EUPEPTICI

Enciclopedia Italiana (1932)

EUPEPTICI (dal gr. εὖ "bene" e πέψις "digestione")

Alberico Benedicenti

Numerose droghe vegetali le quali, senza spiegare sull'organismo importanti azioni, possono per il loro sapore intensamente amaro essere adoperate come stimolanti del gusto e delle funzioni gastriche (v. amare, sostanze). I principî attivi ai quali è dovuta l'amarezza di queste sostanze (genziana, legno quassio, colombo, condurango, assenzio, ecc.) sono in gran parte chimicamente indifferenti e privi di azoto; alcuni sono leggermente acidi, altri appartengono ai glucosidi, ma nella loro azione farmacologica si comportano tutti egualmente. L'uso delle sostanze amare per eccitare l'appetito e la digestione è diffuso fra tutti i popoli ed è antichissimo perché già Ippocrate ne fa menzione. Come esse riescano utili è stato oggetto di molte discussioni e di svariate esperienze.

Nel cane operato, secondo il metodo Pavlov-Heidenhain, di stomaco succenturiato, A. Bonanni non poté constatare la minima azione diretta delle sostanze amare sulla secrezione gastrica: l'influenza che gli infusi amari, introdotti nello stomaco, hanno su detta secrezione sarebbe da ascriversi esclusivamente all'acqua. Solo dopo precedente applicazione d'una sostanza amara sulle pareti della cavità orale e sulla lingua dell'animale e susseguente somminstrazione d'una qualunque quantità di cibo, si nota un aumento, e non sempre costante, nella secrezione di succo gastrico. In tale caso, per contrasto, si provocherebbe nell'animale il desiderio vivo dell'alimento, l'appetito. Da queste esperienze risulta che gli amari per essere efficaci devono essere somministrati soltanto poco prima del pasto. Altre recenti esperienze dimostrano che negl'individui normali l'effetto degli amari è assolutamente minimo per quanto riguarda l'aumento di secrezione. Più efficaci possono riuscire nell'atonia gastrica, nelle difficili digestioni, nelle gastriti subacute e croniche, e come tonici nelle anemie, nella convalescenza, nella tubercolosi, ecc.

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