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In medicina, forma di aritmia del cuore – permanente o accessionale – in cui le contrazioni degli atri, pur succedendosi con regolarità, sono tuttavia assai frequenti (180-350 al minuto) e di solito solo una parte di esse (una pulsazione ogni 2, o 3, o 4, a seconda dei casi) si trasmette ai ventricoli, per la presenza di una conduzione atrio-ventricolare variabile. Le pulsazioni ventricolari risultano più o meno frequenti, ma regolari e discretamente valide, contrariamente a quanto accade nella fibrillazione atriale, dove manca ogni parvenza di ritmo. La forma più comune è costituita dal f. tipico comune, aritmia che ha sede nell’atrio destro del cuore e in cui il fronte elettrico si propaga circolarmente intorno all’anello della valvola tricuspide. La terapia del f. consiste nell’ablazione (➔) trans-catetere.

Il trattamento farmacologico può essere teso a prevenire l’insorgenza dell’aritmia mediante l’utilizzo di farmaci antiaritmici o a rallentare la frequenza cardiaca mediante farmaci attivi sul nodo atrio-ventricolare.

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