Verànzio, Fausto

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Scienziato e letterato (Sebenico 1551 - Venezia 1617), nipote di Antonio; una delle menti più eclettiche del suo secolo. Trascorse la giovinezza presso lo zio Antonio, che lo avviò agli studî. Chiamato a Praga da Rodolfo II presso la Cancelleria della corte, ebbe poi altri incarichi; quindi, divenuto sacerdote, divenne (1594) vescovo in partibus di Csanád, stabilendosi poco dopo a Venezia, dove (1595) pubblicò l'opera Machinae novae che gli diede grande fama nel campo della meccanica. Del 1610 è il Dictionarium quinque nobilissimarum Europae linguarum: Latinae, Italicae, Germanicae, Dalmaticae et Ungaricae, uno dei primi del genere. Scrisse anche studî di filosofia e teologia e una storia d'Ungheria.

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