ESTERHÁZY di Galántha

Enciclopedia Italiana (1932)

ESTERHÁZY di Galántha


Celebre e antica famiglia ungherese, che risale, storicamente, al sec. XIII, quando già nel 1238 appare divisa nei due rami di Zerházy e di Illyésházy. Il primo di essi, il più notevole, acquistò considerevole importanza storica dal sec. XVII, dopo aver assunto (dal 1584) il nome odierno di E.; e si divise a sua volta nei rami di Csesznek, di Zólyom e di Fraknó, con titolo comitale i primi due, principesco l'ultimo. Ne uscirono varî personaggi notevoli, a partire da quel Nicola, conte, che, nato il 1582 a Galántha, fu il fondatore del ramo di Fraknó e una delle figure di maggior rilievo della storia ungherese di quel periodo. Abbandonato il calvinismo, professato allora dalla famiglia, e ritornato al cattolicesimo, fu uno dei grandi patrocinatori della reazione cattolica in Ungheria, prendendo altresì parte attivissima alle vicende politiche del suo paese. Nel 1625 fu creato palatino del regno. Morì l'11 settembre 1645. Suo figlio Paolo fu forse il più illustre tra i membri della famiglia. Nato a Kismárton l'8 settembre 1635, ed entrato nell'esercito imperiale, salì in breve al grado di feldmaresciallo (1665), segnalandosi per coraggio e intelligenza nella guerra contro i Turchi, specialmente nella battaglia di S. Gotthard (1664), al fianco di Raimondo Montecuccoli. E contro i Turchi continuò a guerreggiare fino al 1686, l'anno della presa di Buda da parte degl'imperiali. Nel 1687 ebbe, in ricompensa dei suoi meriti, il titolo di principe dell'impero. Degli Asburgo egli fu suddito fedele, tanto da combattere i ribelli ungheresi di Telecki prima, di Francesco II Rákóczy poi. Morì a Kismárton il 26 marzo 1713. Al partito di Rákóczy si univa invece il conte Antonio E. (1676-1722), che, dopo aver strenuamente combattuto contro gli Austriaci, fu costretto nel 1709 ad abbandonar l'Ungheria e a recarsi in esilio. Fu tuttavia un'eccezione, ché gli altri membri della famiglia rimasero fedeli agli Asburgo: e Nicola Giuseppe (18 dicembre 1714-28 settembre 1790), nipote di Paolo, fu anche lui generale nell'esercito austriaco, con cui combatté a Kolin nella guerra dei Sette anni; e un altro Nicola (12 settembre 1765-25 novembre 1833) fu feldmaresciallo. A quest'ultimo Napoleone offrì nel 1809 la corona di Ungheria: ma ne ebbe un rifiuto. Nel sec. XIX dall'esercito gli Esterházy passarono nelle file della diplomazia asburgica o parteciparono alla vita pubblica del loro paese; e si segnalò, oltre a Paolo Antonio (v), Maurizio (23 settembre 1807-8 novembre 1890), che fu prima ambasciatore a Roma presso la corte pontificia, e ivi condusse le trattative per il concordato con l'Austria; poi, dal 1861 al 1866, ministro senza portafoglio nei gabinetti Schmerling e Belcredi. Suo nipote Maurizio (nato il 27 aprile 1881), divenne, nel giugno 1917, presidente del consiglio, succedendo al conte Tisza; ma dovette abbandonare il potere nell'agosto, dopo aver inutilmente cercato di riformare in senso democratico il sistema elettorale ungherese.

Occorre inoltre porre in rilievo la protezione accordata alle arti e alle lettere da più d'uno degli Esterhȧzy specialmente da Nicola Giuseppe, grande amatore di musica e protettore di Haydn, e da Nicola, il feldmaresciallo, che mise insieme la famosa galleria Esterházy (oggi nel palazzo dell'Accademia a Budapest).

TAG

Guerra dei sette anni

Impero. degli asburgo

Raimondo montecuccoli

Cattolicesimo

Francesco ii