FORNOVO di Taro

Enciclopedia Italiana (1932)

FORNOVO di Taro (A. T., 24-25-26)

Mario LONGHENA
Arturo SOLARI
Giovanni Battista PICOTTI

Paese del Parmense. È posto sulla strada della Cisa, a 22,8 km. a SO. di Parma, in amena posizione, a 140 m. s. m., sulle prime colline appenniniche e sulla destra del Taro, quasi alla confluenza del torrente Ceno. È una bella borgata e si adorna d'una famosa chiesa parrocchiale (con notevoli bassorilievi cristiani) che forse risale a una basilica romana ma fu più volte rifatta. Il comune di Fornovo (64,87 kmq.) contava 4739 ab. nel 1921 (di cui 1102 nel centro capoluogo, 381 in altri 4 piccoli agglomerati, i rimanenti nelle case sparse); 5269 nel 1931. Il suo territorio è fertile, ha boschi e conta anche qualche modesta industria; nella parte alta, costituita da depositi argillosi, sono frequenti le frane. Fornovo di Taro è stazione della ferrovia Parma-La Spezia.

Storia. - L'antico Forum Novum divenne municipio forse dopo la riforma amministrativa di Augusto, per quanto non ricorra nel catalogo dei comuni italiani di Plinio. Probabilmente sostituì il già esistente Forum Clodii (donde la distinzione di Novum) e fu inscritto nella tribù Galeria. Fu nodo stradale della via Piacenza-Luni per Veleia, e della Parma-Luni; e, già prima, della preromana Parma-Lucca. Tale posizione favorì lo sviluppo economico, facendo decadere il comune preesistente, del quale fino allora, come vico, aveva fatto parte. Nel Medioevo fu della Chiesa e del comune di Parma, poi feudo di varî signori.

La battaglia di Fornovo. - Con questo nome non esatto si suole indicare la battaglia che si combatté sul Taro il 6 luglio 1495. Conchiusa la lega tra Venezia, Lodovico il Moro, il papa, la Spagna, il re dei Romani il 31 marzo 1495, Carlo VIII, il conquistatore di Napoli, si accinse al ritorno in Francia. L'esercito della lega era per la maggior parte al soldo dei Veneziani, sotto il comando di Francesco Gonzaga marchese di Mantova: v'era un piccolo contingente milanese col conte di Caiazzo e uno bolognese con A. Bentivoglio. Il Gonzaga attese nella bassa valle del Taro i Francesi, ridotti a diecimila, ma provveduti di agili fanterie e di artiglierie potenti. I fieri Stradiotti respinsero l'avanguardia francese; ma il re poté il 5 luglio entrare in Fornovo, abbandonata dai difensori. La mattina dopo l'esercito francese passò il larghissimo greto del fiume, e cominciò a sfilare sulla destra lungo la collina di Medesano. Il Gonzaga volle attaccarlo di fianco; ma per la piena non poté far guadare i suoi, se non in parte e più a monte, e si trovò a contatto con la retroguardia francese, a fianco della quale si schierò il grosso dell'esercito. La battaglia divenne la più aspra che si combattesse da due secoli. Ma gli Stradiotti, che dall'alto della collina dovevano piombare sul fianco del nemico, visti passare i preziosi bagagli, si erano gettati disordinatamente al saccheggio; gli uomini d'arme, rimasti soli, non poterono sostenere la battaglia e morto sul campo Rodolfo Gonzaga, zio del marchese, si ritrassero di là dal Taro; il Caiazzo tentò inutilmente di battere l'avanguardia; la riserva rimasta oltre il fiume non si mosse. Erano caduti da tre a quattro mila uomini, per due terzi italiani. Il re, chiesta invano una tregua, l'8 luglio si mosse, inseguito fiaccamente dall'esercito della lega. In mano degl'Italiani era rimasta una preda che fu stimata allora a trecentomila ducati, l'elmetto, la spada, i sigilli del re, parte dell'archivio regio, il ritratto del delfino, l'altare portatile, le reliquie, l'ufficio di preghiere. Gl'Italiani credettero di aver vinto; a Mantova il duca fece costruire la chiesetta della Vittoria, e dallo Sperandio fece coniare una medaglia col motto "Ob restitutam Italiae libertatem". Ma l'impresa, nella quale parvero riunite le forze degl'Italiani, fu segno doloroso della debolezza italiana, conforto ad altri stranieri a rinnovare il tentativo.

Bibl.: Corp. Inscr. Lat., XI, p. 201; A. Solari, Forum Novanorum, in Athenaeum, XVI (1928); R. Andreotti, Le comunicazioni antiche di Parma col Tirreno, in Bull. Arch. com. di Roma, LV (1927). - Per la battaglia v.: A. Benedetti, De Tarrensi pugna, in Eccard, Corpus historiarum mediii aevi, II, Francoforte e Lipsia 1743, p.1578 segg.; M. Sanudo, La spedizione di Carlo VIII in Italia, Venezia 1873; A. Luzio, Francesco Gonzaga alla battaglia di Fornovo, nell'Arch. stor. italiano, s. 5ª, VI (1890), p. 205 segg., dove sono indicate le altre fonti e la bibliografia precedente.

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