ESPLORAZIONE

Enciclopedia Italiana (1932)

ESPLORAZIONE (lat. exploratio; fr. exploration; sp. esploración; ted. Aufklärung; ingl. reconnaissance)

Pietro PINTOR
Federico CASTRACANE
Giulio COSTANZI

Le informazioni sul nemico hanno sempre avuto importanza preminente per la condotta delle operazioni in genere e per l'azione di comando in specie. Molteplici sono i mezzi informativi: fra tutti è particolarmente importante l'esplorazione, la quale, a seconda dell'ambiente in cui si sviluppa, può essere aerea, terrestre e marittima; e, a seconda del raggio entro il quale è spinta, si distingue in esplorazione strategica e tattica.

L'esplorazione terrestre. - Secondo le dottrine correnti le armate che marciano verso il nemico sono precedute: a grande distanza dall'esplorazione aerea che corrisponde in certo modo a quel che si designava una volta avanscoperta (v.); a minore distanza da grandi unità celeri alle quali è affidata l'esplorazione strategica (detta nella terminologia ufficiale italiana esplorazione avanzata); infine da nuclei d'esplorazione vicina o da gruppi di ricognizione di corpo d'armata o divisionali (esplorazione tattica). Sono questi altrettanti mezzi aventi fisionomia organica propria e missioni distinte, ma che devono operare senza discontinuità, anzi talvolta sovrapponendosi.

L'esplorazione strategica. - È quel complesso di operazioni di guerra svolte da grandi unità celeri che precedono le armate, allo scopo di prendere contatto con lo schieramento nemico, disturbarlo se in fase di radunata, determinarne la consistenza, precisarne tutti i particolari che sfuggono all'esplorazione aerea. Le unità in esplorazione avanzata hanno altresì il compito di prevenire il nemico nelle zone di particolare interesse per la marcia delle grandi unità che seguono. Tale occupazione preventiva in regioni montuose o solcate da linee fluviali può assurgere a notevole importanza.

Esplorazione aerea lontana ed esplorazione avanzata devono integrarsi a vicenda, anche perché condizioni atmosferiche proibitive e altre circostanze che ostacolino la visibilità possono rendere poco fruttuosa l'esplorazione aerea: in simili casi le truppe celeri potranno essere chiamate anche a missioni di maggior raggio nella sfera strategica riservata all'aviazione. Rimane in ogni caso alle truppe celeri il compito di completare le notizie fornite dall'aviazione al fine di circoscrivere la zona entro la quale si radunano e si muovono le forze nemiche. L'esplorazione aerea lontana fornirà a sua volta elementi iniziali di orientamento all'esplorazione avanzata.

La dottrina francese chiama esplorazione lontana quella affidata all'aviazione, esplorazione vicina quella svolta in cooperazione dai mezzi aerei e dalle divisioni di cavalleria, esplorazione a immediato contatto delle avanguardie quella affidata ai gruppi di ricognizione divisionali e di corpo d'armata. La dottrina tedesca considera un'esplorazione lontana quella affidata in cooperazione alla cavalleria (cavalleria d'esercito) e all'aviazione, e con missione principale di fornire gli elementi per le decisioni dell'alto comando. La dottrina inglese infine assegna alle grandi unità di cavalleria la ricognizione strategica. In dipendenza di questi diversi orientamenti le grandi unità celeri non hanno composizione uniforme. Di norma sono costituite di cavalleria, ciclisti, artiglieria a cavallo ovvero autotrainata, fanteria autoportata, carri armati, reparti del genio di tutte le specialità; sono inoltre dotate di ricchi mezzi di trasmissione e di una congrua autonomia logistica. In mezzo a queste tendenze medie, si profilano altre tendenze d'avvenire; tali quelle che si concretano nelle divisioni leggiere automobili e nelle brigate meccanizzate. Comunque, caratteristica comune a tutte queste grandi unità celeri deve essere l'attitudine all'azione di forza congiunta alla rapidità del movimento.

