DE PINEDO, Francesco

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 39 (1991)

DE PINEDO, Francesco

Giuseppe Sircana

Nato a Napoli il 16 febbr. 1890 da Alberto e da Livia De Bada di un'antica famiglia patrizia, fu educato alla pratica sportiva e manifestò ben presto una passione per il mare e la navigazione. Nel 1908, dopo aver conseguito la licenza liceale, prese parte al concorso di ammissione all'Accademia navale di Livorno, classificandosi secondo. Uscitone con il grado di aspirante guardiamarina, fu imbarcato sulla nave ammiraglia "Vittorio Emanuele". Allo scoppio della guerra italo-turca fece parte delle prime compagnie di sbarco in Libia, distinguendosi nella presa della Giuliana e guadagnandosi una medaglia di bronzo al valor militare. Con il grado di guardiamarina partecipò ad altre operazioni della flotta italiana, tra cui l'occupazione di Rodi.

Il 1º febbr. 1914 fu promosso sottotenente di vascello e, due anni dopo, tenente. Allo scoppio della guerra contro l'Austria fu assegnato al cacciatorpediniere "Intrepido", e quindi all'"Indomito". Gli fu poi affidato il comando di un piroscafo da trasporto adibito al salvataggio dell'esercito serbo. S'imbarcò ancora su navi da guerra fino a che, nel luglio 1917, non passò in aviazione.

Il D. frequentò il corso di pilotaggio presso la scuola idrovolanti di Taranto, conseguendo dopo appena cinquanta giorni, l'11 settembre, il primo brevetto e il 20 settembre il secondo di pilota militare. Il 10 ott. 1917 fu trasferito alla squadriglia di Otranto e poi, il 1º marzo 1918, alla base aeronavale di Brindisi, dove rimase per tutto l'anno. Aveva iniziato i suoi voli di guerra il 9 ott. 1917, effettuando un totale di 228 ore di volo. Per le missioni compiute nel basso Adriatico tra l'aprile ed il novembre 1918, il D. ottenne tre medaglie d'argento ed una croce di guerra al valor militare. Fu altresì insignito della croce di guerra con palma francese e della croce di guerra inglese.

Terminato il conflitto, nel 1919 fu assegnato al comando aeronautico del basso Adriatico e nel 1920 a quello del basso Tirreno. Nel 1921 fu inviato a Istanbul al comando della nave "Archimede" a disposizione dell'ambasciata italiana; tornato in Italia nel 1922, riassunse il comando del basso Tirreno. Nel 1923, con il grado di capitano di corvetta, entrò a far parte dell'appena costituita arma aeronautica; il 23 febbr. 1924 fu nominato capo di stato maggiore del comando generale dell'aeronautica, ed il 10marzo Promosso tenente colonnello. La rapida carriera che lo portava ai vertici dell'arma non lo distolse da un'intensa attività di volo. In quello stesso anno il D. effettuò le crociere BrindisiIstanbul-Brindisi e Sesto Calende-Olanda-Roma.

Nel 1925 compì la grande trasvolata dall'Italia all'Australia con ritorno attraverso il Giappone a bordo in un idrovolante Savoia-Marchetti S 16 ter, da lui battezzato "Gennariello". Il raid ebbe inizio il 20 aprile a Sesto Calende e terminò il 7 novembre, dopo che furono coperti 55.000 km di volo. Due giorni dopo la conclusione di questa impresa il D. fu promosso colonnello; fu inoltre insignito della croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia. Nel 1927 compì la sua più celebre impresa, effettuando con il secondo pilota C. Del Prete e il motorista Vitale Zacchetti la trasvolata dall'Europa alle due Americhe e ritorno. L'impresa iniziò il 13 febbraio dall'idroscalo di Elmas (Cagliari) e si concluse ad Ostia (Roma) il 16 giugno, dopo 43.820 km di volo per complessive 279 ore e 40 minuti.

Il D. era partito con un idrovolante Savoia-Marchetti S 55 battezzato, a ricordo dell'impresa di Cristoforo Colombo, "Sarita Maria". Durante il volo dovette fronteggiare diverse traversie per il maltempo e gli incidenti. Mentre tentava l'ancoraggio nella baia di San Antonio in Brasile, l'idrovolante entrò in collisione con un incrociatore, riportando danni poi riparati. Il 16 aprile, sul lago Roosevelt in Arizona, per l'imprudenza di uno spettatore l'aeromobile fu distrutto dalle fiamme. Per proseguire l'impresa fu allora necessario far giungere dall'Italia un nuovo aereo del medesimo tipo, battezzato "Santa Maria II", con il quale il D. poté continuare il volo. L'8 maggio lasciò New York e il 6 giugno ammarò finalmente sul mare di Ostia, dove trovò a riceverlo Mussolini. Il capo del governo aveva incoraggiato e sostenuto il tentativo del D. cogliendone un'occasione di propaganda per il regime. Il volo tra stato infatti seguito con interesse dalla stampa mondiale ed aveva suscitato manifestazioni di entusiasmo popolare soprattutto in Sudamerica. Proprio per questi suoi risvolti propagandistici gli antifascisti italiani organizzarono a New York una manifestazione contro il De Pinedo.

