foro
anatomia
Orifizio (detto anche forame), a contorni più o meno regolari, delimitato da parti molli, da ossa, o dalle une e dalle altre; per lo più serve di passaggio a organi di varia importanza. Per es., i f. della base del cranio: f. grande rotondo, che dà passaggio al nervo mascellare superiore; f. ovale, che accoglie il nervo mascellare inferiore, l’arteria piccola meningea, la vena del f. ovale ecc.; i f. ischiatici, grande e piccolo, attraversati da nervi (nervo sciatico), da arterie (glutee), da muscoli (gemelli pelvici).
Cavità di forma cilindrica, conica o prismatica, ricavata in un elemento di struttura o organo di macchina, che serve al passaggio degli elementi di collegamento (chiodi o bulloni) del pezzo stesso con altri, oppure costituisce uno degli elementi di una coppia rotoidale o prismatica. Il f. è detto passante o cieco a seconda che sia interessato l’intero spessore del pezzo o solo parte di esso. Forma e dimensioni dei f. hanno grande importanza nella tecnologia meccanica, sia per il montaggio e l’aggiustaggio dei pezzi ( f. da centri, nella tornitura), sia per l’esecuzione di alcune lavorazioni (per esempio, trafilatura).
F. di colataApertura praticata nel crogiolo di un forno metallurgico attraverso la quale si cola un metallo, una lega o una scoria allo stato fuso. F. (o fornello) di mina. Cavità cilindrica, generalmente di alcuni centimetri di diametro e di profondità variabile (da qualche decimetro a qualche metro) praticata nelle rocce per collocare l’esplosivo.