FECUNDITAS

Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)

FECUNDITAS (Fecunditas Augusta o Augustae)

A. Comotti

Personificazione della fecondità.

Fu introdotta nella religione ufficiale nel 63 d. C., quando il Senato, per volere di Poppea Sabina, le decretò un tempio (Tac., Ann., xv, 232). È rappresentata sulle monete delle imperatrici romane da Faustina Maggiore in poi, ora stante, con lo scettro in una mano e un bimbo in braccio, secondo il tipo della Eirene e Ploutos di Kephisodotos e della Venus Felix, quale appare su monete di Mamea e Salonina; ora seduta o stante, con uno o due bimbi tra le braccia (talvolta uno di essi sta poppando) e attorniata da altri bambini; oppure con il corno dell'abbondanza nel braccio e con la mano stesa sopra un bimbo in piedi vicino a lei; ora infine seduta, con un ramo (o un fiore) e lo scettro nelle mani e con due bimbi ai lati. Su monete di Giulia Domna F. è rappresentata in figura di Tellus giacente, con la destra su un globo stellato sul quale si muovono quattro bambini, simbolo delle stagioni, e con un grappolo d'uva nella sinistra. Con un significato diverso F. appare su monete di Barbia Orbiana e di Otacilia con la leggenda Fecunditas Temporum. Qui F. equivale a Felicitas e rappresenta la prosperità in generale.

Monumenti considerati. - H. Mattingly-E. A. Sydenham, The Roman Imperial Coinage, Londra 1923-38, v. indici tipologici. Per F. come Tellus: H. Mattingly-E. A. Sydenham, op. cit., iv, parte i, p. 167, n. 549; cfr. anche p. 208, n. 852 e p. 210, n. 872.

Bibl.: R. Peter, in Roscher, I, c. 1471 s.; G. Wissowa, in Pauly-Wissowa, VI, c. 2098, s. v.; J. A. Hild, in Dict. Ant., II, p. 1030 s.