Le grandi unità celeri in esplorazione avanzata non hanno compito di sicurezza verso le grandi unità retrostanti. Esse avanzano nel settore assegnato irradiando sulla fronte, e all'occorrenza sui fianchi, distaccamenti esploranti di forza e composizione variabili e che a loro volta potranno suddividersi in pattuglie. Occorre però riservare al grosso una consistenza tale da poter affrontare e sostenere eventuali combattimenti contro i grossi esploranti nemici o contro le resistenze organizzate che potranno incontrarsi prima di urtare contro lo schieramento avversario. Il grosso avrà come asse di manovra la direzione secondo la quale si ritiene di poter più facilmente penetrare nello schieramento avversario; e da tale asse s'irradieranno distaccamenti e pattuglie esploranti. Grosso e distaccamenti avanzano a sbalzi su linee caratteristiche del terreno in modo da coordinare e regolare il movimento sulla base delle notizie ricevute. La grande unità celere che, ostacolata dal grosso esplorante avversario, non riesca a raggiungere lo schieramento nemico, manterrà il contatto con le truppe esploranti nemiche, ne determinerà la consistenza, ne contrasterà l'eventuale avanzata; il tutto fino all'intervento dei nuclei d'esplorazione vicina destinati appunto a proseguire, in più ristretto raggio, il mandato esplorativo sul dinanzi delle grandi unità.

Compiutasi questa fase che si può chiamare di guerra preventiva, le grandi unità celeri saranno di regola ritirate, anche per essere riservate ad altri compiti risolutivi quali si possono presentare durante il corso della guerra, specialmente in fase di rottura d'equilibrio.

L'esplorazione tattica. - È quel complesso di operazioni di guerra svolte da nuclei o gruppi detti comunemente di ricognizione vicina. Questi operano innanzi alle grandi unità di prima schiera e in correlazione tattica con queste, costituendo un dispositivo capace di definire la situazione nemica con maggior determinatezza di quanto non sia consentito all'esplorazione strategica. Inoltre spetta all'esplorazione vicina un compito di sicurezza rispetto alle unità di prima schiera che occorre proteggere dalle incursioni di elementi celeri nemici che siano passati attraverso le maglie dell'esploraziorie strategica. In una fase ulteriore può anche verificarsi che l'esplorazione vicina sostituisca unità preposte all'esplorazione avanzata, ove queste siano ritirate e destinate ad altre missioni. Naturalmente caratterizzano questa fase procedimenti esplorativi intesi a più precise determinazioni.

La dottrina francese affida l'esplorazione tattica a gruppi di ricognizione divisionali o di corpo d'armata. Secondo la dottrina tedesca l'esplorazione tattica spetta di preferenza all'aviazione e alle truppe celeri, ma anche le altre armi devono essere idonee all'esplorazione; accanto a questa esplorazione vicina è prevista altresì un'esplorazione di combattimento intesa a vigilare sul dispositivo tattico dell'avversario. Anche la dottrina inglese considera un'esplorazione tattica e un'esplorazione di combattimento, risentendo nell'attuazione, delle tendenze attuali a favore della motorizzazione e della meccanizzazione. E così, per l'esplorazione tattica in senso lato vengono utilizzati mezzi aerei e truppe celeri, cavalleria e fanteria autoportate; mentre per l'esplorazione di combattimento si fa molto assegnamento su unità corazzate. La dottrina italiana infine vede l'esplorazione tattica affidata a gruppi di truppe celeri, operanti in concorso con l'aviazione; e considera anche un'esplorazione di combattimento svolta dalle pattuglie delle singole armi.

