Ferrovia

Dizionario di Storia (2010)

ferrovia


Sistema e impresa di trasporto terrestre rapido e su lunghi percorsi per grandi masse di persone e di cose, attuato mediante convogli che corrono su binari. La f. è nata nelle miniere inglesi, perfezionando il rudimentale sistema di trasporto del minerale su carrelli in atto fin dal 17° secolo. Le prime f. con rotaie di ferro, installate all’aperto, furono messe in opera nel 1738 a Whitehaven con il nome di tramway. Tuttavia il vero periodo d’incubazione della f. fu il primo quarto del sec. 19°, e l’Inghilterra fu il Paese in cui lo sviluppo della f. fu più rapido e completo. Nel 1804 R. Trevithick usò per la prima volta una locomotiva a vapore. Il primo servizio ferroviario fu inaugurato nel 1825 sul tronco Stockton-Darlington, sotto la direzione di G. Stephenson, che guidò personalmente la locomotiva del treno inaugurale. Stephenson può considerarsi il padre della f., poiché fu non solo colui che perfezionò la locomotiva, ma anche il pioniere della costruzione delle linee inglesi. Il primo servizio viaggiatori fu istituito sul tronco Liverpool-Manchester (1830), con una locomotiva che non superava la velocità di 20 km/h. La prima ferrovia tedesca fu invece aperta fra Norimberga e Fürth nel 1835. Intanto dalle prime rotaie di ghisa si giungeva a quelle di ferro e poi a quelle di acciaio; dalle prime, piccole locomotive che trainavano carri scoperti, usati sia per i viaggiatori sia per le merci, si passava a macchine più razionali e potenti che rimorchiavano ampie carrozze viaggiatori. In seguito si giunse all’accoppiamento degli assi della locomotiva, per ottenere la massima aderenza alle rotaie e rendere così possibile il rimorchio di treni più pesanti. Il progresso della f., peraltro, si intrecciava col diffondersi e consolidarsi della Rivoluzione industriale, dando anzi un impulso essenziale alla nuova ondata, nella seconda metà del 19° secolo. Inoltre, offrendo tariffe più vantaggiose delle diligenze, la f. aprì anche alle classi meno agiate la possibilità di viaggiare. Varie disposizioni intese a limitare i prezzi furono adottate dai governi: in Inghilterra i concessionari furono obbligati per legge a fare dei treni con tariffe non eccedenti un penny per miglio, i cosiddetti cheap trains («treni a buon mercato»). Nel 20° sec. lo sviluppo della f. continuò, intensificandosi ed estendendosi a quasi tutto il mondo. Negli anni Cinquanta cominciò la costruzione di carrozze unificate europee e nacquero i primi esperimenti coordinati tra le diverse linee ferroviarie nazionali, che culminarono nella costruzione dei treni TEE (Trans Europe Express). Dagli anni Ottanta, in molti Paesi industrializzati si ottenne un aumento notevole della velocità dei treni viaggiatori, con punte di oltre 320 km/h, per le quali si resero necessarie nuove linee ferroviarie, le cd. «linee ad alta velocità». Tra i primi treni della nuova generazione fu il TGV (Train à Grande Vitesse), entrato in esercizio sulla linea Parigi-Lione del 1981. Da allora in avanti l’alta velocità si è notevolmente sviluppata. Nel 1991 una direttiva CEE pose le basi per una riorganizzazione del sistema ferroviario europeo.

La ferrovia in Italia

In Italia il primo tronco di 8 km, da Napoli a Portici, fu inaugurato nel 1839, sotto il regno di Ferdinando II. Il carattere frammentario delle diverse piccole reti sorte in seguito nei vari Stati italiani rese più difficile l’unificazione della rete nazionale dopo la proclamazione del regno d’Italia (1860). All’epoca la rete ferroviaria italiana copriva 2035 km e solo il 18% era di proprietà dello Stato, mentre il resto apparteneva a una serie di società private. Una legge proposta dai ministri Jacini e Sella (1865) intervenne dunque a razionalizzare il sistema, affidando le reti principali a cinque società concessionarie. Nel 1878-80 lo Stato acquisì la Società per le ferrovie Alta Italia e le Strade ferrate romane, entrambe indebitate. Nel 1884-85 furono invece firmate convenzioni tra lo Stato e le rimanenti società private. Nel 1905 sorsero infine le Ferrovie dello Stato (FF.SS.). Intanto, dal punto di vista tecnico, si passava dalla trazione a vapore a quella elettrica. Nel 1928, sulla Benevento-Foggia, le Ferrovie dello Stato sperimentarono con successo il sistema a corrente continua a 3 kV con linea aerea monofilare. Nel 1930 si intraprese così un vasto programma di elettrificazione che portò nel 1940 la rete italiana elettrificata a raggiungere 600 km di linea. Accanto alla trazione elettrica si sviluppò la diesel, usata in particolare sulle linee secondarie. Nel secondo dopoguerra, lo sviluppo della rete ferroviaria italiana proseguì, sempre con un ruolo propulsivo delle FF.SS. Negli ultimi anni del 20° sec. anche in Italia si sono sviluppate le linee ad alta velocità. Dopo la tratta Firenze-Roma, che consentiva velocità fino a 300 km/h, nel 1996 fu avviata la costruzione della nuova linea Bologna-Firenze. Negli anni successivi la rete dell’alta velocità si è arricchita delle tratte Roma-Napoli (2005), Torino-Novara (2006), Milano-Bologna (2008). Nel dicembre 2009 è stata completata l’intera tratta Torino-Salerno. Il diffondersi dell’alta velocità ha provocato in alcuni territori proteste e conflitti legati al suo impatto ambientale. Intanto nel 2000, con la nascita della società Trenitalia (comunque sotto il controllo delle Ferrovie dello Stato), si portava a termine quel processo avviato nel 1991 con la trasformazione delle FF.SS. in società per azioni. Va infine crescendo il numero delle società private, per servizi collegati alla f. o per il trasporto locale.

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