Erotismo

Universo del Corpo (1999)

Erotismo

Mario Cagossi e Bruno Callieri e Gabriella Turnaturi

Nel concetto di erotismo (dal latino tardo eroticus, a sua volta da ἔρος, "amore") si compendia ciò che attiene alla vita amorosa degli esseri umani. In senso specifico, il termine si riferisce alle manifestazioni comportamentali inerenti alla vita sessuale, prescindendo dalla componente funzionale della riproduzione, alle tecniche atte a conseguire il piacere connesso con l'attività sessuale, alla sua origine e alle sue fonti. Come forma espressiva elementare, l'erotismo ha un ruolo di rilievo in tutte le società, tuttavia assume connotazioni differenti a seconda delle epoche storiche, dei contesti sociali, delle diverse culture del corpo.

Teorie dell'eros

di Mario Cagossi


1.

Erotismo per derivazione dalla mancanza

L'erotismo concerne essenzialmente l'esperienza d'amore e le forme che essa può assumere che l'uomo è in grado di sperimentare al di là degli schemi istintuali. Gli studi storici e comparati hanno distinto concezioni differenti nelle diverse epoche culturali dell'Occidente. Platone per primo concepisce una teoria a tendenza sistematica sulla vita amorosa, ponendo una differenza fra ἔρος e ϕιλία, fra amore erotico, amore parentale e amicizia. Egli dedica al tema tre importanti dialoghi: il Liside, sull'amicizia, il Simposio e il Fedro sull'amore erotico. L'erotismo è espressione di desiderio; non si desidera se non ciò di cui si sente la mancanza. Nel Simposio Platone affida ad Aristofane la presentazione del mito secondo cui all'inizio il genere umano è composto di tre specie, maschile, femminile e androgino, ciascuna dotata di quattro braccia, quattro gambe, due volti e due tipi di genitali rivolti in senso opposto; Zeus taglia in due gli esseri umani, rei di aver cospirato contro gli dei, e da allora ogni parte cerca la propria metà perduta, nella brama di fondersi di nuovo insieme, ma alcune di esse muoiono di inazione perché nulla vogliono fare l'una staccata dall'altra; con la morte della propria metà, quella superstite si attacca a qualunque altra assicuri la ricomposizione dell'unità originaria. Così, l'amore reciproco, connaturato negli uomini, restaura l'antico nostro essere, in quanto tenta di fare di due una creatura sola e di risanare la natura umana. Aristofane spiega in questo modo l'attrazione sessuale e giustifica sia l'inclinazione eterosessuale sia quella omosessuale, in ragione della costituzione originaria dell'umanità. Più che l'oggetto è l'amore reciproco che viene a essere sopravvalutato ed è propriamente la pulsione che nobilita l'oggetto. L'attrazione verso l'oggetto d'amore è mossa pertanto dall'impressione che presenta l'oggetto come uno speciale completamento del soggetto. Platone affida a Diotima il compito di confutare il tema centrale del mito. Amore non significa desiderare l'altra metà, né la completezza, né tantomeno ciò che ci appartiene, ma solo il bene. In opposizione al narcisismo implicito nella visione offerta dal personaggio di Aristofane, Platone ripudia una concezione dell'attrazione erotica e dell'amore reciproco come attaccamento senza valore. Eros non nasce dalla separazione di un essere umano da un altro, ma dalla mancanza, dal bisogno di bellezza e bontà. L'essere umano mortale cerca con ogni mezzo di perpetuarsi nelle generazioni, di rinnovare nel bello le sue forme e, per questa via, di essere immortale. Platone, alla fine, estende l'erotismo a tutte le forme di attaccamento, non solamente alle attrazioni sessuali concrete nei confronti della bellezza, ma anche al sapere, all'amore parentale, all'amicizia, alla ricerca di onori e ricchezze.

2.

