filologia In ogni ricerca, l’interpretazione di fatti (o di personaggi ecc.) basata sull’esame di testi, documenti o su notizie storiche.
Il termine f., inteso nel mondo greco e latino come amore della dottrina, con particolare riguardo all’erudizione storica, si andò affermando in
La f. moderna si articola in due grandi direzioni: da una parte si tende a reperire, ricostruire e interpretare i testi (studio delle testimonianze verbali); e dall’altra a mettere in luce e interpretare fatti di ogni genere che giovino alla comprensione dei testi stessi (studio delle cose). Nel primo suo aspetto la f. cerca di reperire documenti letterari ancora ignoti; di accertare l’autenticità sia di questi sia di quelli già noti; di ricostruire il documento nel suo aspetto originario, depurandolo dalle alterazioni prodottesi in esso nel corso dei secoli per effetto della trasmissione a opera di intermediari: copisti, stampatori, editori ( f. testuale). Inoltre, la f. cerca di interpretare i testi ricostruiti, facendo tesoro delle necessarie cognizioni linguistiche, metriche, stilistiche e di quelle storiche, allo scopo di rivivere la scrittura nelle medesime condizioni culturali del suo autore; d’individuare le fonti del documento letterario e la fortuna di esso. Nell’altro aspetto la f. studia la biografia dell’autore, le condizioni storiche e sociali del suo tempo e del suo ambiente particolare.
Dopo le prime ricerche filologiche compiute nell’ambiente peripatetico, culla della f. può essere considerata, nel 3° sec. a.C.,
L’Umanesimo, iniziato con il rinnovato studio degli scrittori latini, si volse in un secondo tempo anche ai greci. L. Valla, preceduto in ciò da Petrarca, diede chiari esempi di critica filologica; il filologo più completo, per conoscenza dei testi e acume critico, fu Poliziano. Gli umanisti fecero anche opera di editori, consegnando alle officine librarie e poi alle prime tipografie (come quella dei Manuzio) testi di autori classici, da loro riveduti, corretti congetturalmente o mediante la collazione, di manoscritti.
La grande f. del 19° sec., prolungatasi con continuità d’intenti e di metodo nel 20°, si inserì nel fervore di ricerca storica proprio del Romanticismo. Impossibile elencare i numerosi filologi di questo rinnovato umanesimo in maggioranza tedeschi, da F.G. Wolf a U. von Wilamowitz a E. Fraenkel (tra gli italiani vanno ricordati D. Comparetti, G. Vitelli, G. Pasquali).
Sul concetto stesso di f. ha gravato a lungo la tradizione umanistica, che considerava come paradigmatiche le due letterature antiche, perciò f. fu sinonimo di f. classica. Ma nel 19° sec. gli orizzonti si allargano alla critica storica; e la f. investe altri campi: la germanistica,
Nel corso dell’ultimo ventennio del 1900 gli sviluppi della f. hanno preso diverse direzioni, identificabili da tre nuovi ambiti di ricerca: la f. dei testi a stampa, la f. d’autore e l’applicazione delle metodologie informatiche per la ricostruzione testuale. Con f. dei testi a stampa, diffusa in