FIESOLE

Enciclopedia Italiana (1932)

FIESOLE (A. T., 24-25-26)

Attilio MORI
Filippo MAGI
Odoardo Hillyer GIGLIOLI
Arturo SOLARI
Bernardino BARBADORO

Antica e celebre città della Toscana, considerata come la madre di Firenze, il cui rapido incremento le tolse gran parte dell'antica floridezza; abbandonata quasi del tutto nel Medioevo e ripresa ad abitare in tempo recente, oggi può considerarsi quale un'appendice di Firenze, da cui dista 6,3 chilometri, dominandola dal suo colle lunato che ne sovrasta di circa 250 m. il piano (295 m. s. m.). Le colline fiesolane, celebrate per il loro paesaggio, per la favorevole esposizione a mezzogiorno, che riparandole dai venti freddi del nord le rende ricercato soggiorno invernale, per i magnifici panorami che offrono sul bacino di Firenze, per le innumerevoli ville di cui sono cosparse (soggiorno invernale prediletto di una copiosa colonia straniera), costituiscono uno degli ornamenti principali di Firenze, meta preferita delle gite festive dei suoi cittadini, ai quali offrono anche luoghi aereati e relativamente freschi di villeggiatura estiva. La Fiesole attuale può dirsi limitata a un'ampia piazza, sulla quale fronteggiano la cattedrale, dei primi del sec. XI, il seminario vescovile, grandiosa costruzione iniziata nel 1637, il palazzo pretorio, ov'è sistemato il museo cittadino, e a una rete di strade generalmente anguste e tortuose che si svolgono sulle pendici dei colli adiacenti, sui quali eleva la sua cima il colle di S. Francesco (m. 345), l'antica arce della città etrusca, ora occupata da una romantica chiesa con annesso convento di francescani. La popolazione ascende a 2786 ab. (1921); quella del comune, la cui estensione si è ridotta dopo la cessione a Firenze di una parte del suo territorio a kmq. 41,89, era di 10.059 ab. nel 1921, di 11.433 nel 1931. Fiesole è collegata a Firenze da una linea tramviaria a trazione elettrica, che è la prima che sia stata costruita in Italia, aperta al traffico nel 1890. Fiesole è una delle più antiche sedi vescovili della Toscana: la giurisdizione della vasta sua diocesi si estende al Mugello, a parte del Valdarno Superiore e del Casentino.

Monumenti. - In Fiesole e intorno a Fiesole si ebbe nel periodo più antico una fioritura d'arte non trascurabile, testimoniataci specialmente da una serie di stele funerarie in pietra arenaria che costituiscono nel complesso la migliore espressione di questo genere di scultura etrusca. Dei monumenti i più notevoli sono: la cinta di mura urbane con avanzi di porte e bastioni; i resti dell'Acropoli (mura, templi, favisse); quelli della zona centrale, e cioè: tempio etrusco tripartito, forse dedicato a una triade infera, rielaborato in età sillana, con davanti un consaeptum maceria con ara e mundus; il teatro romano del sec. I a. C. con rielaborazioni seriori, interessante per la sua conservazione e per la cavea addossata al pendio del terreno che ricorda i teatri greci; le terme romane; alcuni altari monumentali sempre d'età romana. Sono ancora da notarsi: alcune iscrizioni con caratteri peculiari, un piccolo sepolcreto presso la Via del Bargellino e una stipe di bronzetti arcaici scoperta di recente (1931).

