FISCHER von ERLACH, Johann Bernhard

Enciclopedia Italiana (1932)

FISCHER von ERLACH, Johann Bernhard

Hans Tietze

Architetto, nato il 20 luglio 1656 a Graz, morto nel 1723 a Vienna. Figlio di uno scultore, seguì da giovane le orme di suo padre, come dimostrano i suoi primi lavori. Dopo il 1680 soggiornò a lungo in Italia, a scopo di studio, subendo l'influenza del Borromini. Soltanto dopo il 1690 cominciò ad affermarsi come architetto, con la costruzione del castello di Frain in Moravia e di quello a Engelhartstetten, nonché con la costruzione del Mausoleo imperiale a Graz. Nel 1693 cominciò a costruire per il conte Thun, arcivescovo di Salisburgo, le cui numerose imprese architettoniche rimasero sotto la sua direzione fino alla morte dell'arcivescovo (1709). Appartengono a questo gruppo il portone della scuderia di corte, i, vasi nel parco Mirabell, il castello di Klesheim e quattro chiese importanti: la chiesa della Trinità (1694-1702), la chiesa dell'Ospedale di S. Giovanni (1699 segg.), la chiesa delle Orsoline (fino al 1705), e la Collegiata (1696-1707), strettamente affini nella pianta e nella struttura della facciata. La chiesa della Trinità, un po' fredda e accademica, rammenta nella pianta la chiesa Carmelitana del Parigi (1656) a Praga. Costruzione ben più originale è la Collegiata che prosegue arditamente lo stile del duomo di Salisburgo e rappresenta il primo notevole contributo del F. al problema dell'edificio a pianta centrale; problema del quale egli si occupò per tutta la vita. Queste opere di Salisburgo furono dirette da Vienna, ove il F. eseguiva altri lavori. La sua prima costruzione a Vienna, fu il palazzo Strattmann-Windischgrätz, che fu incominciato verso il 1683. Poco più tardi fece il primo progetto per il castello di Schönbrunn, progetto che però non venne mai eseguito. Poco dopo il 1695 furono intrapresi i lavori secondo un altro progetto più modesto, e nel 1700 la fabbrica era già molto progredita; ma pare che da allora i lavori rimanessero sospesi. Due decennî dopo la morte del F., l'architetto N. Pacassi portò a termine il castello seguendo, sostanzialmente, il progetto del F. Fra i palazzi costruiti dal F. a Vienna i più importanti sono il palazzo Schönborn e quello del principe Eugenio (ora Ministero delle finanze): quest'ultimo, iniziato negli anni 1695-97 e ingrandito dal 1707 al 1710, è un tipico esempio di palazzo della città vecchia di Vienna, rigido e austero come richiede la sua posizione in una via stretta. Fuori di Vienna è soprattutto notevole il palazzo Clam-Gallas a Praga, costruito dal F. dopo un suo viaggio a Berlino, dove si ispirò palesemente alle opere di A. Schlüter. Il suo stile volse poi verso le forme classicheggianti francesi, verso i modi sobrî e freddi. Lo stile maturo del maestro è bene caratterizzato dal palazzo Trautson (1710-12, detto dal 1760 in poi Palazzo della Guardia ungherese), dalla chiesa di S. Carlo, la cui costruzione gli fu affidata nel 1715, ma fu finita soltanto dopo la morte del F. da suo figlio Giuseppe Emanuele (1737). La chiesa di S. Carlo non ha affinità con quella di Superga, come si è voluto affermare; dimostra invece lo studio dell'antico che il F. consegnò anche nell'opera: Entwurf einer historischen Architektur (Vienna 1721). Nei suoi ultimi anni, il F. costruì anche per la corte, a Vienna, le scuderie imperiali, la Biblioteca Imperiale, ora Nazionale, cominciata nel 1722 e terminata da suo figlio, come l'"Ala della Cancelleria" nella Hofburg, per la cui ricostruzione aveva fatto grandiosi progetti.

La tendenza verso forme decorative, poco architettoniche, che caratterizza le prime opere del F., fu la conseguenza naturale del suo tirocinio come scultore e dell'influenza del Borromini. Poi la sua arte, non insensibile a influssi francesi, raggiunse una sempre maggiore chiarezza. L'armonica fusione di questi elementi fanno del F. il più grande e più influente architetto del barocco austriaco.

Il figlio Joseph emanuel, anch'egli architetto, nato a Vienna il 13 settembre 1693, morto ivi nel 1742, studiò con il padre e si perfezionò poi con lunghi viaggi. I primi lavori eseguiti interamente da lui sono forse i progetti (da assegnarsi circa al 1713) per il Palazzo Schwarzenberg nel Mercato Nuovo di Vienna (Albertina). Dal 1722 collaborò col padre alla costruzione di vari edifici pubblici (Biblioteca Imperiale, Scuola d'equitazione, Cancelleria imperiale), che egli continuò dopo la morte di questi. Il F. rafforzò l'elemento classico che già si trovava nel barocco a Vienna. Oltre a numerose opere decorative (Colonna Mariana nel Mercato vecchio, tomba ha del conte Schlick nel duomo di Praga, decorazione della Cappella delle Grazie a Maria-Zell, ecc.), vanno ricordati anche molti suoi lavori di natura tecnica. In questo campo tentò d'introdurre la macchina a vapore nella coltivazione delle miniere. Nel 1721 impiantava una macchina atmosferica per l'emungimento di acque dalle miniere per il landgravio d'Assia-Cassel: era forse la prima macchina a vapore istallata sul continente europeo per sostituire l'energia animale con energia meccanica. Molto considerato dai contemporanei fu assai spesso interpellato per consigli tecnici, accumulò notevoli ricchezze e nel 1735 ebbe il titolo di barone.

Bibl.: A. Ilg, Die Fischer v. Erlach, Vienna 1895; H. Tietze, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XII, Lipsia 1916 (con ampia bibl.); D. Frey, J. E. Fischer v. E., in Jahrb. d. Bundesdenkmalamtes, 1921-22; H. Sedlmayer, Fischer v. Erlach d. Ältere, Monaco 1925.

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