Pizarro, Francisco

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Conquistatore (Trujillo, Estremadura, 1475 circa - Lima 1541). Il suo nome è indissolubilmente legato al ricordo di una delle imprese più temerarie delle conquiste spagnole in America. Determinato a conquistare il Perù, organizzò, a partire dal 1524, alcune spedizioni insieme a D. de Almagro (1475-1538). Ottenuto il sostegno della corona spagnola (1529), nel 1532 P. attaccò l'Impero inca che, minato dai contrasti interni, non oppose resistenza. Conquistata Cuzco (1533), nel periodo successivo P. consolidò il suo potere sul territorio con un susseguirsi di stragi e devastazioni. Entrato in conflitto con Almagro, dopo la morte di questi (1538), venne infine anch'egli ucciso.

Vita e attività

Di umili natali, poco si sa della sua infanzia e gioventù: figlio naturale di Gonzalo Pizarro, che combatté in Italia agli ordini del Gran Capitano raggiungendo il grado di colonnello di fanteria, ebbe un'adolescenza triste e fu costretto a fare il guardiano di maiali. Fuggito a Siviglia, poté imbarcarsi e si recò giovane in America e da Santo Domingo prese parte a spedizioni nel Golfo di Darién (1508) e nel Mare del Sud (1513); al seguito di Pedrarias Dávila, si stabilì poi a Panama. Qui le notizie riportate da Pascual de Andagoya, reduce dalla spedizione (1522) sulle coste del Pacifico, intorno all'esistenza di un potente e ricchissimo regno del Birú o Pirú, lo indussero a tentarne la conquista, associandosi a tale scopo con D. de Almagro e con F. de Luque. Un primo tentativo ebbe luogo nel novembre 1524; P. partì da Panama con una prima nave, sbarcò sulla costa ecuadoriana a Puerto de la Hambre, sostenne scontri con gli Indios e ritornò quindi a Panama, dove si riunì con Almagro, che a sua volta aveva seguito lo stesso itinerario. Rinnovata nel marzo 1526 l'associazione coi due compagni e avuto, con promesse di parte del bottino, il consenso del governatore P. Dávila, P. diede inizio alla seconda spedizione. Toccata la foce del fiume San Juan, la Baia di San Mateo e il porto di Tacámez, P. sostò nell'Isola del Gallo, poi passò nell'Isola della Gorgona in attesa di rinforzi. Insieme con Almagro visitò poi l'Isola di Santa Clara e Túmbez nel Golfo di Guayaquil e raggiunse il porto di Santa, donde, raccolte ulteriori notizie sulle ricchezze degli Incas, ritornò a Panama (1527). Recatosi quindi in Spagna (1528), ottenne dal re le «capitolazioni» (1529) che regolavano la conquista delle nuove terre e lo nominavano capitano generale e governatore di queste (denominate ufficialmente Nuova Castiglia). Preparata una terza spedizione, nel genn. 1531 P. partì da Panama, sbarcò nella Baia di San Mateo e giunse a Túmbez, dove ebbe conferma della situazione caotica dell'impero incaico, diviso tra i partigiani di Huáscar e quelli di Atahualpa, e seppe della presenza di quest'ultimo nella vicina città di Cajamarca. Senza attendere l'arrivo di Almagro, P. raggiunse rapidamente la città, e con meno di 200 uomini s'impadronì a tradimento di Atahualpa (15 nov. 1532), malgrado i suoi 40.000 soldati. L'impero incaico cadde così in un giorno; Atahualpa restò qualche mese prigioniero, fece consegnare un enorme riscatto, ma non evitò la condanna a morte (ag. 1533). L'entrata di P. a Cuzco (15 nov. 1533) e il saccheggio della città furono seguiti dalla nomina a imperatore di Manco Cápac II e dal consolidamento della conquista: Almagro partì alla conquista del Cile, mentre P. fondò Lima (genn. 1535), Trujillo e altri minori stabilimenti di coloni in vari punti dell'impero. Gli Indios frattanto si sollevarono e assediarono Cuzco (1536); il ritorno di Almagro, che, pur liberando la città, catturò due fratellastri di P. (1537) e sostenne che la città era compresa nella sua giurisdizione, diede inizio alla guerra tra i due conquistadores. Almagro fu presto battuto in battaglia a Las Salinas dai seguaci di P. e condannato a morte (1538). Tre anni dopo i partigiani di Almagro, raccoltisi intorno al figlio di questo, Diego detto el Mozo, penetrarono nel palazzo dell'adelantado a Lima e uccisero P. a pugnalate.

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