BORGHESE ALDOBRANDINI, Francesco

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 12 (1971)

BORGHESE ALDOBRANDINI, Francesco

Bruno Di Porto

Nato in Roma, il 9 giugno 1776, dal principe Marcantonio Borghese e da Anna Maria Salviati, ebbe, come secondogenito, conformemente alla tradizione della famiglia, il titolo di principe Aldobrandini.

Condividendo l'orientamento politico rivoluzionario del fratello Camillo, prese parte ad incontri tra repubblicani nei giorni precedenti l'occupazione francese di Roma (febbraio 1798). Fu quindi colonnello nella guardia civica della Repubblica romana, alla cui caduta (fine settembre 1799) poté rimanere indisturbato nella città, a differenza del fratello esiliato. Lo raggiunse, più tardi, in Francia, dove Napoleone lo mise a capo di uno squadrone della sua guardia. Si segnalò nella battaglia di Austerlitz (1805) e, divenuto colonnello del 1º reggimento dei carabinieri, nelle campagne del 1806, 1807 e 1809 (fu ferito nella battaglia di Wagram) contro Prussiani, Russi e Austriaci. Sposata frattanto, l'11 apr. 1809, la nobile Adelaide de La Rochefaucauld, dalla quale ebbe quattro figli (Marcantonio, Camillo, Scipione e Maria), continuò la carriera, conseguendo, il 23 nov. 1811, il grado di generale di brigata. Nell'anno successivo fu nominato da Napoleone suo primo scudiero, mentre donna Adelaide diveniva dama di palazzo dell'imperatrice Maria Luisa, e il 3 apr. 1813 fu decorato con la gran croce dell'Ordine della Riunione.

Al crollo dell'impero napoleonico non fu per nulla colpito; ricevette, anzi, dal re di Francia la croce di S. Luigi. Trascorse qualche tempo in Firenze, presso il fratello, e poi si recò nuovamente in Francia. Nel 1832, morto Camillo senza figli legittimi, assunse il diritto di primogenitura col titolo di principe Borghese e la vastissima eredità connessa. Su invito di Gregorio XVI si trasferì quindi in Roma, dove accrebbe il museo della famiglia con nuovi reperti archeologici ed opere d'arte, protesse artisti e si dedicò a opere di beneficenza. In Frascati fece eseguire lavori all'acquedotto della villa Belvedere, per il quale ebbe una causa, da lui vinta, col Comune. Prese, infine, parte, nel 1836, alla fondazione della Cassa di risparmio di Roma, della quale tenne, per primo, la presidenza fino al 1838, ospitandone gli uffici nel suo palazzo in piazza Borghese (vi rimasero fino all'anno 1874).

Non si segnalò più per atteggiamenti politici: sull'orientamento della famiglia dopo la Restaurazione influì in parte, in senso conservatore, la moglie Adelaide. Morì a Roma il 30 maggio 1839.

Volendo evitare che si estinguesse il nome delle due casate che erano confluite nelle famiglie Borghese, Aldobrandini e Salviati, dispose che il primogenito Marcantonio assumesse il titolo di principe Borghese, il secondogenito Camillo quello di principe Aldobrandini e il terzogenito Scipione quello di duca Salviati.

Fonti e Bibl.: Biogr. nouvelle des contemporains..., III, Paris 1821, p. 283;Robinet, Dict. hist. et biogr. de la Révolution et de l'Empire (1789-1815), Paris s.d., p. 232; Diario di Roma, 1º giugno 1839;P. Odescalchi, Elogio del principe don F. B. A. …, Roma 1840;B. Sancholle-Henraux, Le chevalier Luigi Angiolini 1750-1821. Correspondance..., Paris 1913, p. 218;A. Dufourcq, Le régime jacobin en Italie..., Paris 1900, p. 149;V.Spreti, Encicl. storico-nob. ital., II, Milano 1929, p. 133;D. Angeli, Storia romana di trent'anni (1770-1800), Milano 1931, p. 253; G. Six, Les généraux de la révolution et de l'empire, Lyon 1948, pp. 28, 64; D. Pasolini, Due principi giacobini e la loro discendenza, in Strenna dei romanisti..., Roma 1949, pp. 168-177; V. E. Giuntella, Le classi sociali della Roma giacobina, in Rass. stor. del Risorgimento, XXXVIII (1951), pp. 428-433; G. Candeloro, Storia dell'Italia moderna, I, Milano 1959, p. 248; G. Moroni, Diz. di erud. storico-eccles., C, pp. 212-213; Enc. Milit., II, Milano s.d., p. 260; G. Belloni, Diz. storico dei banchieri italiani, Firenze 1951, p. 47.

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