DESCHAMPS, Eustache

Enciclopedia Italiana (1931)

DESCHAMPS, Eustache

Luigi Foscolo Benedetto

Poeta, nato verso il 1345 a Vertus (Marne). Il nome gli venne da una casetta di campagna, Les champs, ch'egli possedeva alle porte della sua città natale. Ebbe anche il soprannome di Morel, o Maure, per la sua carnagione scura. Pare fosse nipote del poeta Guillaume de Machaut. Comunque, lo ebbe negli anni giovanili a guida e a maestro: alla morte di lui cercò di ereditarne l'ispiratrice, la celebre Péronne d'Armentières, cui si profferse invano come "leale amico". Solo nel 1389 è qualificato in atti ufficiali come "nobiluomo", quando già aveva ottenuta la signoria di Barbonval, ed è probabile appartenesse soltanto a una buona famiglia borghese. La creazione della contea di Vertus per il marito d' Isabella di Francia, Gian Galeazzo Visconti, fu forse la causa prima della sua lunga e brillante carriera alla corte. Nel 1360 accompagna già la contessa di Vertus in Lombardia. Lo vediamo quindi sotto la protezione di Filippo, duca di Orléans, e di Bianca di Francia. Nel 1368 entra al servizio della lignee royale. I suoi versi e i documenti archivistici ce lo mostrano via via messaggero del re (1372), huissier d'armes di Carlo V e poi di Carlo VI, custode e governatore della torre di Fismes, "scudiere di scuderia" del duca di Touraine e poi della duchessa Valentina, maître d'hôtel del duca d'Orléans (1392). Gli studî fatti a Orléans e una certa cultura legale lo mettono in grado di occupare dei posti importanti nella burocrazia regia: da Filippo d'Orleans è nominato bailli di Valois (verso il 1373) e maître des forêts di Rest (Villers-Cotterets); nel 1393 è maître des eaux et forêts per Luigi d'Orléans nei suoi possessi di Champagne e di Brie, e a partire dal 1389 è bailli di Senlis. È impiegato dal re e dai duchi in missioni varie: tra l'ottobre 1384 e il febbraio 1385 in Ungheria; nel 1397 in Boemia, presso Venceslao, forse per preparare la sua venuta in Francia. Benché di spiriti poco guerreschi, ha al suo attivo tre campagne di Fiandra: nel novembre 1382 è alla battaglia di Roosebeke, e la sua Chanson royale sull'avvenimento è un prezioso documento storico; nel 1385 è all'assedio di Damme; e fa parte della spedizione dell'Écluse contro l'Inghilterra (1386). È mescolato a tutti i principali avvenimenti di corte della seconda metà del Trecento; in rapporto, o di servitù o di amicizia, coi più cospicui personaggi del tempo. Degni di nota la sua ardente devozione alla memoria dell'amico Du Guesclin di cui favorì coi suoi versi l'apoteosi leggendaria, la sua rispettosa ammirazione per Carlo V di Francia, il vivo e coraggioso attaccamento per Valentina Visconti di cui difende la "lealtà" nell'ora degl'ingiuriosi sospetti e delle odiose persecuzioni. Cortigiano abbastanza abile, rimasto in piedi in momenti particolarmente difficili, vide scemare a poco a poco il suo ascendente alla corte, per le assenze cui l'obbligavano le sue cariche e per la crescente amarezza con cui si abbandonava ai suoi sfoghi satirici contro tutto e contro tutti: nel 1395 perdette il posto di huissier d'armes; nel 1404 quello di bailli. Morì alla fine del 1404 o al principio del 1405.

Della copiosissima produzione poetica del D. una parte non piccola rientra nella sua attività cortigiana: poetici omaggi, frivole galanterie, giuochi metrici. Sono frequenti le poesie d'occasione che hanno un semplice valore personale e diaristico. Di qualche interesse storico nel loro complesso, anche se la mediocrità dei concetti e l'assenza di poesia finiscano con l'ingenerare nel lettore non piccolo tedio, sono i suoi lamenti satirici sulla decadenza dei tempi. Emerge abbastanza dai suoi versi il quadro di quel triste periodo. Il loro insieme può in parte supplire al suo perduto Livre de mémoire, cui attese per 32 anni (lo smise nel 1396) e dove registrò le gesta di Carlo V, di Bertrand du Guesclin e degli altri personaggi insigni; semplice cronistoria sicuramente, ché la sua mentalità era troppo ristretta perché egli potesse darle altro sfondo all'infuori del suo prosaico e malevolo moralismo di servitore non soddisfatto. I temi su cui non si stanca di ritornare sono la sua salute compromessa e i suoi stipendî minacciati e sospesi. L'opera del D. diventa di un più vivo interesse quando, lasciati gli schemi e gli argomenti del lirismo tradizionale, alla Machaut, egli si accosta al realismo gioviale, grossolano, parodistico ond'è caratterizzata la poesia cosiddetta borghese, e si rivolge a un pubblico più ristretto di gaudenti e di beoni, restando, come poeta, quel che era nelle gaie brigate, il presidente dei Fumeux o imperatore di Fumée, il sovrano dei Fréquentans, il maître dei Gilbertins di Crépy, il cantore dell'ordine della Baboue, il principe di haulte éloquence che convoca a parlamento i bourdeurs.

Opere: Il manoscritto che ci ha conservato quasi tutte le opere di D. (il fr. 840 della Bibl. nat. di Parigi) contiene, tra l'altro, 1032 ballate, 142 chansons royales, 170 rondeaux, 84 virelais, 14 lais. Date le abitudini del suo esecutore, il copista Raoul Tainguy, sono legittimi i sospetti di modificazioni o di aggiunte arbitrarie. Poesie importanti, contenute nel manoscritto Nouv. Acq. 6221 della Bibl. nat. di Parigi gli sono attribuibili, ma senza certezza. Il D. ha lasciato incompiute due opere di più lungo respiro: la Fiction du lion (2954 versi), poema allegorico, in parte ispirato al Roman de la Rose, che vuol essere la critica del regno di Carlo VI mediante l'elogio del regno di Carlo V; il Miroir de Mariage (12.103 versi) satira delle donne e del matrimonio, che riprende i motivi tipici della letteratura misogina medievale e preannunzia per l'impostazione generale il 3° libro di Rabelais. Tra le sue opere in prosa, oltre una Demonstracion contre sortileges (forse scritto per combattere la mania astrologica di Luigi d'Orléans) e una Dolente et piteuse complainte de l'Église moult desolée au jour d'ui (1393), è da segnalare L'Art de dictier et de fere chanåons, balades, virelais et rondeaulx (1392), la più antica del genere. Le Øuvres complètes d'E. D., furono pubblicate della Société des anciens textes français, a cura di De Queux de Saint-Hilaire e G. Raynaud, voll. 11, Parigi 1878-1903.

Bibl.: A. Sarradin, Étude sur E. D., Versailles 1870; E. Hoepffner, E. D. Leben und Werke, Strasburgo 1904. Il vol. XI

delle Oeuvres compl. contiene uno studio di G. Raynaud sul poeta.

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