CIANCIULLI, Ferdinando

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 25 (1981)

CIANCIULLI, Ferdinando

Michele Fatica

Nato a Montella (Avellino) il 16 maggio 1881 da Vincenzo, armaiolo, e da Giulia Marciano, di agiata famiglia di proprietari terrieri, fu avviato agli studi secondari prima in convitto a Napoli, quindi ad Avellino, infine in seminario a Benevento, dove si legò d'amicizia con alcuni intellettuali che facevano professione di socialismo e avevano subito all'origine l'influenza di P. Martignetti, traduttore e corrispondente di F. Engels. Tra i suoi maestri fu l'avvocato L. Basile, fondatore e direttore nella cittadina sannitica, nell'aprile del 1896, del periodico Il Lavoro, su cui il C. fece la prima esperienza di pubblicista politico.

Il socialismo del Basile si presentava come un pensiero abbastanza composito; la debole componente marx-engelsiana poggiava sopra un ampio sostrato di cultura positivistica, di cui l'antielericalismo, il massonismo e il bloccardismo filoradicale erano i connotati più appariscenti. Se il C. risentì sempre dì tale formazione, portò.in più nella sua adesione al socialismo un'ansia di riscatto delle zone più povere dei Mezzogiorno, e una partecipazione alle sofferenze dei lavoratori più umili dell'Irpinia. Ciò lo condurrà sulle posizioni della sinistra socialista, assai distanti quindi dagli approdi del suo maestro Basile all'ala riformista del partito socialistaprima (nel 1913) e al fascismo poi.

Nei confronti dei contadini poveri, degli artigiani, dei nuclei operai esistenti nella provincia di Avellino (zolfatari di Tufo e di Altavilla Irpina, pellettieri di Solofra), il C. concepiva il. socialismo come forza di aggregazione di energie latenti, capace di dare uno sbocco moderno - alle manifestazioni di ribellismo primitivo. Di qui il fervore quasi religioso con cui si dedicò all'attività di propagandista e di organizzatore socialista. Nel 1899 fu tra i fondatori della sezione socialista dì Avellino, dove, nel dicembre del 1901, tentò di dare vita ad un giornaletto popolare, Il Balilla, che ebbe però breve durata. Nel 1902, costretto dai genitori, che gli rimproveravano l'interruzione degli studi, a fare ritorno a Montella, vi fondò una sezione socialista e una lega di contadini e di artigiani, dando avvio, il 4 dic. 1904, alla pubblicazione del giornale Il Grido degli umili, che non ebbe quasi mai periodicità regolare e che dal n. 12 del 1909 trasformò la testata in Il Grido.

L'esame del periodico, negli anni tra il 1904 e il 1911, permette di raccogliere significative testimonianze sulla vita di certo sociali; smo meridionale, sulle sue difficoltà a strappare contadini e artigiani all'influenza dei notabilato liberale e del clero, sulla sua incapa, cità a combinare gli elementi della pratica e della propaganda localistica con i principi generali. Ne derivava un discorso quasi sempre squilibrato, che privilegiava la parte polemica e di denunzia contro il malcostume politico ed amministrativo delle classi dirigenti.

Temperamento irruento e passionale, il C. cercò sempre di condurre la lotta sul piano locale e su quello dei principi. La sua attività gli procurò una condanna a quattro mesi e quindici giorni di reclusione, inflittagli il 22 apr. 1909 dal tribunale di Sant'Angelo dei Lombardi Per il reato di incitamento alla disobbedienza delle leggi, e un'aggressione a bastonate, presumibilmente organizzata da avversari che aveva attaccato, la sera del 13 giugno 1911 (le testimonianze di solidarietà che gli pervennero furono raccolte nell'opuscolo Per la lotta, Avellino 1911).

Il C. aveva preso posizibne contro il militarismo sin. dal 1902 con l'opuscolo Militarismo e espansione coloniale (Benevento 1902), con motivazioni desunte dalla pubblicistica socialriformista (il militarismo come fonte di spese improduttive, e la "nazione armata" sul modello svizzero come al ternativa all'esercito permanente di leva) e meridionalistica (il militarismo come distrazione di fondi da destinare al Mezzogiorno). Accentuò in seguito questa posizione (sul tema dell'antimilitarismo fu relatore al I congresso dei socialisti delle province di Salerno e di Avellino, tenuto a Penta dal 5 al 6 giugno 1910) e venne accostandosi a quei gruppi, giovanili e non, per i quali un nuovo punto di riferimento era B. Mussolini, che pubblicò sul Grido dell'8-9 marzo 1911 un articolo dal titolo "Il pane e l'alfabeto". Scoppiato il conflitto italo-turco, il C. scrisse infiammati articoli contro la conquista della Tripofitania, inneggiando all'"internazionale proletaria", e partecipò al comizio di protesta contro la guerra tenuto a Napoli il 1° giugno 1912, Comizio al quale si deve far risalire la sua conoscenza ed amicizia con A. Bordiga.

Delegato della sezione di Montella al XIV congresso nazionale dei Partito socialista italiano (Ancona, 26-29 apr. 1914), ribadì duramente l'ostilità alla guerra di Libia, con l'avvertimento che le armi usate contro gli Arabi sarebbero state presto adoperate contro il proletariato italiano. A nome della Federazione giovanile socialista presentò l'ordine del giorno contro il militarismo che, se ripeteva motivi già da lui formulati, nelle proposte operative si apriva a suggerimenti e idee di recente sviluppate nella Sinistra italiana non solo socialista (servizio militare regionale, abolizione delle compagnie di disciplina, potenziamento dell'iniziativa "il soldo al soldato").

