FEDERICO V re di Danimarca e di Norvegia

Enciclopedia Italiana (1932)

FEDERICO V re di Danimarca e di Norvegia

Aage Frasmer Blomberg

Figlio del re Cristiano VI e di Sofia Maddalena di Brandeburgo-Culmbach, nacque nel 1723, morì nel 1766. Fu educato con un indirizzo nettamente tedesco e pietistico; ma in realtà egli era contrario con tutto il cuore alla bigotteria dei suoi genitori, ed era veramente danese, talché alla sua assunzione al trono (1746) mutò parecchio. Si pose anche in relazione più stretta col popolo che non suo padre. Come uomo di stato, tuttavia, non era di grande levatura; si occupò ben poco del governo, che affidò ad alcuni ministri capaci, sostenuti da lui molto lealmente.

Il suo regno fu un periodo di pace per eccellenza. La politica estera veniva diretta con eccezionale abilità dal conte Bernstorff, il quale, per far fronte al pericolo russo, cercò l'appoggio della Francia e dell'Inghilterra. Quando salì al trono di Russia nel 1762 Pietro III, questo pericolo divenne incalzante e solo la morte di F., che seguì presto, impedì lo scoppio della guerra. Nell'interno il paese soffrì del cattivo stato delle finanze, per le eccessive spese di corte e per gli armamenti richiesti dalla precaria situazione estera. Ma non per questo F. divenne meno popolare.

Subito dopo l'assunzione al trono di F. fu aperto il teatro; per le arti figurative fu fondata l'Accademia delle Arti, e il grande poeta Klopstock ottenne una sovvenzione. A Copenaghen furono costruiti molti nuovi edifizî, che abbellirono grandemente la città; così, per es., la Marmorkirken (la chiesa di marmo) e il quartiere dell'Amalienborg. Il commercio e l'industria furono sostenuti nel senso mercantilistico; furono fondate grandi compagnie di commercio, dotate di notevoli privilegi. Per migliorare le misere condizioni dei contadini furono progettate grandi riforme agrarie, che suscitarono grandi discussioni sui giornali, quando F. concesse la libertà di stampa per le questioni sociali.

Ma, debole di carattere, deluse le speranze che aveva suscitato. La sua allegria degenerò in eccessi dopo l'assunzione al trono. Invano l'amico A. G. Moltke cercò di trattenerlo. Le bevande alcooliche e la vita dissoluta scossero la sua costituzione delicata e all'età di 43 anni egli morì d'idropisia.

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