BATTAGLINI, Francesco Gaetano

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 7 (1970)

BATTAGLINI, Francesco Gaetano

Augusto Campana

Nacque a Rimini il 29 marzo 1753, primogenito del conte Filippo e della romana Anna Fagnani. Il suo nome di battesimo era Gaetano, a cui fu aggiunto nell'uso quello di Francesco, per distinguerlo da un cugino; egli stesso usò i due nomi o anche solo l'uno o l'altro dei due. Dopo la morte dei genitori, fu mandato a studio a Roma al collegio Nazareno, dedicandosi con particolare inclinazione alle matematiche, di cui proseguì lo studio a Bologna, interrompendolo intorno al 1771 col ritorno in patria, dove si rivolse a cure famigliari e pubbliche e a ricerche di storia locale. Nel 1781 sposò la contessa Maria Maddalena Trotti di Fermo e dopo la morte di questa (1786) la nobile riminese Aurelia Soardi, da cui ebbe tre figli.

Non si sa molto dell'origine della sua vocazione di ricercatore, ma è probabile che influissero sulla sua formazione l'esempio e gli impulsi dello scienziato e poligrafo riminese Giovanni Bianchi (Jano Planco) e del grande erudito Giuseppe Garampi, il futuro cardinale, che, benché lontano, fu in quegli anni un vero patrono della cultura riminese. La prima occasione di mettere a frutto i suoi studi di storia cittadina e le sue vaste ricerche d'archivio fu offerta al B. dall'invito a illustrare la zecca di Rimini, rivoltogli dal grande numismatico bolognese Guidantonio Zanetti. Nacquero così le Memorie istoriche di Rimino e de'suoi signori artatamente scritte ad illustrare la zecca e la moneta riminese di F. G. B. [così, con le sole iniziali], pubblicate e corredate di note da Guid'Antonio Zanetti (Bologna 1789).

L'opera è divisa in due parti; "Della moneta corsa e conteggiata in Rimino dopo il M. sino al MDCLIX. di nostra Salute, Discorsi sei", e "Della zecca riminese, Libro unico..., dove, s'assembrano Notizie ad illustrare ogni maniera d'Impronti spettanti alla Città di Rimino e al Casato de' Malatesti, che n'ebbe il dominio"; ma il titolo generale di Memorie istoriche di Rimino spetta di pieno diritto a questo libro, che mostra, al di là dei diretti propositi per la storia monetaria ed economica, sottili e vivaci interessi per la storia, le istituzioni, la topografia e i più vari aspetti della vita medioevale, che lo fanno vivo e utile ancora oggi, fondato com'è su ricerche di un carattere intensamente personale e sul permanente contatto con le fonti documentarie, allora in gran parte inedite. Tali risultati eccedevano gli stessi desideri dello Zanetti, che pertanto si fece editore dell'opera fuori del proprio piano, mentre nella sua Nuova raccolta delle monete e zecche d'Italia, V, Bologna 1789, pp. 373-447, provvide a darne, col titolo Delle monete riminesi, una redazione compendiosa e insieme integrata da altre considerazioni tecniche, cioè più strettamente numismatiche (cfr. p. VIII).

Frattanto il B., stimolato dalla considerazione delle testimonianze storiche, monumentali e letterarie del momento più splendido della storia rinascimentale di Rimini (principabnente, da un lato, il Tempio testiano, dall'altro i poemi di Basinio Parmense) aveva ideato, con la collaborazione del proprio fratello Angelo e di altri studiosi, una pubblicazione delle opere maggiori di Basinio integrata da tutto un complesso piano di ricerche sull'umanista, sul suo mecenate, Sigismondo Pandolfo Malatesta, e sulla cultura umanistica della sua corte. L'opera, appassionatamente proseguita per molti anni, riuscì un esempio mirabile di lavoro di équipe e vide finalmente la luce a spese dello stesso B. in due grossi volumi, in splendida veste, col titolo: Basini Parmensis poetae Opera praestantiora nunc primum edita et opportunis commentariis illustrata (Arimini, ex typographia Albertiniana, 1794).

A Lorenzo Drudi, medico fornito di buona preparazione filologica, fu affidata l'edizione dei quattro poemi maggiori di Basinio, compresa nel primo tomo, mentre la biobibliografia di Basinio fu fornita dal p. Ireneo Affò, e l'illustrazione, in una vasta monografia, della letteratura umanistica della corte malatestiana, fu affidata al fratello Angelo (II, pars I), mentre il P. riservò a sé l'ancor più vasta monografia biografico-storica Della vita e de'fatti di Sigismondo Pandolfo Malatesta Signor di Rimino, Commentario (II, part. II, pp. 257-699; segue l'"Indice de' tre commentarii"). La monografia storica, concepita come una narrazione distesa, senza richiami alle note che seguono in fine, e accompagnata da una "Appendice di [69] documenti", è ancora oggi, dopo tanto tempo e tanto fervore di ricerche di parecchie generazioni di studiosi, la più estesa e organica trattazione critica dell'argomento; si può aggiungere che, non è priva di un suo rilievo letterario nella sostenutezza della prosa e nell'impegno stilistico. L'introduzione, sotto forma di lettera al Drudi (pp. 259-272), illumina sulla formazione dei due volumi e sulla parte di propulsore che il B. ebbe in tutta l'impresa. Il carteggio tra i due fratelli B., che si conserva nel ms. 4302 della Bibl. Univ. di Bologna, documenta vivacemente la passione e la tenacia con cui fu proseguito questo lavoro di collaborazione.