Erotismo per scelta d'oggetto

Avvalendosi della conoscenza clinica dell'esperienza amorosa dei suoi pazienti, S. Freud inaugura una nuova sistematica intorno all'erotismo, d'ampiezza pari a quella di Platone. Per Freud tutte le forme d'amore, per quanto indipendenti possano sembrare, hanno in realtà un'unica origine sessuale. L'amore erotico deriva da pulsioni sessuali risvegliate nell'infanzia e dirette ai propri oggetti, e in seguito distolte dalla meta o represse. Il sentimento dell'amicizia e dell'amore parentale e fraterno è una derivazione della pulsione sessuale di attaccamento, inibita alla meta od ostacolata dalle barriere del divieto dell'incesto. L'inclinazione e l'attaccamento agli ideali, siano essi concreti o astratti, sono il prodotto della sublimazione delle pulsioni sessuali, che vengono deviate verso mete non sessuali. Scoperta basilare di Freud è che "tra pulsione e oggetto sessuale non vi è che una saldatura" (Freud 1905, trad. it., p. 462). La pulsione sessuale è, in qualche modo e per qualche tempo, indipendente dall'oggetto sessuale, può cioè volgersi a oggetti diversi. L'opinione comune si fonda su idee precise riguardo alla natura e alle proprietà della pulsione sessuale: dovrebbe mancare all'epoca dell'infanzia, subentrare intorno alla pubertà, esprimersi in fenomeni di attrazione irresistibile esercitata da un sesso sull'altro, e la sua meta dovrebbe essere l'unione sessuale. Questa opinione, osserva Freud, è assai distante dalla realtà e risente di errori, inesattezze e conclusioni affrettate. Anzitutto, esistono numerose deviazioni relative sia alla scelta d'oggetto sia alla meta sessuale, l'oggetto essendo "la persona dalla quale parte l'attrazione sessuale" e la meta "l'azione verso la quale la pulsione spinge", mentre la nozione di pulsione integra il concetto di rappresentanza psichica dello stimolo e quello di brama e di piacere (Lust) o di attrazione, che solo il soddisfacimento può estinguere, almeno temporaneamente (Freud 1905, trad. it., p. 450). Pertanto, in un primo momento, il soggetto che è sollecitato dalla pulsione assume una posizione passiva; è cioè sottoposto alle sollecitazioni dell'oggetto che risveglia l'attrattiva. In un secondo momento, diventa parte attiva e desidera appropriarsi dell'oggetto da cui è partito lo stimolo ed estinguere l'eccitamento che ne è conseguito. Tra le deviazioni rispetto all'oggetto, Freud indica l'inversione od omosessualità, l'inclinazione per oggetti sessuali inadeguati, come bambini, animali, cose inanimate. Contrariamente all'opinione comune, gli esseri umani devono trovare un oggetto che soddisfi il loro desiderio sessuale, e trovare un oggetto appropriato è qualcosa che si apprende. In secondo luogo, la pulsione sessuale non è un'entità semplice, bensì composta di vari elementi che si disgiungono nelle perversioni. Essa si rivolge a diverse mete, come toccare, guardare, trarre piacere dalla sofferenza, nella duplice forma dell'infliggerla (sadismo) e del subirla (masochismo): il sadismo e il masochismo costituiscono una coppia di perversioni complementarmente opposte.

Comune ad alcune di queste mete è, infine, la polarità attiva e passiva, che spesso viene associata al tratto maschile o a quello femminile della condotta sessuale. Numerose parti o zone del corpo si comportano come organi sessuali: la pelle, le mucose e alcune sedi in cui l'eccitabilità è elettiva, che hanno predominato in certe fasi dello sviluppo infantile e che permangono nelle condotte adulte come mete preliminari o provvisorie. Tali sedi sono le zone erogene della bocca e degli sfinteri, anale e uretrale, questi ultimi contigui ai genitali, ai quali poi cedono il primato come sede elettiva e finale. Esse fungono da organizzatori per specifiche modalità e tratti della vita amorosa, che possono persistere anche per l'intera esistenza e imprimere stili peculiari alle tecniche della condotta amorosa, come l'erotismo orale, sadico-anale, fallico-uretrale e genitale. L'esperienza di una pulsione così complessa e indipendente nelle sue componenti non può che avvenire per stadi e secondo una costruzione diretta dalle scelte più antiche.