L'esplorazione vicina si effettua di norma per divisione e si estende nella zona interposta fra le unità in esplorazione strategica e le unità di prima schiera, a distanza media di una tappa da queste ultime unità. Unità particolarmente idonee all'esplorazione sono oggi i reggimenti di cavalleria e i reggimenti di ciclisti, rinforzatí coi mezzi moderni che la meccanizzazione con le sue ampie possibilità offre di continuo. È necessario che le unità destinate all'esplorazione tattica siano riccamente e modernamente dotate di mezzi di trasmissione. Di capitale importanza è il concorso dell'aviazione da ricognizione (v. sotto); esso, regolato dai comandi di grandi unità, varrà a estendere in profondità il raggio esplorativo nonché a indirizzare opportunamente l'azione dei gruppi in esplorazione vicina.

Tali gruppi operano irradiando sia frontalmente, sia sui fianchi, elementi esploranti e cioè pattuglie e plotoni; questi tentacoli possono staccarsi direttamente dal grosso dei gruppi esploranti, ovvero dipartirsi da distaccamenti formati dalle unità stesse a seconda delle contingenze. Elementi esploranti e grosso avanzano di conserva, a sbalzi su successive linee aventi un qualche valore tattico anche ai fini della futura azione delle grandi unità retrostanti. È difficile che questo progresso avvenga senza combattimenti; potranno essere azioni episodiche, e saranno risolte dagli elementi esploranti; potranno essere scontri più importanti e interverranno i grossi. Qualora infine anche questo intervento non valga a eliminare ostacoli e resistenze, le unità esploranti, ormai a contatto con forze nemiche di qualche consistenza, osserveranno una tattica temporeggiante fino all'arrivo delle avanguardie delle unità di prima schiera.

Questo tipo d'azione, che implica per necessità logoramento, sfrutta la capacità di fuoco delle unità esploranti e meno la loro attitudine al movimento; sono dunque azioni scarsamente redditizie e quindi da evitarsi per quanto è possibile. Meglio tendere verso altre forme, quali azioni di sorpresa, puntate violente in varie direzioni, al fine di sondare la potenzialità del nemico, senza peraltro dare presa ad azioni di logoramento.

È anche da considerarsi l'ipotesi che l'esplorazione strategica possa essere arrestata contro analoghi mezzi esploranti avversarî o contro dispositivi di copertura; in tale contingenza non tarderanno gli elementi dell'esplorazione tattica a fondersi con quelli dell'esplorazione strategica e anche ad assumerne alcuni compiti. Il risultato sarà un'esplorazione più attiva, a più ristretto raggio e di massima più vigile.

Altro caso da menzionarsi è quello in cui sulla fronte non vi sia alcuna grande unità celere in esplorazione avanzata; allora, invece di un duplice sistema in atto, si avrà un unico dispositivo, organato di solito per corpo d'armata, mercé la fusione di nuclei esploranti divisionali. Siffatto raggruppamento opererà a distanza alquanto maggiore di quella propria dell'esplorazione vicina e si uniformerà ai criterî e alle modalità proprie dell'esplorazione strategica, senza peraltro essere alleviato dei compiti di sicurezza rispetto alle grandi unità retrostanti.

In montagna, e con raggruppamenti alpini, l'esplorazione tattica si prevede affidata a unità di vario ordine, non inferiori al battaglione e spesso abbinate a batterie. Il terreno, con le sue peculiari caratteristiche, influirà sensibilmente sull'articolazione di questi apparecchi esplorativi: segnatamente bisognerà far riferimento alla percorribilità della zona e ai tempi occorrenti per lo schieramento delle grandi unità.

Sono anche da annoverarsi fra i compiti dell'esplorazione tattica, quelli che assolvono le pattuglie distaccate dalle unità di fanteria, di cavalleria e di artiglieria a pochi chilometri dalle unità di primo scaglione, al fine di riconoscere, con precisione di particolari, terreno e forze nemiche antistanti, ovvero di risolvere problemi attinenti all'impiego della rispettiva arma, problemi comunemente chiamati tecnici ma pur interessanti direttamente l'azione tattica.

Bibl.: Ministero della guerra, Norme generali per l'impiego delle grandi unità, Roma 1928; id., Norme per l'impiego tattico della divisione, 1928; id., Addestramento della fanteria, Roma 1929. Pubblicazioni straniere: Führung und Gefecht der verbundenen Waffen, Berlino 1927; Instruction provisoire sur l'emploi tactique des grandes unités, Parigi 1930; Field Service regulation, II, Londra 1929.

