EX-LIBRIS

Enciclopedia Italiana (1932)

EX-LIBRIS (lat. "dai libri [di.. .]"; fr. ex-libris, marque de possession; sp. ex-libris; ted. Ex-libris, Bücherzeichen; ingl. ex-libris, book-plate)

Giannetto AVANZI

Locuzione bibliografica che indica genericamente un contrassegno (timbro, vignetta, sigillo, cartellino a stampa, carta da visita, scrittura, ecc.), usato a comprovare la proprieta di un libro. L'uso è remotissimo; si ha notizia di affermazioni di proprietà fatte su codici antichi e poste nei fogli di guardia o in fine, con motti e diciture spesso assai curiose o feroci contro coloro che perdevano o non restituivano il libro; talvolta le diciture non portano nome, e hanno carattere di avvertimento generale.

Dopo l'invenzione della stampa, l'uso degli ex-libris manoscritti si ritrova in non pochi incunabuli, ma fu gradatamente abbandonato; all'indicazione di proprietà si volle dare un maggior decoro, e furono adottati dei foglietti, recanti stampato o inciso il nome del possessore, il suo stemma, o un'impresa, o figura allegorica, spesso accompagnati da un motto; questi foglietti venivano incollati di solito nell'interno del piatto anteriore della legatura. L'ex-libris moderno va ricollegato a questa forma tipica, ed è costituito da una vignetta, che reca le parole "ex libris" e il nome del proprietario, impressa a parte e unita al libro posseduto per stabilirne la proprietà.

Il più antico ex-libris sembra esser quello di Hans Igler (Johannes Knabensberg), cappellano della famiglia bavarese von Schoenstett, impresso, a giudizio di W. L. Schreiber (Manuel de l'amateur de la gravure sur bois, Berlino 1892, II), circa gli anni dal 1470 al 1480: è un'incisione in legno, e rappresenta un riccio collocato di profilo con un fiore in bocca, sormontato da una banderuola, con l'iscrizione: Hanns Igler das dich ein Igel kuss; gli esemplari conosciuti sono rozzamente coloriti a mano. Tedesco è anche il più antico ex-libris con data (1516), appartenuto a Hieronimus Ebner e inciso in legno da A. Dürer. È certo che in Germania l'uso dell'ex-libris stampato fiorì prima che in altri paesi, e al suo sviluppo artistico contribuirono tra gli altri incisori famosi quali A. Dürer, L. Cranach, H. Holbein.

In Italia quest'uso apparve nel Cinquecento, e si diffuse poi largamente nel secolo seguente. I primi ex-libris italiani sono considerati quelli di monsignor Cesare dei conti Gambara, vescovo di Tortona (1548) e l'altro del giureconsulto pistoiese Niccolò Pilli, del 1559 circa, entrambi incisi in legno, mentre è inciso in rame il bell'ex-libris di Iacopo Contarini, del 1560 circa, apposto a ciascun volume della raccolta da lui donata alla biblioteca di S. Marco in Venezia. Un ex-libris di Lodovico Romano reca la data del 1575 ed è l'unico noto di quel secolo con data certa.

Nel sec. XVII prevalgono gli ex-libris monastici, rozzi, e, spesso, semplicemente tipografici, ma di non comune importanza per ricerche sulla storia e sulle raccolte delle antiche biblioteche. Parte notevole hanno pure gli ex-libris araldici con cui famiglie patrizie, ecclesiastici, nobili, biblioteche ("detti anche ex-bibliotheca") contrassegnavano i volumi delle loro raccolte; recano generalmente lo stemma gentilizio, o anche il ritratto del titolare col nome (talvolta omesso) e un motto; questa forma di exlibris si mantenne costante fino agl'inizî del sec. XIX, né è abbandonta.

Al sec. XVII appartengono due rari ex-libris italiani incisi in rame, con data: il primo, del 1601, appartenne a G. B. Ferretti anconetano. Il secondo è anonimo e intitolato dal motto "Pasco mia mente di sì nobil cibo" e datato 1622.

Nel secolo XVIII, l'ex-libris è ancora prevalentemente araldico e l'uso ne diventa, si può dire, comune. Ma l'aspirazione a possedere questo contrassegno di distinzione, non tanto per amore al libro quanto per vanità personale, porto a creare, tutta una serie di ex-libris stravaganti e pretensiosi. Anche le vicende politiche ebbero notevole influsso sulla forma grafica dell'ex-libris, specialmente agl'inizî del sec. XIX. Quale mezzo tecnico d'esecuzione, abbandonata assai presto la silografia come arte rozza, fu usata per tutto il sec. XVII e nel XVIII l'incisione in rame che diede pregevolissimi ex-libris affidati a incisori di fama come F. Rosaspina, P. Fontana, R. Morghen, F. Bartolozzi. Nei primi tempi del sec. XIX la litografia parve imprimere un nuovo impulso a questa forma d'arte, mentre ne segnò poi presto la decadenza.

Dal sec. XVIII biblioteche e nobili usarono far eseguire stemmi e motti sui piatti del libro con appositi strumenti detti "ferri a dorare" per maggior ornamento delle legature; questo modo d'indicare la proprietà del libro è detta superlibros.

