DAVID, Félicien-César

Enciclopedia Italiana (1931)

DAVID, Félicien-César


Compositore di musica, nato a Cademet (Valchiusa) il 13 maggio 1810, morto a Saint-Germainen-Laye il 29 agosto 1876. Giovinetto ancora, iniziò la sua pratica musicale quale cantore nella cattedrale di Aix. Nel 1829 ottenne le cariche di secondo maestro direttore d'orchestra nel teatro e di maestro di cappella presso la chiesa del Salvatore. Nel 1830, trasferitosi a Parigi, viene accolto benevolmente dal Cherubini e si iscrive ai corsi di composizione presso quel Conservatorio di musica, studiando armonia col Millot (e privatamente col Reber) e contrappunto e fuga col Fétis. Nel 1831 il D. è accolto tra i Sansimonisti e nel 1833 segue un gruppo di essi a Costantinopoli, in Siria e in Terra Santa. Ritornato, nel 1835, a Parigi, vi pubblica - con esito non troppo soddisfacente - una raccolta di Mélodies orientales. Dopo un periodo di laborioso raccoglimento, il D. riesce a concretare l'espressione musicale del suo esotismo in una vasta composizione vocale-orchestrale, di forma libera e d'intenzioni descrittive, intitolata Le désert (ode-sinfonia), nella quale si trovano i primi caratteri di quell'orientalismo cui molti autori ottocenteschi si ispireranno in seguito. Le composizioni posteriori, pur condotte con una certa dignità di lavoro, delusero le speranze esagerate che l'esecuzione (1844) del Désert aveva fatto nascere. Solo l'opera in quattro atti Herculanum (Parigi 1859), e un'altra: Lalla Roukh, in due atti (Parigi 1862), ebbero accoglienze buone. Nel 1869 fu conferita al D. la dignità accademica (in successione al Berlioz), oltre il posto di bibliotecario del Conservatorio di musica.

Composizioni: Si ricordano ancora le opere teatrali: La perle du Brésil (1851), Le Saphir (1865), i lavori vocali-orchestrali Moïse au Sinaï (1846), Cristophe Colomb (1847), l'Eden (1848), due sinfonie, due nonetti per fiati, 24 quintetti per archi, pagine varie per pianoforte e per canto.

TAG

Saint-germainen-laye

Costantinopoli

Orientalismo

Contrappunto

Terra santa