Il B. non produsse altre prove delle sue capacità di ricercatore e di storico: il solo scritto che si può aggiungere è il breve saggio sul Tempio Malatestiano in forma di lettera Al signor don Carlo Giuseppe Fossati ingegnere ed architetto ec., in C. G. Fossati, Le Temple de Malateste de Rimini, Foligno 1794, pp. 13-17 (datato 1788). Ma un cenno meritano le sue poesie per non volgari qualità di educazione letteraria: è da ricordare almeno il poemetto L'amore ovvero Piramo e Tisbe, pubblicato anonimo in Componimenti poetici...per nozze Salvoni-Zollio, Osimo 1780, pp. XXIII-XXXVIII e col suo nome, a parte, Rimini 1780, e l'Inno decennale a Pio VI (Rimino 1785, con un'appendice sulle medaglie del papa); più interessante per noi la versione in endecasillabi sciolti di due epistole metriche malatestiane di Basinio Parmense (inedita nel ms. Piancastelli VI87 della Bibl. Com. di Forlì). A cura del B. fu anche pubblicato il Saggio di poesie del riminese Pietro Banditi (1694-1763), Ravenna 1779. Non minore interesse, in tutt'altro campo, presenta il dialogo polemico su una questione cittadina di economia annonaria, Il panfangolo riminese (pubblicato anonimo a Rimini 1791, con un'appendice documentaria). Sebbene il B. vi sostenesse una posizione sostanzialmente arretrata di fronte a quella liberistica dei suoi avversari (uno dei quali, il conte Nicola Martinelli, pubblicò nello stesso anno, ugualmente anonima, una Risposta a conto e non a saldo), è testimonianza dell'impegno civico con il quale il B. esercitò incarichi municipali e di quella competenza in problemi economici che spiega anche i non comuni aspetti della sua storiografia.

Una malattia che lo colse nel 1792 fu occasione di un viaggio a Roma: qui il contatto con l'Arcadia (dove ebbe nome Virbindo Dulichiense) diede origine a una ripresa della Colonia Rubiconia di Rimini, accademia che tenne le sue riunioni nella stessa casa del B. e della quale rimangono alcune dissertazioni stampate. Ricaduto e ripresosi, scrisse nel 1803 i Ricordi cristiani dettati da un padre a ciascun de' suoi figli in aspettazione della morte doppo una gravissima malattia (due copie nel ms. 4257 della Bibl. Univ. di Bologna). Morì a Rimini il 3 dic. 1810. Nel 1820 gli fu dedicata dal Comune un'epigrafe onoraria.

Resti del suo carteggio, carte letterarie e di studio, manoscritti raccolti dal B., copie di documenti e materiali di storia riminese, solo in parte usati nelle sue opere, abbondano nel fondo Battaglini della Bibl. Univ. di Bologna (mss. 4246-4304). Oltre a quelli citati sono particolarmente interessanti i mss. 4262, 4269 ("Memorie storiche"), 4289 (Statuti di Rimini, Cervia, Savignano) e 4290-4291 ("Monumenti riminesi" in copia del B., di M. A. Zanotti, ecc.). Copia della "Pianta della Storia Malatestiana" fatta da A. Bianchi è nella Bibl. Gambalunghiana di Rimini, 4. F. I. 27.

Il figlio maggiore, Filippo (m. 1850), fu uomo di non comune cultura e di lunga e benemerita attività di pubblico amministratore; conservatore illuminato, rimangono di lui discorsi e relazioni di pubblica amministrazione ed economia (ms. 4261 della Bibl. Univ. di Bologna, dove sembra soprattutto notevole un'ampia relazione sulla statistica delle industrie manifatturiere riminesi, del 1824; di questa, altra copia nella Bibl. Gambalunghiana di Rimini, 4. J. II. 17)

Bibl.: Rimini, Bibl. Gambalunghiana, G. Urbani, Raccolta di scrittori e prelati riminesi, ms., pp. 82-87; ibid., Z. Gambetti, Catalogo degli scrittori ed opere riminesi, ms., I, fasc. 3; IV, fasc. 39; ibid., Id., Schede mss.; G. Vitali, Memorie storiche risguardanti la terra di M. Fiore, Rimini 1828, pp. 70-73; C. Tonini, La coltura letteraria e scientifica in Rimini, Rimini 1884, II, pp. 336, 508-517, 526-528, 552, 688 (indice); Id., Storia civile e sacra riminese, VI, 1, Rimini 1887, pp. 761-764 (controversia sull'annona); VI, 2, ibid. 1888, pp. 211 s.; Lettere inedite di Gaetano Marini, a cura di E. Carusi, I, Roma 1916, p. 57 (Indice); L. Dal Pane, Una controversia sull'annona di Rimini nel secolo XVIII, in Riv. internaz. di scienze soc. e discipline ausil., XI, (1932), pp. 327-345; A. Campana, Gli studi romagnoli..., in Studi romagnoli, I (1950), p. 3; Id., Vicende e problemi degli studi malatestiani, ibid., II (1951), pp. 7 s.

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