ANERIO, Felice

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)

ANERIO, Felice

Liliana Pannella

Nacque a Roma, con tutta probabilità verso il 1560 secondo Fétis, Haberl, Cametti, Casimiri, o, secondo il Torri ed il Reese, con ipotesi molto meno attendibili, verso il 1564-65. Il padre Maurizio, musico di Castel Sant'Angelo, suonatore di trombone dal 1575 al 1582 nella chiesa di S. Luigi dei Francesi, fu molto probabilmente l'iniziatore all'arte musicale dei tre figli Felice, Bernardino e Giovanni Francesco. Si sa, infatti, che Felice, designato già come "musicus" in un atto notarile del 23 dic. 1568, venne allora affidato dal padre per sei anni al capitolo di S. Maria Maggiore per far parte della cappella musicale come putto cantore. Che egli prestissimo si dedicasse agli studi musicali ci viene confermato da Felice stesso nella dedica al papa Clemente VIII di una sua opera (Sacri Hymni et Cantica... sive Motecta musicis notis expressa et octonis vocibus canenda. Liber primus, Venetiis, apud Iacobum Vincentium, 1596), in cui tra l'altro così si esprime: "Musicam artem... ab ineunte quidem aetate secutus sum...". Nel 1573 si trovava ancora a far parte della cappella liberiana, sicché egli ebbe lì come maestro Gio. Maria Nanino, di cui spesso nelle sue opere si proclama alunno. Il 1 maggio 1575 venne accolto come soprano tra i putti cantori della cappella Giulia della basilica di S. Pietro, di cui Palestrina era allora maestro, ma il 10 genn. 1577 passò fra i contralti e vi rimase fino al marzo 1579. Poco dopo, il 24 dic. 1579, entrò come contralto nella cappella di S. Luigi dei Francesi, diretta allora dal Soriano. Vi rimase poco, però, giacché ne uscì il 16 maggio 1580. Si ignora quale incarico, certamente più importante, lo abbia spinto a lasciare questo posto; se è certo che nel 1581 e nel 1582 egli abitava ancora a Roma nella casa del padre insieme con i fratelli (il che risulta dallo stato delle anime della parrocchia di S. Giordano di quegli anni), ignote, tuttavia, permangono le sue mansioni fino al 1585, anno in cui si trova come maestro di cappella del collegio degli Inglesi retto dai gesuiti. Ciò si desume dal frontespizio di una sua opera, i Madrigali spirituali... a cinque voci... Nuovamente stampati e dati in luce. Libro primo..., Roma, Alessandro Gardano, 1585, che l'A. stesso considera (come si legge nella dedicatoria di questa opera del 15 apr. 1585 a Gio' A. Pinelli) "primi frutti, e però forse non ancora ben maturi dei mio ingegno...". Nel 1589 egli è anche maestro di cappella della "Vertuosa Compagnia de musici di Roma" (il primo nucleo di quella che sarebbe stata poi l'Accademia di S. Cecilia), organizzata sin dal 1584 e composta di 19 membri, di cui fecero parte il Palestrina, L. Marenzio, i due Nanino, R. Giovannelli, ecc. Ancora una volta ad erudire in merito è la dedicatoria, datata il 24 luglio 1589, di Felice stesso della raccolta Le Gioie, Madrigali a cinque voci di diversi ecc.mi musici della Compagnia di Roma. Novamente posti in luce. Libro Primo, in Venetia, Ricciardo Amadino 1589, che include anche tre sue composizioni (Pensando che volete; Quelle rose; Da questa pietra), indirizzata a Pietro Orsini, vescovo di Spoleto, alla cui protezione egli doveva l'essere stato eletto "indegno Maestro di Cappella di così degna Compagnia". La sua attività si esplicò anche nell'ambiente del duca Giovanni Angelo Altemps, per la cui cappella l'A. compose numerose opere chiesastiche, alcune delle quali, comprendenti mottetti, inni, salmi antifone, vennero messe in luce dal Proske e, trascritte in notazione moderna, furono da lui pubblicate nella raccolta Musica divina edita a Ratisbona dal Pustet. Ma la carica più importante che egli rivestì e tenne fino alla morte fu quella di compositore della cappella pontificia, chiamato a succedere in tale mansione al Palestrina il 3 aprile 1594.