L'esplorazione navale. - I movimenti di forze navali in guerra, intesi a compiere operazioni di qualsiasi genere, non possono mai prescindere da una conoscenza più o meno completa della posizione che occupano in quel momento le corrispondenti forze nemiche, dei movimenti di queste, e, entro certi limiti, delle loro intenzioni e dei loro piani d'operazione. Un tale principio ha ugual valore in terra come in mare; ma in mare esso richiede forse un'intensità e continuità di applicazione anche maggiore, per la più grande facilità che hanno le navi, in confronto alle forze terrestri, di spostarsi rapidamente da un punto all'altro. Per raggiungere il detto scopo s'impiegano mezzi indiretti e diretti: appartengono ai primi tutti i servizî più o meno segreti d'informazione e d'indagine, ai secondi quelli che si riferiscono all'esplorazione. Questa operazione viene affidata a determinati gruppi di navi, ai quali si dà l'incarico di perlustrare certe zone, percorrendo rotte lungo le quali si ritiene probabile o possibile incontrare navi nemiche, segnalando queste ultime appena avvistate, e informando del loro numero e tipo, della rotta che seguono, ecc. Le navi da adibire all'esplorazione dovranno essere molto veloci, al fine di poter eventualmente seguire il nemico avvistato, anche se più forte, mentre dovranno essere provvedute di un armamento e di una difesa che consentano loro di misurarsi con quelle nemiche di tipo e velocità simili. Si capisce poi come esse debbano valersi della radiotelegrafia e, in genere, di tutti i sistemi rapidi di comunicazione a distanza. Le navi che in massima meglio si prestano a disimpegnare un tale servizio, sono gl'incrociatori e gli esploratori.

Si usa distinguere anche l'esplorazione navale in strategica e tattica, sebbene la suddivisione sia meno netta di quanto possa apparire. L'esplorazione strategica è quella che si compie al fine di tener d'occhio l'attività del nemico in generale e di essere informati a tempo delle sue intenzioni, ma senza che esista alcun legame diretto con operazioni che altre forze debbano compiere nel medesimo tempo. L'esplorazione tattica ha invece lo scopo di fornire a una o più navi, che debbano effettuare una certa operazione, notizie esatte e tempestive intorno alle navi nemiche che esse possono incontrare sulla loro rotta; si svolgerà pertanto nella stessa zona che quelle debbono percorrere, e alla minima distanza da loro che sia ritenuta sufficiente, in base ai valori delle rispettive velocità, per far loro pervenire, col voluto anticipo, le notizie suddette.

Ne consegue che le unità addette all'esplorazione strategica, non potendo di solito contare, in caso d'incontro col nemico, sull'appoggio tempestivo di altre di maggior potenza, dovranno essere individualmente più forti di quelle addette all'esplorazione tattica, che in caso di necessità, e appena adempiuto al loro compito, potranno essere sostenute da alcune di quelle del gruppo al cui servizio sono poste. Viceversa il servizio compiuto dalle seconde richiederà una velocità anche superiore a quella delle prime. In passato l'esplorazione strategica veniva affidata agl'incrociatori corazzati prima, e poi agl'incrociatori da battaglia, e quella tattica agli incrociatori protetti; poiché oggi i primi non si costruiscono più, si tende ad affidare la prima agl'incrociatori leggieri più grandi e meglio armati, e la seconda agl'incrociatori leggieri minori, agli esploratori e, in caso di bisogno, anche ai cacciatorpediniere.