Il 21 luglio 1927 fu promosso generale di brigata aerea, ed il 31 dicembre nominato comandante della terza zona aerea territoriale. In questo periodo al vertice dell'aeronautica dominava I. Balbo, che sosteneva un orientamento favorevole, più che ai raids individuali, a quelli collettivi e in formazione, giudicandoli di maggiore utilità sperimentale, addestrativa e organizzativa. Lo stesso D. prese parte, dal 26 maggio al 2 giugno 1928, alla crociera del Mediterraneo occidentale e, dal 5 al 19 giugno 1929, a quella del Mediterraneo orientale, entrambe volute da Balbo. Allorché, il 16 ott. 1928, il D. venne promosso sottocapo di stato maggiore dell'aeronautica e quindi, il 28 marzo 1929, generale di divisione aerea, aumentarono le incomprensioni con Balbo fino a sfociare in aperto contrasto. Il D. fu mandato a Buenos Aires in qualità di addetto aeronautico presso l'ambasciata italiana. Vistasi probabilmente preclusa la possibilità di ulteriori avanzamenti di carriera, il 1°ott. 1932 il D. lasciò il servizio attivo e si dedicò agli studi sull'aviazione commerciale e sulle grandi rotte aeree internazionali.

Nel febbraio del 1933 si recò negli Stati Uniti per prepararsi a battere il record mondiale di distanza. Decise di tentare l'impresa a bordo di un apparecchio Bellanca, battezzato "Santa Lucia", sulla distanza da New York a Bagdad. Il 2 sett. 1933, mentre si accingeva a partire dall'aeroporto di Long Island, non riuscì a decollare, forse a causa dell'eccessivo carico di carburante. L'aereo uscì di pista e il D., per evitare un gruppo di spettatori, andò a schiantarsi contro una cancellata. Il velivolo prese fuoco e il D. trovò la morte tra le fiamme.

I funerali si svolsero nella cattedrale di S. Patrizio a New York l'8 settembre, poi a Roma la salma ricevette solenni onoranze nella chiesa di S. Maria degli Angeli.

Fonti e Bibl.: Oltre ai due libri del D., Un volo di 55.000 chilometri, Milano 1927, e Il mio volo attraverso l'Atlantico e le due Americhe, Milano 1928, si vedano: A. Ferrarin, Voli per il mondo, Milano 1929, pp. XIII s.; L. Piazza, Storia aeronautica d'Italia, Milano 1934, pp. 134, 181, 153 ss.; G. Leonardi, F. D., Milano 1937; G. Valle, L'aviazione dell'Italia fascista, in Rass. italiana, febbraio 1938, 237, p. 7; Volare necesse est, a cura di A. Gambino, Roma 1951, pp. 11, 31; L. Salvatorelli-G. Mira, Storia d'Italia nel Periodo fascista, Torino 1964, p. 605; E. Petit, Histoire mondiale de l'aviation, Paris 1967, p. 172; G. Alberto, Storia dell'aviazione, Torino 1973, pp. 98, 100-03, 201; R. Abate, Storia dell'aeronautica ital., Milano 1974, pp. 190, 192;G. Procacci, Storia degli italiani, Bari 1975, p. 84; G. Dicorato-G. Rotondi, Storia dell'aviazione, Novara 1978, pp. 156, 160, 172; C. Falessi, Balbo aviatore, Milano 1983, ad Ind.; Eroi e pionieri dell'ala, a cura di E. Grossi, Milano 1934, ad vocem; Grande Encicl. aeronautica, ad vocem; Encicl. militare, III, ad vocem; Grande Diz. encicl. Utet, VI, ad vocem; Grande Encicl. Vallardi, V, ad vocem; Enciclopedia Italiana, XII, ad vocem; App. I, ad vocem.

CATEGORIE
TAG

Ordine militare di savoia

Cacciatorpediniere

Cristoforo colombo

Pilota militare

Sesto calende