La ripresa dell'ex-libris e la sua larghissima diffusione dal 1900 in avanti va collegata con l'aumentato numero dei bibliofili e in Italia e Germania con la rinascita dell'incisione in legno. In Francia, Inghilterra e America prevalse l'incisione in rame. Le forme araldiche furono poi quasi completamente trascurate e l'ex-libris vuole oggi principalmente indicare piuttosto la particolarità delle collezioni di libri e le speciali inclinazioni del raccoglitore. Anche in questo campo subentrò la mania, e si conoscono persone che senza possedere libri o avendone assai pochi fecero disegnare e incidere col loro nome una grande varietà di ex-libris; ed è principalmente fra questi pseudo-bibliofili che sorsero in un primo tempo i collezionisti riuniti poi in società; queste, oggi, hanno lo scopo di diffondere l'uso dell'ex-libris con intendimento d'arte, pubblicando riviste speciali, monografie e promovendo esposizioni nazionali e internazionali.

Nel 1891 fu fondata l'Ex-libris Society a Londra, prima in ordine di tempo; pure alla fine del 1891 sorse l'Ex-Libris-Verein a Berlino; nel 1893 la Société française des collectionneurs d'ex-liobris a Parigi e verso la fine del secolo l'American Book-plate Society a Washington, per non ricordare che le principali. Un'Associazione italiana fra amatori di ex-libris sorse nel 1912 a Torino, ma ebbe vita brevissima.

Fra le collezioni italiane si ricordano quella di Achille Bertarelli (Milano), legata al comune di Milano, ricca di esemplari antichi e rari; di Jacopo Gelli (Livorno) con oltre 12.000 esemplari, di cui 5500 circa italiani; quella della marchesa Luisa di Soragna (Milano); quella del conte L. R. Rati Opizzoni di Torre (Torino), con circa 25.000 esemplari. La maggior collezione esistente si ritiene sia quella raccolta da Sir Frank Vollaston e da lui legata al British Museum, con circa 100.000 esemplari.

V. tavv. CV e CVI.

Bibl.: Vastissima è la bibliografia sugli ex-libris; manca tuttora un repertorio internazionale delle pubblicazioni, ed esistono soltanto contributi bibliografici parziali; vanno ricordati fra questi: E. Budan, Saggio di bibl. degli ex-libris, Genova 1903, 2ª ed., Lipsia 1906; A. A. Vorsterman v. Oyen, Bibl. des ouvrages... sur les ex-libris, Arnhem 1910; G. W. Fuller, A bibl. of Book-plate literature, Spokane (Washington) 1926. Per l'Italia in particolare: Bibl. italiana degli ex-libris, in Catalogo d. Mostra Naz. di ex-libris, Firenze 1928, pp. 21-31. Ricche bibliografie si trovano pure in: H. Jardère, Notices histor. et critiques sur les ex-libris français, Parigi 1893-95 e in C. D. Allen, american book-plates, Londra 1895. Vedi inoltre: A. Poulet-Malassis, Les ex-libris français depuis leur origine jasqu'à nos jours, Parigi 1875; A. Bertarelli, Gli ex-libris, Milano 1897; A. Berterelli e H. Prior, Gli ex-libris italiani, Milano 1902; W. v. Zur Westen, Ex-libris, 3ª ed., Bielefeld 1925; B. Linnig, Bibliothèques et ex-libris d'amateurs belges, Parigi 1906; L. Battistelli, Gli ex-libris italiani antichi, in La lettura, VI (1906), pp. 299-306; E. Pasquinelli, Gli ex-libris, Lucca 1909; R. E. Sangermano, Gli ex-libris, Torino 1910; L'Eroica e Comune di Levanto, Mostra xilografica, La Spezia 1912; L. A. Rati Opizzoni, Fälschungen alter italienischen Ex-libris, Berlino 1914; Almanach de l'ex-libriste, Parigi 1921-22; R. Braungart, Das moderne deutsche Ex-libris, Monaco 1922; A. Moroni, Ex-libris, Bologna 1922; Catalogo della mostra naz. di ex-libris, Firenze 1928; J. Gelli, 3500 ex-libris italiani, Milano 1908, 2ª ed. col titolo: Gli ex-libris italiani, Milano 1930; C. Ratta, L'ex-libris italiano moderno, serie 1ª - 5ª, Bologna 1930.

Riviste principali: Ex-libris Journal, Londra 1891 segg.; Zeitschrift für Bücherzeichen, Bibliothekenkunde und Gelehrtengeschichte, Berlino 1891 segg.; Archives de la Société française des collectionneurs d'ex-libris, Parigi 1893 segg.; Rivista ibérica de ex-libris, Barcellona 1903-1907; Journal of the American Book-plate Society Ex-libris, Washington 1896 segg.; Zeitschr. f. Ex-libris-Sammler u. Bücherkunde, Zurigo 1904 segg.; Österreichische Ex-libris Gesellschaft, Vienna 1903-1920; L'ex-libris. Revue Internationale, Parigi 1930 segg. In Italia due riviste cessarono dopo i primi numeri; notevoli studî su ex-libris araldici o speciali pubblica saltuaramente la Rivista araldica, Roma 1903 segg.

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