CABET, Étienne

Enciclopedia Italiana (1930)

CABET, Étienne

Mario Menghini

Uomo politico e utopista francese, nato a Digione il 2 gennaio 1788. Sebbene di umile origine, poté compiere gli studî legali ed esercitare l'avvocatura. Andato a Parigi (1818), diresse per alcun tempo l'amministrazione del Journal de Jurisprudence del Dalloz, e frequentò le vendite carbonare. Subito dopo la rivoluzione del luglio 1830 fu nominato procuratore generale in Corsica, ma il 31 maggio 1831 fu destituito per aver pronunciato un discorso contrario al governo. Eletto deputato (6 luglio 1831), si schierò all'opposizione, collaborando in giornali ultraradicali, ad es. nel Populaire. Perciò fu processato e condannato a due anni di carcere; preferì riparare in Inghilterra, dove visse poveramente fino al 1839, quando, profittando dell'amnistia, tornò a Parigi. Durante la sua dimora a Londra conobbe l'Owen, e gli altri benthamiti inglesi, imbevendosi delle loro idee comuniste e umanitarie, e attraverso ad essi studiò, sia pure superficialmente, le dottrine utopistiche di Th. Moore. Nel marzo 1842 pubblicò il Voyage en Icarie, che destinò agli operai francesi, e che gli diede subito gran rinomanza. In quel romanzo filosofico descriveva l'Icaria come un paese immaginario, una nazione modello, nella quale la proprietà vi era sconosciuta, tutti i beni vi erano in comune, dove ciascuno produceva secondo le sue facoltà e consumava secondo i suoi bisogni. La produzione era moltiplicata in modo prodigioso con l'uso di macchine e con un'organizzazione perfetta di lavoro. Nessuno aveva diritto a un compenso superiore ai suoi bisogni, qualunque ne fosse la capacità. Fissata in questo modo l'eguaglianza, non più guerre, né furti, né delitti, e, come conseguenza, non più prigioni, polizie, eserciti. Il Voyage in Icarie ebbe ben presto molte edizioni e gran numero di proseliti, che si sentirono pronti a realizzare quelle idee umanitarie. Ottenuta la concessione di un immenso territorio nel Texas, il C. preparò la prima spedizione (1848) di Icariani, che si trovarono di fronte a immense difficoltà, e molti di essi reclamarono il ritorno in patria. Anche il C. andò nel Texas, dove i suoi adepti ne invocavano la presenza. Trovò la comunità in grandi dissapori, perché una parte di essa ne voleva lo scioglimento, un'altra che fosse continuata in un territorio meno impervio. Ne fu scelto uno nell'Illinois, da dove erano stati espulsi i Mormoni; e colà ebbe notizia che il 30 settembre dell'anno precedente egli era stato condannato a due anni di carcere con l'accusa di avere truffato i suoi seguaci. Tornato in Francia, si difese energicamente e il 26 luglio 1851 fu assolto dalla corte d'appello. Raggiunse poco dopo la sua colonia, che trovò sempre più in sfacelo per lotte intestine onde decise di abbandonarla insieme con duecento fra quelli che gli erano rimasti fedeli, che si stabilirono nell'Iowa. Il C. si spense di un colpo apoplettico a St. Louis (Stati Uniti) il 9 novembre 1856.

Bibl.: F. Bonnaud, Cabet et son oeuvre, Parigi 1901; P. Carré, Cabet. De la démocratie au communisme, Parigi 1903; J. Prudhommeaux, Icarie et son fondateur É. Cabet, Parigi 1907.

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