La marina vede oggi un potente ausilio integrativo al servizio di esplorazione nei mezzi aerei, la cui mobilità, velocità e ampiezza d'orizzonte sembrano indicarli come particolarmente atti a disimpegnarlo; e fa solo qualche riserva nei riguardi della loro autonomia nel tempo, cioè calcolata in ore di volo anziché in miglia di percorso. Pare si possa affermare che, quando un tale servizio venga affidato ai soli aerei partenti da campi terrestri, esso debba risultare più specialmente utile nel campo dell'esplorazione strategica, sempreché l'autonomia di quelli nel tempo risulti sufficiente. In quello dell'esplorazione tattica, invece, un tale servizio appare conciliabile soltanto con l'esistenza di una nave porta-aerei la quale navighi di conserva col gruppo centrale, giacché essa sola può assicurare la presenza continua degli apparecchi nella voluta posizione relativa rispetto al gruppo medesimo.

L'esplorazione aerea. - Il primo impiego bellico di macchine aeree si ebbe nella guerra italo-turca (v. aeronautica, I, p. 601), ma esso si delineò con grande successo solo nella guerra mondiale, durante la quale l'intervento della difesa col cannone antiaereo limitò ben presto il servizio di esplorazione col dirigibile alla guerra marittima, lasciando all'aeroplano quello terrestre. Gli aeroroplani alla loro volta si divisero i compiti, dando origine all'aviazione da bombardamento, da caccia e da esplorazione o ricognizione; l'aviazione da esplorazione si specializzò ulteriormente in aviazione da ricognizione strategica e tattica, divisa questa a sua volta, in alcuni paesi, in aviazione da esplorazione e aviazione per l'artiglieria: i dirigibili limitarono la loro azione offensiva solo alle ore notturne.

Compiti per l'esplorazione strategica erano: 1. invigilare le basi delle operazioni avversarie; 2. dare informazioni dei movimenti del nemico e controllarne le intenzioni. Per la ricognizione tattica erano invece: 1. provvedere al rilievo fotografico delle sistemazioni difensive sulla fronte compresa nel raggio d'azione delle proprie artiglierie; 2. rilevare e segnalare anormali movimenti di truppe, treni, ecc., oppure costruzioni di nuove strade, ampliamento di stazioni, ecc.; per l'aviazione per l'artiglieria furono:1. localizzare postazioni di batterie nemiche; 2. mantenere un'assidua vigilanza sull'artiglieria avversaria nel settore assegnato alla squadriglia; 3. provvedere all'osservazione del tiro sopra obiettivi defilati alla vista degli osservatorî terrestri. Nacquero anche reparti specializzati nel servizio per fanteria col compito di: 1. accertare le linee d'occupazione della propria fanteria con ricognizioni a vista e fotografiche; 2. supplire all'eventuale impossibilità di collegamento fra le prime linee e i comandi retrostanti col trasmettere le notizie per mezzo di segnalazioni convenzionali; 3. appoggiare le proprie fanterie nei loro balzi in avanti, assalire e mitragliare quelle nemiche in marcia di avvicinamento, ecc.

Apparve molto presto l'utilità della trasmissione delle notizie durante il volo e si usò in principio la telegrafia ottica, ma la radiotelegrafia divenne subito dopo il mezzo più comodo. L'aviazione da esplorazione dovette ben presto armarsi per difendersi dai caccia avversarî e chiedere spesso la protezione di velivoli da caccia. Secondo le idee odierne, negli aeroplani adibiti all'esplorazione l'ufficiale osservatore deve avere il compito esclusivo di osservare, fotografare, comunicare e solo eventualmente quello di difendersi contro attacchi dal basso mediante una mitragliatrice inferiore, essendo la difesa del settore anteriore riservata al pilota e quella del settore superiore e retrostante affidata a un mitragliere.

Problemi analoghi si delineano per l'esplorazione aerea marittima; anche in questo campo si potrà considerare l'esplorazione strategica, destinata a individuare e segnalare la posizione delle unità nemiche in rotta o alla fonda, a sorvegliare i sottomarini, eventualmente attaccarli con apposite bombe, a osservare e comunicare l'esito del tiro delle artiglierie delle proprie navi (v. anche aeronautica, I, pp. 605 segg.; 608 segg.).

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