La forma che la vita sessuale assume dalla pubertà in poi è determinata in larga misura dalle particolari vicissitudini che si sviluppano al suo interno nella prima e seconda infanzia. Non si comprende la vita amorosa degli adulti se non risalendo alle fasi del loro sviluppo psicosessuale nell'infanzia. Non è un paradosso pertanto affermare che è il bambino a determinare i modi di amare dell'adulto. Secondo Freud, la prima scelta dell'oggetto erotico avviene durante la fase fallica, quando il bambino è sotto l'influsso del complesso di Edipo (v. complesso) e affronta le barriere contro l'incesto. Il bambino sceglie come primo oggetto erotico il genitore di sesso opposto o qualcuno che ne faccia le veci e si prenda cura di lui. È questa persona, con le sue attenzioni, a risvegliare l'eccitamento da tenero contatto che muove verso l'attrazione, poi verso l'attaccamento esclusivo e la sopravvalutazione psichica dell'oggetto. Questi caratteri saranno presenti nelle scelte successive, che seguiranno il modello di scelta infantile. La scelta dell'oggetto d'amore si determina così in due tempi, ed è sotto l'influenza delle inclinazioni stratificate nell'infanzia. Nelle fasi precedenti a quella fallica il primo oggetto d'amore è la madre, la figura totale che si è presa cura del bambino; in seguito anche il padre si costituisce come tale. Le nuove scelte saranno orientate alla ricerca dei sostituti entro la costellazione materna o paterna.

Accanto a questa fonte della scelta oggettuale, come dire 'per appoggio', la ricerca analitica ha portato alla scoperta che alcuni individui pongono la propria persona come oggetto di scelta o come modello per esso: è il tipo narcisistico. Con ciò si tocca un punto di contatto con il mito raccontato da Platone attraverso Aristofane. Secondo Freud, un essere umano può amare, secondo il tipo narcisistico, quello che egli stesso è, quello che era, quello che vorrebbe essere (in questo caso viene amato l'oggetto dotato delle prerogative che mancano al soggetto per raggiungere il suo ideale), e infine la persona che fu una parte del proprio sé (come i propri figli); oppure può amare secondo il modo di scelta per appoggio, vale a dire la donna nutrice, l'uomo protettivo, e la serie delle persone che ne fanno le veci.

3.

Erotismo per eccesso

La condotta erotica si oppone a quella abituale, asserisce G. Bataille (1957). In questo autore la trasgressione diventa criterio interpretativo della società, della storia e dell'esperienza esistenziale, a partire da una riflessione sulla sessualità e sulla morte. Nel momento dell'eccitazione sessuale - afferma Bataille - spendiamo le nostre forze senza misura e, a volte, nella passione priva di freno dilapidiamo senza profitto risorse considerevoli. La voluttà è così simile allo spreco rovinoso, al piacere del gioco d'azzardo, da arrischiare nel parossismo quell'acme che chiamiamo 'piccola morte' o estenuazione. Gli aspetti che evocano l'eccesso erotico rappresentano sempre un'istanza di disordine. La nudità dissolve il contegno che ci diamo per mezzo dei modi di vestire. Le sevizie, finanche l'assassinio, prolungano questo movimento di rovina. La prostituzione, il linguaggio osceno e tutti i nessi tra erotismo e 'infamia' contribuiscono a fare del mondo del piacere sensuale un campo di incantamento, ma anche di decadenza e di dissoluzione. Non raggiungiamo la felicità se non nel vano spreco. La verità dell'erotismo è tradire tutte le regole della vita abituale, come quelle dell'accumulazione e del risparmio delle risorse, lasciandosi andare all'inutilità del diletto.