La cattedrale nel 1028 era finita, sotto il vescovado di Iacopo il Bavaro. In origine di più modeste proporzioni, fu ingrandita e modificata nella prima metà del secolo XIII; fu riparata nel Trecento sotto il vescovado di S. Andrea Corsini, e altri lavori vi furono eseguiti nel Quattrocento e nel Cinquecento. Venne restaurata dal 1878 al 1883. Tra le sue opere d'arte più importanti sono: la cattedra in legno di S. Andrea Corsini; una cancellata in ferro battuto del 1349 eseguita dai senesi Petruccio Betti e Francesco suo figlio; il monumento marmoreo del vescovo Leonardo Salutati di Mino da Fiesole, a cui si deve pure un dossale d'altare di marmo; un dossale d'altare di marmo di Andrea Ferrucci. Il palazzo vescovile era coevo alla cattedrale ma il suo aspetto attuale si deve al vescovo Neri Altoviti che nel 1636 fece apporre sulla facciata il suo stemma. La canonica fu fondata da Iacopo il Bavaro ma modificata. Fa parte dell'episcopio l'oratorio con affresco di Bicci di Lorenzo. Nel seminario, aperto nel 1637, ampliato e modificato in epoche successive, è un oratorio dove si trova un dossale di terracotta invetriata della bottega di Giovanni della Robbia. Nel Museo Bandini sono state riunite nel 1913 le opere d'arte lasciate dal canonico A. M. Bandini, conservate prima nella chiesetta di S. Ansano, insieme con altre lasciate in deposito dalla cattedrale e dalle regie gallerie di Firenze. La sala terrena è dedicata specialmente alla scultura, mentre le altre due sale nel piano superiore contengono in maggioranza pitture fiorentine dal sec. XIV al XVI e qualche pittura senese, tra le quali due di Ambrogio Lorenzetti. Nell'oratorio di S. Maria Primerana si notano: l'autoritratto di marmo di Francesco da Sangallo, un dossale d'altare di arte robbiana del principio del sec. XVI, un ritratto in marmo di Francesco del Fede eseguito nel 1575. L'antica basilica di S. Alessandro, rimaneggiata in diverse epoche, si presenta oggi con tre navate e 15 colonne di cipollino orientale a basi attiche. La chiesa di S. Francesco fu restaurata nel 1905 dall'architetto Castellucci, e l'opera d'arte più interessante ivi conservata è il Mistero dell'Immacolata Concezione dipinto da Piero di Cosimo. Notevoli monumenti nei dintorni di Fiesole, dipendenti dal suo comune, sono: la badia fiesolana, ricostruita nel sec. XV in forme derivate dal Brunellesco ma con resti della facciata dell'antica chiesa (sec. XII), la chiesa e il convento di S. Domenico, con bel loggiato del 1486, pitture dell'Angelico, di Lorenzo di Credi, Sogliani, Santi di Tito, Empoli.

V. tavv. XLIX e L.

Storia. - Fiesole (Faesulae e, variamente, presso i Greci Φαίσουλαι e Φαίσολα, connesso con l'etrusco fesu, donde il locativo Faesona e il personale Faesonius; demotico Faesulani) fu importante centro etrusco dell'Etruria settentrionale, il più antico avamposto al confine etrusco-ligure, sorto intorno al sec. V, in seguito alla colonizzazione etrusca della media Valdarno, e in connessione alla via di congiungimento con Felsina. Il centro era fortificato con circuito murale, di circa 2500 m., e aveva oltre 10.000 ab. In relazione con la conquista etrusca contro i Liguri, Fiesole, pur in origine subordinata a qualcuno dei grandi stati etruschi, probabilmente ad Arezzo, ebbe presto l'indipendenza, dominando sul territorio tra la Sieve e l'Ombrone, tra l'Appennino e l'Arno, confinando con Arretium a E. e Luca a O. Forse legata a Roma con un foedus, come indicano i rapporti d'amicizia e d'alleanza rinsaldati durante la campagna annibalica, prima in occasione del passaggio di Annibale per il suo territorio, poi a Canne (è leggendaria la partecipazione di Fiesolani alla battaglia del lago Regillo) e nel 225 contro un assalto dei Celti da Chiusi, cedette una parte del territorio per la fondazione del vico di Florentia, che ebbe successivamente sviluppo per la colonizzazione sillana dell'agro fiesolano (v. firenze). Fu per la sua forte e centrale posizione occasione di concentramento ai catilinarî e campo di lotta a Radagaiso contro Stilicone (405) e ai Greci coi Goti di Vitige; municipio compreso nella tribù Scaptia, ebbe un'estensione non pari alla precedente etrusca, che aveva per limiti Arretium a E., a N. l'Appennino, a O. Pisae-Luca, a S. Volaterrae e Clusium. Ebbe contemporanei a Florentia gli albori del cristianesimo, a cui probabilmente contribuirono le relazioni commerciali con l'Oriente siriaco; e fu sede episcopale fin dal sec. V.

Del suo squallore nell'età longobarda dà testimonianza la povertà del vescovado. Né Fiesole poté risollevarsi perché tornarono a suo danno le fortune di Firenze. Una stessa leggenda avvolge le origini di Firenze e il declinare di Fiesole: e pura leggenda è la distruzione di Fiesole nel 1010; ma la guerra del 1125 segnò effettivamente la soggezione della città del monte a quella cresciuta nel piano sottostante. Il vescovado, con la sua cattedrale, valse a conservare nome di città all'antico centro etrusco, ormai ridotto a poche case, dove vennero riducendosi gli artefici delle rinomate cave di pietra. Codeste maestranze contribuirono allo sviluppo di un'arte che diede rinomanza a Fiesole quando ormai aveva perduto fisionomia di città.

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