Onòrio, Flavio

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Imperatore romano d'Occidente (n. 384 - m. Ravenna 423). O. ebbe il titolo di Augusto nel 393 e, a soli undici anni, divenne erede dell'Impero Romano di Occidente, che resse sotto la tutela di Stilicone. Nel 398 sposò la figlia di lui, Maria, e, dopo la morte di lei, la sorella Termanzia. Sotto il suo regno si verificarono l'invasione dei Visigoti e il sacco di Roma. Dovette trasportare la capitale a Milano e, dopo un effimero ritorno e un trionfo a Roma, la stabilì a Ravenna, dove morì nel 423.

Vita e attività. F

iglio di Teodosio I e di Elia Flaccilla, proclamato nobilissimus puer ed elevato al consolato in età di due anni, divenne Augusto nel 393 ed ereditò nel 395 l'Impero d'Occidente, mentre quello d'Oriente andava al fratello Arcadio. Nel suo lungo regno si dimostrò troppo inferiore alla gravità dei tempi, debole e irresoluto. Il primo periodo del suo regno fu dominato dalla figura del generale vandalo Stilicone, del quale sposò consecutivamente due figlie, Maria (398-408) e Termanzia (da cui si separò nello stesso 408). Stilicone, desideroso di sottrarre al dominio di Arcadio l'Illirico, determinò un contrasto con l'Impero di Oriente, intervenne poi nella difesa dell'Oriente contro i Visigoti, domò (397) la rivolta di Gildone in Africa, sconfisse (402) a Pollenza i Visigoti di Alarico, che avevano invaso l'Italia settentrionale. Nel 404 O. celebrò a Roma il suo sesto consolato e il trionfo, in occasione del quale vietò le lotte dei gladiatori, continuando nell'atteggiamento ostile contro i pagani che aveva già assunto negli anni precedenti con la proibizione dei sacrifici e permettendo la distruzione dei loro templi. Nel 405 Stilicone sconfisse una nuova orda di Svevi, Alani e Vandali, guidati da Radagaiso, ma non poté impedire la loro penetrazione in Gallia, dove fu proclamato imperatore l'usurpatore Costantino III. Dopo la morte di Arcadio (408), si manifestarono tra O. e Stilicone i primi segni di quel disaccordo che, approfondito dalle gelosie dei cortigiani, terminò con l'uccisione di Stilicone a Ravenna e col massacro dei suoi partigiani a Pavia. Allontanato una prima volta da Roma col denaro, il visigoto Alarico, dopo aver proclamato imperatore e poi deposto il praefectus urbi Attalo, prese e saccheggiò Roma (410). A questa catastrofe seguì una certa ripresa, per merito del generale Costanzo con le vittorie su Costantino III (411) e su Eracliano che si era ribellato in Africa (413); Ataulfo, successore di Alarico, fu costretto ad abbandonare la Gallia e a ritirarsi in Spagna; e il nuovo re dei Visigoti Wallia combatté per incarico dell'imperatore i Vandali e gli Alani, ricevendo (418) come compenso l'Aquitania, dando così inizio all'era dei regni romano-barbarici. In quest'ultimo periodo grande ascendente esercitò su O. la sorella Galla Placidia, fino al 423 quando sorsero dei contrasti ed essa dovette fuggire in Oriente; ma nello stesso anno O. morì. Debole e irresoluto imperatore, benché animato da buone intenzioni e autore di leggi che contribuirono a facilitare il risollevamento economico dell'Italia e la rinascita di Roma dopo il sacco di Alarico, fu un sovrano troppo inferiore al padre in tempi anche più difficili, eppure continuatore della sua politica.

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