FILETA di Coo

Enciclopedia Italiana (1932)

FILETA (Φιλητᾶς, Φιλίτας; Philētas) di Coo

Augusto Rostagni

Nato probabilmente a Rodi, ma vissuto la maggior parte della sua vita nell'isola di Coo fra il 340 e il 280 circa a. C., sotto il regno di Alessandro il Grande e di Tolomeo I Sotere, il quale gli affidò l'istruzione di suo figlio, il futuro re Tolomeo II Filadelfo. Fu poeta e grammatico insigne; e può considerarsi come uno dei primi iniziatori della letteratura alessandrina, sia per gli studî filologici ed eruditi sia per le forme e gl'intendimenti della poesia.

Quanto agli studî filologici, sappiamo ch'egli sottoponeva a eccessive fatiche il suo esile corpo, onde fu oggetto di frizzi per parte dei comici e degli epigrammisti. Fu maestro di Zenodoto d'Efeso, il famoso grammatico, editore d'Omero e bibliotecario alessandrino; si occupò specialmente d'interpretazioni omeriche; compose tra l'altro una specie di glossario ("Ατακτα), che influì molto sulla tendenza dei poeti alessandrini alla ricerca di vocaboli rari e disusati (γλῶσσαι). Quanto alla poesia, è certo che in essa egli applicava e trasferiva le medesime inclinazioni dei suoi studî eruditi: quindi la sottile elaborazione della lingua e dello stile, la dottrina mitologica e antiquaria, ecc. Ma non doveva mancargli una certa vena d'ispirazione. Compose, oltre a epigrammi sparsi e ad altri carmi minori, alcuni poemetti, intitolati Ermete, Telefo, Demetra. Celebre specialmente la sua raccolta di elegie, che prendeva titolo dall'amica o consorte, Bittide, a cui era dedicata. Questa raccolta era concepita sul modello della Lide di Antimaco e della Nanno di Mimnermo; prendeva lo spunto dalla passione personale per la donna amata, ma non era di contenuto propriamente lirico e forse, intorno al tenue filo della passione personale, cuciva tutto un complesso di miti e di leggende svariate. Da F. dipende poi Ermesianatte (v.).

Intorno a Fileta, nell'isola di Coo, si raccolse un cenacolo di poeti, descritto da Teocrito nelle Talisie (Idillio VII), a cui aderivano, oltre al giovane Teocrito, qsclepiade di Samo e altri. In questo cenacolo si formarono le abitudini più caratteristiche dell'alessandrinismo; s'introdusse l'uso del travestimento pastorale, e quindi la moda della poesia bucolica. Ma specialmente si coltivò la tendenza verso i componimenti poetici brevi e finemente elaborati. Anche in ciò F. è un precursore: il suo principale erede sarà Callimaco. Delle opere di F., anche della Bittide, non ci restano se non frammenti, editi in N. Bach, Philetae, Hermesianactis, Phanoclis reliquiae, Halle 1929; E. Diehl, Anthologia lyrica, Lipsia 1924, II, p. 209 segg.; J. U. Powell, Collectanea alexandrina, Oxford 1924, p. 90 segg.

Bibl.: F. Susemihl, Geschichte der griech. Litter. in der Alexandrinerzeit,I, Lipsia 1891, p. 174 segg.; E. Rohde, Der griechische Roman, 3ª ed., Lipsia 1914, p. 78 segg.; E. Romagnoli, L'elegia alessandrina prima di Callimaco, in Atene e Roma II (1899), p. 177 segg.; C. Cessi, in Eranos, VIII (1908), p. 117 segg.

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