Il diarista della cappella di quell'anno, Ippolito Gambocci da Gubbio, si sofferma a tratteggiare il modo singolare con cui venne conferita tale carica, in realtà, imposta dal potente cardinale Pietro Aldobrandini ai cantori che si trovarono obbligati a dover sottoscrivere tale elezione, pur essendovi tra di loro eccellenti compositori, quali Gio. M. Nanino, maestro stesso dell'A., e R. Giovannelli. Che tale incarico gli fosse stato affidato più che altro come un favore personale si rivela anche dalla riconoscenza che legò sempre l'A. al cardinale "che diede sempre l'essere alle cose sue", come si legge nella dedica dei suoi Madrigali a tre voci, novamente composti et dati in luce,Venetia, Giacomo Vincenti, 1598. Altra conferma a ciò si ha nel fatto che, alla morte dell'A., tale carica venne soppressa e conclude il Baini - che riporta il brano del Gambocci riguardante l'elezione - "il nostro collegio... in tutte le età, per opera di colleghi valentissimi compositori, ha saputo conservare a se stesso l'antica gloria di essere a qualunque uopo sufficientissimo".

Assieme al Soriano egli curò inoltre la "editio Medicaea" del Graduale romano del 1614, la cui revisione, affidata in precedenza al Palestrina ed allo Zoilo, era stata da questo abbandonata. Morì a Roma nella notte tra il 27 e il 28 sett. 1614 e le esequie vennero celebrate - come riferisce il contraltista Vincenzo De Grandis, puntatore in quell'anno della cappella pontificia - il 3 ottobre nella stessa chiesa di S. Maria dei Monti ove venne sepolto.

"Eccellente contrapuntista", come lo definì l'Adami l'A. fu, in realtà, un seguace, ma non per questo un pedissequo imitatore, della più pura tradizione palestriniana, tanto che alcune sue opere, come un Adoramus te Christe e uno Stabat mater a tre cori, vennero considerate per lungo tempo creazioni del Palestrina stesso. Assieme al fratello Gio. Francesco fu una delle personalità più rilevanti della scuola romana ed egli lasciò, scrive l'Adami, "molti madrigali e molte bell'opere nella nostra custodia che servono giornalmente". Il Baini narra le vicende di un suo Miserere, che venne eseguito nella cappella pontificia fino al 1744 alla fine delle funzioni dei mattutini delle tenebre il giovedì santo, alternato prima con quello di S. Naldini, poi, dal 168°, con un Miserere di A. Scarlatti.

Paragonate alle più grandi creazioni palestriniane, le composizioni chiesastiche dell'A. non raggiungono quella profondità che troviamo nel suo maestro, ma la penetrazione della sua musica sta, secondo il Torri, nella "umanizzazione del divino" e in questo senso egli raggiunge un intenso significato espressivo. Del resto, se, indubbiamente, fu seguace del Palestrina, tuttavia sentì anche l'influsso di quella rivoluzione del gusto musicale che si era venuta determinando nella seconda metà del '500 e che avrebbe condotto al nuovo stile monodico-armonico. Vincenzo Giustiniani pone l'A. accanto a C. Monteverdi e a Gio. Bernardino Nanino come esempio dei molti compositori che "senza uscire dal modo di comporre di Gesualdo da Venosa hanno atteso ad addolcire ed a affacilitare lo stile e modo di componere e particolarmente hanno fatto molt'opere da cantarsi nelle chiese, con diverse maniere e varie invenzioni a più cori, anche fino al numero di 12...". In effetti, ci si trova spesso di fronte alle ultime grandi costruzioni plurivocali, dove l'arte contrappuntistica delle sole voci è giunta al suo più alto grado di perfezione, ma in cui a tratti si sente, nel desiderio di raggiungere una "suavitas" sempre maggiore e una straordinaria purezza di stile, l'influsso della nuova tendenza monodica. Pur nel resistere dell'impalcatura plurivocale la melodia è spinta sovente, attraverso una tecnica prevalentemente ornofona, già consacrata nel madrigale profano e nelle canzonette, verso la voce superiore che domina le altre e tende a piegarsi alle più significative espressioni verbali, mentre il basso comincia a diventare il fondamento dell'edificio sonoro.

