FEDERATI

Enciclopedia Italiana (1932)

FEDERATI

Carlo Morandi

Associazione segreta che ebbe parte cospicua nella preparazione dei moti piemontesi del 1821. La sua origine va ricercata nell'ordinamento e nella concentrazione delle sette che si operò in Italia nel 1818, sotto la direzione dei Sublimi Maestri Perfetti. Col nome di federati furono unificate le file dei settarî piemontesi e lombardi, coordinandole ai fini di una prossima azione, pur senza annullare i singoli organismi esistenti. Infatti, il Confalonieri ammise, nei suoi costituti, che in Lombardia v'erano accanto ai federati, i carbonari, e ch' egli fece propaganda per gli uni e per gli altri. Il Cusani (Storia di Milano, VIII, 5,33) afferma che federati e carbonari ebbero intenti opposti; è invece da ritenere che le due società perseguissero fini diversi, ma integrantisi a vicenda, e che anche i federati, attraverso la più ampia fratellanza carbonara, dipendessero dal comitato direttivo di Ginevra. La struttura della Federazione fu di tipo militare: quattro affiliati formavano un'unità retta da un capitano; dieci capitani ubbidivano a un comandante di distretto. Contrariamente a quanto altri sostengono, si deve ritenere che anche la Federazione fu una setta, avendone parecchi caratteri: il giuramento, la gerarchia, il segreto. Ma fu priva di riti e di simboli: venne quindi concepita con un programma più ampio, come associazione con vaste possibilità d'intesa e di propaganda. In ciò la Federazione attesta già il tramonto delle sette di tipo muratoriano, e prelude alla Giovine Italia. Ciò spiega perché lo Strassoldo, scrivendo al Metternich, nel'21, affermasse che a Milano tutti coloro che nutrivano idee liberali erano federati. La Federazione era detta italiana, aveva cioè carattere e fini nazionali. Il Confalonieri, nei suoi costituti, cercò di limitarne gli scopi, dichiarandola regionale e mirante a trasformare gli stati dispotici in stati a sovranità popolare. Ma il Pallavicino ammise che la società mirava all'indipendenza della penisola dallo straniero e all'unione di tutti gli stati italiani. E un proclama del 13 marzo 1821 così esprimeva gl'ideali della Federazione: "sottrarre l'Italia tutta al predominio straniero che ci danna alla politica nullità e vincolare con legami costituzionali i principi italiani e i loro popoli". Tale scopo risulta anche da talune formule di giuramento che possediamo; le quali però, in un primo tempo, diversificano, perché le une propugnano il raggiungimento della costituzione francese, le altre della spagnola.

Il contrasto non era soltanto formale, ma rispecchiava i due ceti che costituivano la massa dei federati: il patriziato, fautore di una costituzione a tipo francese, e la borghesia, favorevole alla costituzione spagnola. Il prevalere di questa indica il sopravvento avuto dal medio ceto sugli aristocratici che, in origine, furono quasi soli a dirigere il moto dei federati piemontesi e lombardi. Tra questi ultimi sono da ricordare il conte F. Confalonieri e G. Pecchio, organizzatori attivissimi e agenti di collegamento fra Milano e Torino. Nella preparazione dei moti del'21, ebbero una parte eminente anche l'avvocato Costantino Mantovani e il cavaliere Pisani-Dossi di Pavia, che sollecitarono l'occupazione della Lombardia da parte dei Piemontesi. L'accordo prevedeva la proclamazione dell'unione di Milano e di Torino, non appena l'Austria fosse stata cacciata.

La polizia austriaca conobbe per tempo l'esistenza dell'associazione; ma solo dopo il fallimento dei moti chiese e ottenne dal Piemonte notizia sull'attività svolta dai federati iombardi a Torino e, soprattutto, a Genova nel '20 e nel '21, ricavandone materiale per i noti processi. Gli elementi più attivi della società affluirono poi alla corrente liberale-moderata o alla Giovine Italia; ma il sorgere della Federazione Italiana aveva già segnato un primo notevole sforzo per uscire dalle chiuse forme delle sette segrete.

Come fonti sono utili le Memorie del Confalonieri e il Carteggio dello stesso Confalonieri pubblicato a cura di G. Gallavresi (Milano 1911-1913). Inoltre: Bianco di S. Jorioz, Della guerra nazionale d'insurrezione per bande, Italia 1830.

Bibl.: O. Dito, Massoneria, carboneria ed altre società segrete nella storia del Risorg. ital., Torino 1905; A. Bersano, Adelfi, Federati e Carbonari, in Atti Acc. Scienze, Torino 1910; C. Bornate, Federati lombardi a Genova nel marzo-aprile 1821, in La Liguria nel Risorg., Notizie e documenti, Genova 1925.

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