Ippòlito, Felice

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Scienziato e uomo politico italiano (Napoli 1915 - Roma 1997). Prof. di geologia all'univ. di Napoli (1948) e di Roma (1978), fu segretario generale dal 1952 al 1963 del Comitato nazionale per le ricerche nucleari, trasformatosi nel 1960 in Comitato nazionale per l'energia nucleare (CNEN). Sostenne l'uso dell'energia nucleare a scopi di pace, mirando a rendere l'Italia autonoma a livello energetico e promuovendo un programma pubblico per la costruzione di centrali nucleari. Nel 1964 venne travolto da un'inchiesta giudiziaria per presunte irregolarità amministrative al CNEN. Fu condannato a 11 anni di carcere, ma il presidente G. Saragat gli concesse la grazia dopo un anno di reclusione. Venne eletto membro del parlamento europeo (1979-1989) nelle file del PCI come indipendente. Tra i suoi scritti: L'Italia e l'energia nucleare (1960), Saggi di geologia e geologia economica (1978), Politica europea e politica dell'energia (1981), Un progetto incompiuto. La ricerca comune europea 1958-1988 (1989), Amici e maestri (1989). Si dedicò alla promozione della cultura scientifica, fu membro della Commissione grandi rischi della Protezione civile e vice presidente della Commissione scientifica nazionale per l'Antartide; a lui è stato intitolato il Museo nazionale dell'Antartide (Genova, Siena e Trieste) del quale fu il primo presidente. A suo nome sono assegnati ogni anno un Premio internazionale e un Premio di ricerca in scienze della terra.

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