Ancora più avvicinantesi al nuovo stile monodico sono le composizioni dell'A. per voci e basso d'organo. Tra queste di particolare importanza sono le 27 composizioni laudistiche a 4, 6 e 8 voci con basso per organo, che occupano gran parte del ms. Vallicelliano Z 122-130 (contenente anche qualche composizione di Giovanni Francesco Ancrio, R. Giovannelli, Animuccia ed altre anonime), le quali non ci sembra siano state precedentemente elencate tra le opere dell'Anerio. Esse si rivelano di indubbio interesse nella storia della laude e permettono di poter includere senz'altro anche l'A. tra i musicisti gravitanti nell'orbita dell'oratorio filippino della Vallicella.

Poche sono le raccolte di musica profana dell'A., tuttavia molti suoi madrigali e canzonette si trovano sparsi nelle numerose raccolte di eccellentissimi autori,edite soprattutto da Alessandro Gardano, da R. Amadino, da P. Phalèse tra il 1585 ed il 1622, raccolte che riunivano il fior fiore delle composizioni madrigalistiche dell'epoca. Ma oggi non sembra che l'A. raggiunga nella musica profana l'alto livello artistico della sua produzione sacra, giacché vi si rivela non di rado artificioso, rispecchiando in essa un fittizio mondo pastorale, arcadico, di moda nella società aristocratica di quel tempo, ma poco rispondente al suo intimo sentire.

Opere a stampa, oltre quelle già ricordate: Canzonette a quattro voci... nuovamente composte et date in luce. Libro primo, Venetia, Vincenzi et Amadino compagni, 1586 (numerose ristampe: Venetia, Vincenti, 1588; Milano, Francesco e gl'heredi di Simon Tini, 1590; Venetia, Vincenti, 1592 e ibid. 1607; Anversa, P. Phalesio, 1610); Il primo libro de madrigali a cinque voci, novamente composti et dati in luce, Venetia, Giacomo Vincenzi, 1587 (vi è anche un madrigale a otto voci Se l'amor ...); Primo libro de madrigali a sei voci ... novamente composti et dati in luce,Venetia, Ricciardo Amadino, 1590 (ibid.... novamente stampati e posti in luce, Anversa, P. Phalesio, 1599); Concerti spirituali a quattro voci (due libri), Roma, Coattino, 1593; Sacri Hymni et cantica..., quinis, senis, octonisque vocibus concinenda. Liber secundus, Romae, apud H. Zanettum, 1602; Responsoria ad lectiones divini officii feriae quartae, quintae et sextae, sanctae hebdomadae..., Romae, apud Aloisium Zannettum, 1606.

Le numerose composizioni dell'A., che compaiono nelle raccolte stampate di musica sacra e profana, si trovano elencate nelle opere dello Haberl, del Vogel e nelle aggiunte al Vogel di A. Einstein. Ricordiamo tra queste: De Floridi Virtuosi d'Italia (madrigali a cinque voci, 2º e 3º libro), Venetia 1585 e 1586; Diletto spirituale (canzonette a 3 ed a 4 voci), Roma, Verovio, 1586, e ibidem rist. con intavolatura di cembalo e liuto, 1586 e 1592; Ghirlanda di Fioretti musicali (a 3 voci con intavolatura per cembalo e liuto), Roma, Verovio, 1589; Fiori musicali (1º e 2º libro a tre voci), Venetia, Vincenti, 1590 e 1598; Canzonette a quattro voci con intavolatura del cimbalo et del liuto. Libro primo, Roma, Verovio, 1591; Canzonette per cantar et sonar di liuto (a tre voci) libri 2º e 3º, Venetia, Vincenti, 1591; Nuova spoglia amorosa...(madrigali a 5 e a 6 voci), Venetia, Vincenti, 1593; Lodi della musica a 3 voci... Libro primo (con intavolatura di cembalo e liuto), Roma, Verovio, 1595; Paradiso musicale (madrigali e canzoni a 5 voci), Anversa, P. Phalesio, 1596; Sonetti novi di Fabio Petrozzi romano, sopra le ville di Frascati..., Roma, Gio' R. Robletti, 1609 (oltre alla composizione ad 8 voci dell'A. Sul Belveder dagli alti monti vi sono due sonetti in sua lode musicati da G. Cavaccio e da L. Meldert); Selectae cantiones... octonis vocibus concinendae a Fabio Costantino Romano editae, cum basso ad organum, Romae, Zannettus, 1614 e 1616; Litaniae B. Virginis quaternis, senis e octonis vocibus concinendae cum basso ad organum, Romae, apud Gio' B. Robletti, 1622.

