DELPINO, Federico

Enciclopedia Italiana (1931)

DELPINO, Federico

Fabrizio Cortesi

Botanico, nato a Chiavari il 17 dicembre 1833, morto a Napoli il 14 maggio 1905. Dopo essersi per breve tempo dedicato agli studî matematici si rivolse decisamente alla botanica e, quando si trasferì a Firenze, trovò l'ambiente più favorevole per i suoi studi nel Museo botanico di quella città, diretto da Filippo Parlatore. Nominato professore di botanica nell'istituto forestale di Vallombrosa (1871), la sua fama crebbe rapidamente anche all'estero per merito specialmente di F. Hildebrandt. Nel 1876 il D. passò alla cattedra di botanica dell'università di Genova, poi a quella di Bologna (1884), infine (1893) a quella di Napoli, dove trascorse il resto della sua vita.

Il primo scritto del D. (Relazione sull'apparecchio della fecondazione delle Asclepiadee, in Gazzetta medica, Torino 1865), per quanto dovuto all'influenza degli studî di Darwin sulla fecondazione delle orchidee, è ispirato alla ferma fede che il D. aveva nelle cause finali in natura. Questo suo convincimento egli sviluppò maggiormente nei Pensieri sulla biologia vegetale (Pisa 1867), opera veramente fondamentale nella storia della biologia moderna. Però, pur accettando la dottrina della variabilità della specie con criterio polifiletico, egli si mostrò sempre avversario del darwinismo e specialmente degli ultradarwiniani materialisti come Häckel. Il Darwin riconobbe in lui un illustre avversario e scrisse in una nota del suo libro Variazioni ecc., a proposito delle critiche suscitate dalla teoria della pangenesi "la migliore memoria che senza dubbio sia pervenuta a mia conoscenza è quella del professore Delpino intitolata Sulla darwiniana teoria della pangenesi (1869). Il prof. Delpino respinge l'ipotesi da me espressa ed io ho tratto grande profitto delle critiche da lui fatte su tale argomento". Sta di fatto che al D. spetta il merito di aver instaurato e fondato la biologia vegetale. Specialmente nei suoi lavori: Sugli apparecchi della fecondazione nelle piante antocarpee (Firenze 1867) e Ulteriori osservazioni sulla dicogamia nel regno vegetale (Milano 1868-1877, voll. 2) egli chiaramente espone il suo concetto biologico del fiore ed esplica il mecenatismo dell'impollinazione e della fecondazione, oramai definitivamente acquisito alla scienza. Opera sua importantissima è la Teoria generale della fillotassi (Genova 1883), in cui determina le cause e le leggi che governano la disposizione delle foglie, ne riconosce le cause vitalistiche e meccaniche; a quest'opera fecero seguito gli Studi fillotassici (Genova 1895). Altra sua grande benemerenza nel campo biologico ci è fornita dagli studî sui rapporti esistenti fra talune piante ed alcune specie di formiche (Funzione mirmecofila nel regno vegetale, Bologna 1886-89). Si dedicò inoltre alle ricerche sulla classificazione dei vegetali, basata su criterî biologici (Applicazione di nuovi criteri per la classificazione delle piante, Bologna 1888-1905); né trascurò gli studî di geografia botanica (Studi di geografia botanica secondo un nuovo indirizzo, Bologna 1898).

Bibl.: Onoranze a F. D., Palermo 1904; A. Borzí, F. D., Firenze 1905; F. Cavara, F. D., in Annuario Univ. di Napoli (1905-06), pp. 467-74; F. Morini, in Rend. Acc. Scienze dell'Istit. di Bologna, n. s., IX (1904-05), pp. 113-145 (con la completa bibliogr. delle opere).

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