Bucci, Flavio

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Attore italiano (Torino 1947 - Fiumicino 2020). Formatosi alla scuola del Teatro Stabile di Torino, ha esordito nella recitazione nel 1971 nella pellicola La classe operaia va in paradiso diretta da E. Petri, per il quale due anni più tardi ha recitato nel film La proprietà non è più un furto (1973). Artista poliedrico, dotato di una espressività sognante e dolorosa, è stato negli anni successivi felice interprete di film quali, nel 1976, L'Agnese va a morire di G. Montaldo e, nel 1977, Suspiria di D. Argento, impersonando nello stesso anno nello sceneggiato TV Ligabue il tormentato ruolo del pittore cui ha indissolubilmente legato il suo volto. Interprete completo, maschera teatrale di eccezionale calibro in opere di autori quali Gogol', Pirandello e Böll, Bucci ha proseguito la sua carriera cinematografica confermandosi caratterista di prim'ordine in pellicole quali Il marchese del Grillo di M. Monicelli (1981), Tex e il signore degli abissi (1985) di D. Tessari, Secondo Ponzio Pilato (1987) di L. Magni, fino alle più recenti interpretazioni - tra le numerose altre - in Caterina va in città (2003) di P. Virzì e Il divo (2008) di P. Sorrentino. Prolungatamente attivo anche sul piccolo schermo in produzioni televisive di ampio successo (La piovra, 1984, di D. Damiani; Gli angeli del potere, 1988, di G. Albertazzi; L'avvocato Guerrieri - Ad occhi chiusi, 2008, di A. Sironi), doppiatore di J. Travolta, S. Stallone e G. Depardieu, Bucci è stato prolifico interprete cinematografico anche in anni più recenti (nel 2019, nelle pellicole Il grande passo, Credo in un solo padre e Sassiwood), oltre che ironico interprete di sé stesso nel docufilm Flavioh - Tributo a Flavio Bucci (2018) diretto da R. Zinna, che ne ricostruisce compiutamente il complesso percorso artistico e personale, e nell'opera teatrale autobiografica firmata con M. Mattolini E pensare che ero partito così bene... (2019), lucida riflessione su una traiettoria esistenziale fuori da ogni schema.

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