FELIX

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1995)

FELIX

C. de Mérindol

Miniatore, verosimilmente di origine inglese, attivo a Corbie tra il 1160 ca. e il 1164.All'inizio del manoscritto dei Commentari compilati da Floro di Lione (Parigi, BN, lat. 11575-11576) - che si conclude con un colofone che menziona il committente, il sottopriore Richer dell'abbazia di Corbie, il copista Giovanni l'Orbo (o d'Amiens) e la data del 1164 - sono rappresentati in un'iniziale sia Richer, contraddistinto dal nome, sia il copista tonsurato, sia F., connotato dai propri strumenti, dall'iscrizione con il nome, dalla barba e i baffi e dagli abiti laicali che indossa: un mantello fermato sul petto, una veste lunga e aperta a livello delle ginocchia, un paio di brache (Mérindol, 1976).F. dipinse alcuni titoli e incipit di testi, nonché le iniziali semplici, decorate e istoriate, di altri due manoscritti (Parigi, BN, lat. 12199, lat. 12004). A favore della qualità di pittore professionista di questo artista sono da rilevare vari elementi: le sue conoscenze riguardo la preparazione e l'associazione dei colori, assai vicine alla trattatistica in materia, da precisare attraverso analisi di laboratorio; l'alta qualità dell'esecuzione; gli schemi adottati per realizzare pieghe e costumi e la resa dei volti che segue lo stesso procedimento, raggiungendo in qualche caso il virtuosismo; le sottigliezze della composizione, basata su schemi regolatori, rapporti di colori e relazioni tra i personaggi e gli sfondi; le ricerche dinamiche nel rapporto tra la decorazione e l'iniziale; infine la stupefacente capacità di adattamento, che ha reso difficile riconoscere la sua mano negli altri due manoscritti (Mérindol, 1976). Quest'ultima caratteristica si avverte, all'inizio del Commentarius in Psalmos di Gilberto Porretano (Parigi, BN, lat. 12004), nella sostituzione della tradizionale immagine del re Davide con la rappresentazione, consueta nei codici dell'abbazia, dell'offerta del manoscritto da parte del committente ai santi venerati a Corbie. Nell'iniziale dei Commentari compilati da Floro, F. associa questo tema e la raffigurazione dei due esecutori all'immagine di S. Paolo che raccomanda ai Romani la diaconessa Febe, sotto la benedizione di Cristo che tiene il globo.F. ebbe il merito di introdurre a Corbie (v.) una tecnica di rilegatura e l'uso dei richiami e quello di suscitare un clima creativo il cui segno più evidente è costituito dalla rigatura tracciata in inchiostro, applicata qui per la prima volta.Nell'arco di ca. venti anni, dal 1165 al 1183, tutti gli esecutori attivi nello scriptorium - in particolare il suo diretto discepolo, il c.d. pittore dei frontespizi, e il copista Giovanni, divenuto egli stesso illustratore -, all'interno e all'esterno dell'abbazia, applicarono più o meno proficuamente le tecniche di F., dando vita a una produzione di manoscritti unitaria. Il copista e illustratore Elia, di diversa formazione artistica, finì per interrompere definitivamente questa tradizione di bottega (Mérindol, 1976).

Bibl.: L. Delisle, Le cabinet des manuscrits de la Bibliothèque Impériale (Nationale), II, Paris 1874, p. 117; III, 1881, p. 290, tav. XXXVII, nrr. 3-4; F. de Mely, Les primitifs et leurs signatures, I, Les miniaturistes, Paris 1913, p. 140, figg. 19-20; L.W. Jones, The Scriptorium at Corbie: I. The Library, Speculum 22, 1947, pp. 191-204, 375-394; A. Boutemy, Un trésor injustment oublié: les manuscrits enluminés du Nord de la France (période pré-gothique), Scriptorium 3, 1949, pp. 110-122: 117; P. D'Ancona, F. Aeschlimann, s. v. Felix, in DMMR, 1949, p. 71, tav. XXXVI; A. Boutemy, De quelques enlumineurs de manuscrits de l'abbaye de Corbie dans la seconde moitié du XIIe siècle, Scriptorium 4, 1950, pp. 246-252, tav. 28c; Manuscrits à peintures du VIIe au XIIe siècles, a cura di J. Porcher, cat., Paris 1954, p. 60, n. 140; L'art roman, a cura di J. Porcher, cat. (Barcelona-Santiago de Compostela 1961), Barcelona 1961, p. 48, nr. 61; C. Samaran, R. Maréchal, Catalogue des manuscrits en écriture latine portant des indications de date, de lieu ou de copiste, III, Paris 1974, p. 243, tav. XXXI; C. de Mérindol, La production des livres peints à l'abbaye de Corbie au XIIe siècle. Etude historique et archéologique, Lille 1976, I, pp. 261-268, 291-295, 342-343, 445-448, 453, 461-478; II, pp. 824-828, 861-864, 882-885; III, tavv. 117-140; F. Avril, Les arts de la couleur, in F. Avril, X. Barral i Altet, D. Gaborit-Chopin, Le monde roman. 1060-1220, II, Les Royaumes d'Occident, Paris 1983, pp. 159-259: 196 (trad. it. Il mondo romanico. 1060-1220, II, I Regni d'Occidente, Milano 1984); C. de Mérindol, Les peintres de l'abbaye de Corbie au XIIe siècle, in Artistes, artisans et production artistique au Moyen Age, "Colloque international, Rennes, Haute-Bretagne 1983", a cura di X. Barral i Altet, I, Les hommes, Paris 1986, pp. 311-337, figg. 9, 13, 16; id., La topographie de Corbie d'après les textes, CahA 41, 1993, pp. 63-90 (con bibl.); id., Le manuscrit 56 de la Bibl. Sainte-Geneviève de Paris (in corso di stampa).C. de Mérindol