NAPOLITANO, Franco Michele

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 77 (2012)

NAPOLITANO, Franco Michele

Emiliano Giannetti

– Nacque a Gaeta il 22 gennaio 1887, da Giuseppe e da Adelaide Grasso.

Appena adolescente si fece notare dalla stampa per À toi, ma belle, una danza zingaresca a tempo di valzer, e altre romanze. Compì gli studi musicali al Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli con Giuseppe Martucci, Giuseppe Cotrufo e Nicola D’Arienzo, diplomandosi fra il 1907 e il 1909 in organo, composizione e canto corale. Nel 1907, conclusi a pieni voti gli studi organistici, fu segnalato come docente per la cattedra d’organo del Conservatorio di Palermo, ma la volontà di terminare gli studi intrapresi e il legame con la propria terra lo convinsero a non lasciare Napoli.

Nel 1908 gli fu affidato l’incarico di organista nella basilica di S. Maria del Carmine maggiore, che salvo l'intervallo fra il 1916 e il 1918, quando partì volontario per il fronte, e quello fra il 1925 e il 1932, per motivi di burocrazia ecclesiastica, mantenne fino agli ultimi anni di vita. Nel 1913 divenne membro della Commissione diocesana della musica sacra e consulente della Curia.

Aperto alle innovazioni introdotte dai maggiori organari, propose la costruzione di nuovi strumenti e ne curò personalmente il progetto; fra questi gli organi della cattedrale (1930) e del Conservatorio di Napoli (inaugurato il 27 novembre 1928), della chiesa della Ss. Addolorata a Gaeta (1907), dell’abbazia di Angri (1933). Si interessò anche al recupero e alla conservazione di organi storici.

Dal 1910 insegnò armonia e contrappunto al liceo Giuseppe Verdi e in altri istituti napoletani. Dal 1920 al 1956 continuò l’attività didattica nel conservatorio partenopeo: prima come supplente (1920-23), poi come titolare della cattedra di solfeggio (1923-29) e insegnante straordinario di direzione d’orchestra (dal 1924). Dal 1929 fu supplente nella classe d’organo, per la quale due anni più tardi vinse il concorso a cattedra. Dal 1937 al 1945 fu anche titolare della classe di canto corale e dal 1937 al 1942 direttore artistico dei Concerti del Conservatorio istituiti da Adriano Lualdi. Fra il 1945 e il 1951 fu eletto direttore dell’istituto: si dedicò alla riparazione del grande organo gravemente danneggiato durante la guerra e al riordino della biblioteca, favorendo un sostanzioso aggiornamento dei fondi disponibili e l’acquisizione dell'archivio di Casa reale (un fondo di 150 cartelle fino ad allora dimenticato che si scoprì contenere, tra l’altro, la Messa di Gloria di Rossini e un Tantum ergo di Paisiello), nonché la costituzione di un museo che ne celebrasse le glorie passate. Cessato l’incarico, tornò a insegnare canto corale fino al 1956. Da didatta formò alcuni dei migliori allievi dell’istituto, quali Pietro Argento, Enzo De Bellis, Jacopo Napoli, Enzo Marchetti e Nino Rota, che gli dedicò una Sonata per organo.

Dal 1919 organizzò l’attività dell’associazione Alessandro Scarlatti, fondata l’anno prima con la moglie, la pianista e compositrice Emilia Gubitosi, e altri illustri intellettuali e musicisti (Salvatore Di Giacomo, Maria De Sanna, Giovanni Tebaldini ecc.) allo scopo di «creare una massa corale capace di rivelare i tesori dell'antica polifonia vocale» e perciò di promuovere una «rinascita e divulgazione dell'antico patrimonio musicale nazionale» (De Martino, 2007, p. 126); accanto al recupero di capolavori del passato, incentivò la diffusione della musica contemporanea, presentando a Napoli importanti lavori di Franco Alfano, Alfredo Casella, Mario Castelnuovo-Tedesco, Goffredo Petrassi, Mario Pilati, Ildebrando Pizzetti e Ottorino Respighi e di numerosi compositori stranieri. L’associazione creò un coro, diretto da Gubitosi, e promosse concerti orchestrali, diretti dallo stesso Napolitano. Nel 1949 tali attività condussero all'istituzione dell'Orchestra Alessandro Scarlatti (assorbita nel 1956 dalla Radiotelevisione Italiana), dando notevole impulso alla vita musicale di Napoli, che divenne «una delle città italiane all’avanguardia della divulgazione della musica antica, moderna e nuovissima spesso nelle sue espressioni più rare o più audaci» A. Parente in F.M. N. nel decennale…, 1970, p. 11). I coniugi Napolitano mantennero incarichi direttivi nell’associazione fino al 1941.