Numerose musiche dell'A. si trovano mss. nelle biblioteche di Roma, Berlino, Vienna, ecc., elencate in gran parte dall'Eitner e dallo Haberl.

Bibl.: A. Adami, Osservazioni per ben regolare il coro dei cantori della cappella pontificia, Roma 1711, pp. 183-185; G. Baini, Memorie storico-critiche della vita e delle opere di G. Pierluigi da Palestrina, Roma 1828, I, pp. 244-245 e n. 350; II, pp. 28 e n. 463, 162 n. 568, 195 n. 578, 277-280 e n. 623, 339 n. 640, 343 n. 641; K. Proske, Musica divina sive Thesaurus concentuum selectissimorum... compositorum... harmonias quatuor vocum continens, I, Ratisbonae 1855, Liber Motettorum, pp. XXI-XXII, 139-143, 311-313, 351-357, 379-382, 385-390, 464-469, 519-519, 545-548; 111, ibid. 1859, Psalmodiam, Magnificat, Hymnodiam et Anthiphonas B. Mariae Virg. Complectens, pp. X, 126-150, 318-325, 347-356, 453-464, 502 505, 534-537; R. Eitner, Bibliographie der Musiksammelwerke des XVI und XVII Jahrhunderts, Berlin 1877, pp. 372-373; E. Vogel, Bibliothek der gedruckten weltlichen Vocalmusik Italiens. Aus den Jahren 1500-1700, I, Berlin 1892, pp. 16-18; G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1892, pp. 21, 32, 157, 170, 171, 338, 344. 348, 349, 352, 353, 368, 369; III, ibid. 1893, pp. 6, 20, 21, 30, 38, 42, 43, 193, 208; IV, ibid. 1905, p. 180; F. X. Haberl, F. A. Lebensgang und Werke nach archivalischen und bibliographischen Quellen, in Kirchenmusikalisches Jahrbuch, XVIII(1903), pp. 28-52 e 1-15; V. Giustinani, Discorso sopra la musica de' suoi tempi (1628), in A. Solerti, Le origini del melodramma, Torino 1903, pag. 101; P. Della Valle, Della musica dell'età nostra che non è punto inferiore, anzi è migliore di quella dell'età passata (1640), in A. Solerti, ibid.,p. 170; E. Celani, I cantori della cappella pontificia nei secoli XVI-XVII, in Riv. musicale ital., XIV(1907), p. 764; L. Torri, Nei parentali di F. A., e di Carlo Gesualdo, Principe di Venosa, in Riv. musicale ital., XXI (1914), pp. 493-501; A. Cametti, Nuovi contributi alle biografie di Maurizio e di Felice Anerio, in Riv. musicale ital., XXII(1915), pp. 122-132; R. Casimiri, Maurizio, Felice e Giov. Francesco Anerio. Nuovi documenti biografici, in Riv. musicale ital., XXVII(1920), pp. 602-610; A. Einstein, Bibliography of italian secular vocal music printed between the years 1500-1700 by E. Vogel (revised and enlarged by A. E.), in Notes, IV (dic. 1946-dic. 1947), pp. 54, 56, 206, 216, 303, 304, 311, 312; V (dic. 1947-dic. 1948), pp. 65, 66, 68, 69, 70, 72, 73, 74, 77, 78, 80, 83 ss., 89, 90, 95, 283, 289, 290, 297, 300, 301; A. Einstein, The italian Madrigal, Princeton N.J. 1949, I, pp. 240-241; II, pp. 548, 855, 856; C. Sartori, Bibliografia della musica strumentale italiana, Firenze 1952, pp. 54, 55, 85, 622; G. Reese, Music in the Renaissance, London 1954, pp. 426, 483-484, 825; G. De Angelis, I fratelli Anerio, in S. Cecilia, agosto 1956, pp. 13-14; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, pp. 146-147; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 155; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, I, coll. 470-474.

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