Il sistema di D.-A.-F. de Sade, quale emerge dalle 120 giornate di Sodoma (1831-35), nelle sue componenti di trasgressione e profanazione libertina è la forma rovinosa dell'erotismo. L'isolamento morale in cui egli ha concepito le sue eroine crea l'annullamento di ogni barriera, comunica con il senso profondo dell'eccesso e dello spreco. Il centro del mondo sadico, la sua superficie di imperturbabilità e di cinismo, la sua proscrizione del pathos, come sostiene M. Blanchot (1949), la sua aspirazione all'oltraggio e ad andare oltre ogni limite sono l'espressione di un'esigenza di sovranità che si afferma mediante un'immensa 'negazione': negazione della sofferenza, che si infligge agli altri e a sé stessi, ma a cui non si può sfuggire; negazione del deperimento del piacere, della bellezza, della potenza, in cui precipita dopo il suo punto cieco la stessa esaltazione sessuale; negazione dell'esperienza della morte, che almeno nell'acme viene per un momento intravista e acquietata. Il fatto che de Sade ci mostri l'assassinio e il crimine come dei vertici dell'eccitazione erotica fa rientrare nella coscienza ciò che da tempo ne era stato rimosso. Chi ama, brama appropriarsi dell'amato oltre il possibile, oltre la morte. L'arte di amare si compendia in questa violazione di realtà, profanazione a oltranza della nostra solitudine e delle regole discrete della ragione. Nello stesso tempo in cui coltiva il piacere, l'erotismo s'impegna nel tema del dolore e della sofferenza e di tutto ciò da cui l'uomo si è ritratto perché profondamente disgustato. L'uomo moderno sa che ciò che più lo disgusta e suscita orrore è in lui; ciò che più profondamente è vietato vive dentro di lui. L'uomo è un animale che resta interdetto di fronte alla morte e all'unione sessuale, i momenti estremi della vita. La passione - come afferma ancora Bataille - si consacra in tal modo alla sofferenza, perché, in fondo, essa è ricerca dell'impossibile. E tuttavia l'amore, illudendoci che possiamo rompere nella fusione con un altro la solitudine, che ci appartiene come un sopruso fin dalla separazione della nascita, promette la fine della sofferenza, quella stessa che muove a tentare la felicità.

Aspetti fenomenologici e patologici

di Bruno Callieri


1.

Amore convergente

L'erotismo riguarda le forme del comportamento sessuale come si dispiegano in tutta la loro gamma fenomenica, che va dal gioco allusivo e simbolico alle manifestazioni più scoperte del contatto sessuale. Negli ultimi decenni del Novecento, anche in conseguenza dell'accresciuta influenza dei mezzi di comunicazione di massa, l'erotismo è stato molto enfatizzato, ma ridotto pure a una compensatoria esagerazione ed esaltazione della sessualità, per cui il problema dell'erotismo e della sessualità tende a essere considerato come profondamente influente sulla progettazione e sui problemi di 'definizione del sé', e il ventaglio erotico dei comportamenti sessuali finisce per coinvolgere nettamente sia strutture istituzionali sia determinanti sociologiche.

A questo proposito, M. Foucault (1977) approfondisce l'idea che l'uso dei piaceri assume un carattere centrale nel progetto di costruzione dell'identità dell'uomo e insiste sulla necessità di integrare la dimensione erotica in quelle più vaste della politica e dell'economia; ma vi insiste in una prospettiva ispirata a un punto di vista esclusivamente maschile e gli sfugge il corpo come 'metafora'. Ai nostri giorni, invece, dopo che il femminismo ha destabilizzato le asserzioni sull'erotismo ed esplorato tensioni e contraddizioni, si può ben affermare che più la sessualità si stacca dalla riproduzione per impegnarsi nel nascente progetto riflessivo di sé, più alla donna compete di avvalersi dell'erotismo come mezzo di comunicazione e di sviluppo di sé. Così alla donna è consentito di servirsi dell'erotismo come momento fondamentale della ricostruzione dell'intimità: esso aiuta in una ricerca dell'identità di sé che la mera attività sessuale può, invece, soddisfare soltanto in maniera provvisoria.