Fra marzo 1938 e dicembre 1942 i concerti organistici di Napolitano nella Basilica del Carmine maggiore vennero trasmessi regolarmente dall’EIAR (ora RAI), un’esperienza (la prima in Italia) che lo portò a varcare i confini nazionali verso un orizzonte europeo e venne interrotta solo a causa del conflitto mondiale e dei gravissimi danni subiti dalla basilica e dal suo organo. Nella sua lunga attività di concertista propose un vasto repertorio di capolavori della letteratura organistica dal Cinque al Novecento.

Morì a Napoli il 16 marzo 1960.

Nel 1961 venne istituita una Fondazione a suo nome nell’intento di valorizzare il lavoro di giovani musicisti attraverso un premio di composizione e la promozione di stagioni concertistiche a Napoli e Anacapri, i luoghi in cui aveva trascorso gran parte della sua vita.

Opere: Sinfonietta; Suite in Re maggiore; Introduzione ad un dramma romantico; Serenata medioevale; Preludio fugato; e II Notturno; Leggenda sinfonica, Tre preludi, Suite romantica (orchestra); Frammento lirico (canto e orchestra); Danze tzigane (banda); Romanza senza parole (Roma 1906); Notturno (pianoforte); Canto di voce ignota (pianoforte e violino); La nuit (Parigi, s.d.); Deux poèmes (ibid. 1912); Fiori; Pagine sparse; 4 liriche; Strimpellata - Ricordanze; Canzone orientale; Invocazione; Tristezza (canto e pianoforte); Invocazione (Torino 1921); Allegretto pastorale (ibid. 1921); Preludio religioso (ibid., s.d.; organo); Preghiera (organo e violoncello). Tra le opere corali si ricordano: Mentre amor dentr’al mio petto (a 5 voci); Dolcissimo riposo (a 5 voci); Antifona per le feste della B.V. del Carmelo per doppio coro a 8 voci (Milano s.d.); Preludio fugato per coro e organo; Due composizioni sacre per coro maschile e organo (ibid. s.d.); Salmo 50 (Napoli 1931); Salmo 145 (Torino 1913); Salmo 146 (ibid. s.d.); Lauda anima mea (ibid. 1913); In festa S. Cyrilli martiris (Milano, s.d.); Laudate Dominus. Tra le revisioni e le elaborazioni: A. Scarlatti, Concerto n. 3 in Fa maggiore per orchestra d’archi e cembalo (Padova 1956); Id., Concerto in Fa minore; Id., Piccola suite (Largo, Minuetto, Aria, Finale) per orchestra d’archi (ibid. 1957); Id., Exultate Deo per coro e orchestra (Milano 1963); D. Cimarosa, I Traci amanti, ouverture (Padova 1956); G. Gabrieli, Canzona per doppia orchestra d’archi (ibid., 1957); A. Sacchini, Edipo a Colono, ouverture (ibid. 1956). È autore di un Compendio di teoria musicale, in collaborazione con E. Gubitosi (Napoli 1930).

Fonti e Bibl.: C. Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, II, Milano 1938, p. 159; The Macmillan encyclopedia of music and musicians, London 1938, p. 1284; A. Della Corte - G.M. Gatti, Dizionario di musica, Torino 1959, p. 418; Encyclopédie de la musique, III, Paris 1961, p. 276; Enciclopedia della musica, III, Milano 1964, p. 257; Musiche di autori italiani contemporanei. In ricordo di F.M. N., Napoli 1967; F.M. N. nel decennale della morte. Ricordi e testimonianze di amici ed estimatori, Napoli 1970; La Musica. Dizionario, sotto la direzione di G.M. Gatti e a cura di A. Basso, II, Torino 1971, p. 424; S. Romano, L’arte organaria a Napoli, I, Napoli 1979, pp. 253 s.; S. Zaccaria, 10 organisti italiani, Roma 1983; M. Amato - T. Grande, La Biblioteca del Conservatorio nel secondo Novecento, in Percorsi della musica a Napoli nel Novecento, a cura di G. D’Agostino, Napoli 2005, pp. 83-100; O. Laudonia, F.M. N. (1887-1960): «Servire la musica, non servirsene», in Napoli e l’Europa: gli strumenti, i costruttori e la musica per organo dal XV al XX secolo, a cura di L. Sisto - E. Cardi, Battipaglia 2005, pp. 211-216; P.P. De Martino, La vita musicale a Napoli nel primo dopoguerra, in Mario Pilati e la musica a Napoli fra le due guerre, a cura di R. Di Benedetto, Napoli 2007, pp. 126 s., 130; D. Tortora, Il Regio Conservatorio di musica S. Pietro a Majella negli anni del Fascismo, ibid., pp. 34, 44; Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. Le biografie, V, p. 325.

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