Scoppiata nel 1914 la guerra, il C. si dichiarò contrario alla partecipazione italiana, avvalendosi, per la propaganda antinterventista, anche di prese di posizione di concittadini montellesi emigrati negli Stati.Uniti, coi quali aveva stabilito rapporti e da cui riceveva sovvenzioni per Il Grido. Collegato sempre più strettamente a Bordiga, partecipò al I congresso regionale socialista. campano, convocato a Napoli il 6 dic. 1914, per elaborare azioni più incisive per la neutralità italiana. Fallito il tentativo, rimase fermo oppositore della partecipazione italiana; e un suo amico e collaboratore, G. Turi, assunse la segreteria della sezione napoletana del Partito socialista italiano quando Bordiga, nel marzo 1915, fu richiamato alle armi. Alla vigilia dell'intervento italiano il C., che aveva sempre coltivato ambizioni letterarie in rievocazioni dei martiri del libero pensiero (G. Bruno) e dei maestri della sua formazione culturale (Hugo, Zola, ecc.), diede alle stampe un dramma, Verso la vita (Avellino 1915), di cui in precedenza il prefetto di Avellino aveva proibito la rappresentazione.

Con un linguaggio acceso ed enfatico, entro la cornice dei fatti di Milano del 1898, amm bienta il dramma di un gruppo di personaggi borghesi che cercano di superare i condizionamenti ideali della loro classe di origine. Nella figura di Alba, giovane educata in un collegio di religiose che abbraccia il socialismo come una nuova fede, il C. adombra il suo stesso itinerario umano e politico. Il tono era violentemente anticlericale e antimilitarista; Bordiga scrisse la prefazione, con la data febbraio 1915 nella quale augurava "all'amico e compagno Cianciulli il successo pari al suo desiderio: quello di potere sempre maggiormente scuotere e Chiamare alle feconde battaglie il proletariato, ancor troppo incurante dei suoi destini, che popola queste nostre terre meridionali".

Richiamato alle armi dopo la dichiarazione di guerra italiana, il C. ritornò a Montella alla fine del marzo 1919, Ripresa con lena l'attività politica, poté raccogliere, nel clima di crisi generale del dopoguerra, i frutti di un lavoro di propaganda e di organizzazione quasi ventennale. Con le sezioni socialiste sorte ad Ariano, Solofra, Atripalda, Lacedonia riuscì, nel luglio 1920 - grazieanche alla collaborazione di V. Napoli, un ex prete di Solofra che aveva abbandonato la tonaca per dedicarsi al socialismo -, a costituire la Federazione socialista irpina, di cui Il Grido divenne l'organo a partire dal n. 8 del 1920. Precedentemente aveva partecipato al XVI congresso nazionale del Partito socialista italiano (Bologna, 5-8 ott. 1919) ove, pur manifestando scarsa fiducia nella partecipazione alle elezioni, si era dichiarato contrario all'astensionismo di Bordiga, per evitare la confluenza dei voti proletari sui candidati che avevano voluto la guerra. Di qui un certo risentimento di Bordiga verso il C., e il rifiuto ad intervenire all'inaugurazione della sede della Lega dei reduci proletari a Montella il 20giugno 1920. Dopo il congresso di Livomo il C. rimase nel Partito socialista italiano, giudicando la scissione una "piccola e momentanea divisione" (Il Grido, 12 febbr. 1921). Alle elezioni del 15 maggio 1921fu capolista socialista nel collegio Campobasso-Benevento, raccogliendo 779 voti di preferenza sui 4.872 ottenuti dalla lista.

Morì assassinato a Montella, nella notte tra il 22 e 23 febbr. 1922, per una fucilata sparata da mano rimasta ignota.

Tra gli scritti, oltre a quelli citati, si possono ricordare: Il martirio di G. Bruno, con prefazione di F. Bersanti, Avellino 1909; Garibaldi e i Mille, Salerno 1910; Primo maggio, ibid. 1910; Zola nell'arte e nella vita, Avellino 1910.

Fonti e bibl.: Roma, Arch. centr. dello Stato, Casell. polit. centr., busta 1322, fasc. 106.912; Ibid., Ministero dell'Interno, Direz. gen. di Pubblica Sicurezza, Affari gener. e riservati, serie F (1894-1931), busta 4, fasc. Avellino (questa fonte riporta la data di nascita del 4 apr. 1881); Resoconto stenografico del XIV Congr. naz. del Partito socialista ital. (Ancona, 26-29 apr. 1914), Città di Castello 1914, pp. 273 ss.; Resoconto stenografico del XVI Congr. naz. del Partito socialista ital. (Bologna, 5-8 ott. 1919), Roma 1920, pp. 137 s., 345. Per i suffragi raccolti nelle elez. del 15 maggio 1921, vedi Ministero dell'Economia Nazionale. Dir. gen. della Statistica, Statistica delle elezioni generali polit. per la XXVI legislatura (15 maggio 1921), Roma 1922, p. 27; per il processo contro i presunti mandanti ed esecutori dell'assassinio, vedi L'Eloquenza, XVI(1926), pp. 178-183 e 560-626. Vedi inoltre: G. Casati, Diz. degli scrittori d'Italia, Milano s.d., sub voce; T. Rovito. Letterati e giornalisti ital. contemp., Napoli 1922, sub voce (riporta la data di nascita al 1881); M. Fatica, Origini del fascismo e del comunismo a Napoli (1911-1915), Firenze 1971, ad Indicem; Il movimento operaio ital. Dizionario biografico, II, Roma 1976, sub voce.

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