Falisci

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Popolo dell’Etruria meridionale, fra i Monti Cimini e il Tevere, assoggettato da Roma nel 3° sec. a.C. Loro città capoluogo era Falerii, corrispondente alla moderna Civita Castellana. Esisteva già nella prima età del Ferro (9° sec.). Collegata con Fidene, nel 437-36 a.C. era in lotta contro Roma; nel 395 sarebbe stata distrutta da Camillo. Nel 293 prese parte alla sollevazione etrusca contro Roma; nel 241 si ribellò, fu distrutta e i suoi abitanti furono deportati in un vicino sito pianeggiante ( Falerii Novi).

Sul piano culturale, i F. subirono l’influsso determinante di Etruschi e Latini. La lingua falisca, nota da iscrizioni, è un dialetto latino influenzato dall’etrusco. Il popolamento di età storica sembra organizzarsi lungo il corso del Treja, in piccoli e medi abitati dipendenti da Falerii. Dalla prima metà dell’8° sec. a.C. si distinguono altri centri di limitata estensione (Nepi, Corchiano, Vignanello). Il riferimento alla cultura etrusca-tiberina appare costante nelle prime tombe a incinerazione, poi sviluppate nel tipo a inumazione a fossa con loculo (7°-6° sec., tombe a camera, con arredi e decorazioni interne in tufo). Improntata a modelli etrusco-meridionali è anche la morfologia vascolare locale da mensa, in impasto lucido rossastro decorato a graffito, con motivi sia geometrici, sia derivati dalla cultura figurativa orientalizzante, ma rielaborati con un peculiare stile fantastico. A partire dal 5° sec. si sviluppa una tradizione coroplastica finalizzata alle decorazioni templari (Falerii e Narce). Nel 4° sec. avviene la ricostruzione di grandi fabbriche templari (Falerii), caratterizzate da una decorazione di grande finezza, derivata da esperienze volsiniesi, poi di tipo ellenistico, e infine allineate con Roma. Alla fine del 4° sec. si sviluppa la produzione di vasi a figure rosse di grande prestigio detta appunto ‘falisca’, derivata dalla ceramografia attica esportata a Roma e nei centri tirrenici.

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