonstration de l’existence de Dieu tirée de la connaissance de la nature (1712) e Démonstration de l’existence et des attributs de Dieu tirée des idées intellectuelles (1718), che furono riuniti in unico volume, dal titolo Traité de l’existence et des attributs de Dieu nel 1718 (trad. it. Trattato dell’esistenza e degli attributi divini). Nel primo scritto F. espone argomenti di carattere fisico-teologico, mentre nel secondo ripercorre le meditazioni cartesiane spingendone gli esiti fino allo scetticismo, per poi rielaborare in senso tomista e malebranchista gli argomenti di Descartes.

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