Considerando le attuali trasformazioni dell'intimità, sembra ormai evidente che si è passati dall'amore di tipo romantico a quello che viene indicato dai sociologi (Giddens 1992) come 'amore convergente': un amore attivo e contingente, cui consegue una società 'separante e divorziante' che attribuisce ben poca importanza alla ricerca della persona speciale, della relazione speciale e dell'esclusività sessuale. L'amore convergente, che oggi tende a dominare sempre più la scena agìta dell'erotismo, non è sbilanciato, ma presuppone una parità nei conti del dare e dell'avere affettivo e riconosce la vulnerabilità sentimentale dei maschi.

Certamente, anche nell'amore convergente si pone l'ars erotica al centro del rapporto e si considera il raggiungimento del piacere sessuale reciproco come un elemento chiave per la continuità o l'interruzione di una relazione. Nelle culture non occidentali l'arte amatoria era tradizionalmente una specialità femminile ed era coltivata da concubine e prostitute; quello che oggi indichiamo come amore convergente, in una società dove quasi tutti hanno la possibilità di diventare sessualmente ed eroticamente esperti, appare come l'ideale, l'optimum. È da precisare inoltre che l'amore convergente e l'erotismo che lo sostiene non sono un terreno esclusivo degli eterosessuali, ma influiscono pure sulle categorie di femminile e maschile elaborate fra partner dello stesso sesso e però di 'genere' diverso. Allora, all'erotismo compete anche un altro aspetto di rilievo: il recupero del modello androgino, nel senso che non si può associare il sesso al genere come se fossero la stessa cosa. Non a caso, l'identità di genere è attualmente oggetto di studi di grande rilievo sia psicopatologico sia sociale; l'erotismo è strettamente connesso alla questione dei generi e in tal modo ha dato origine a una vera e propria politica della vita personale.

La risessualizzazione del corpo insieme con il rinnovamento del significato originale dell'erotismo, legato alla comprensione estetica, sono aspetti essenziali per un cambiamento rivoluzionario. In altri termini, l'ideologia sessuale diviene eros quando supera una sua definizione basata sulla biologia. Né l'eros è un fatto soltanto privato, tra individui: al di là delle regole sociali, l'ambito erotico può valere come modello, simbolo e metafora per ulteriori diverse forme di interazione sociale. L'esperienza erotica è capace di diffondersi in maniera continuativa e uniformemente espansiva nei vari contesti delle attività e relazioni umane (Zeitlin 1996), e può permeare profondamente le istituzioni di qualunque società. Nel clima sociale della fine del 20° secolo, che sembra favorire la tolleranza verso un'ampia gamma di stili di vita, l'argomento 'erotismo' è divenuto parte importante nei discorsi quotidiani. In genere, si può dire che non si riconosce più nella natura una guida indiscussa o il parametro di verità; va detto comunque che danni rilevanti possono derivare da false interpretazioni, imputabili a una prospettiva eccessivamente ideologizzata.

Anche per l'erotismo vale appieno la dialettica fra tecniche di repressione, proiezione e sublimazione, e tecniche di potere, controllo, conoscenza; e qui va situata la sua presenza crescente nella mercificazione del sesso, favorita dalla pesante sollecitazione da parte dei mezzi audiovisivi. Sempre più le immagini a contenuto sessuale o pornoerotico che appaiono sul mercato costituiscono una sorta di gigantesca strategia di vendita e di consumo, tendente a stimolare in ogni modo l'edonismo erotico; il vasto uso di riviste, film e altri prodotti porno, nonché l'estrema facilitazione della ricerca sistematica di esperienze sessuali, hanno assunto quasi caratteristiche di 'dipendenza coattiva' (Zeitlin 1996). Ciò si evince dalla onnipervasività di quel che si potrebbe chiamare erotismo semiotico ‒ vale a dire scenari fortemente sessualizzati, con i loro più o meno raffinati codici di stile, colori e abbigliamento ‒ così come appare sia nei mass media sia nei dettagli più banali di molte vite domestiche (Weeks 1985). Nell'inquadramento fenomenologico, l'esperienza erotica va considerata come un'esperienza percettiva sinestesica in cui tutto il sensorio viene progressivamente coinvolto, fino a una dimensione di 'festa percettiva', per aprirsi a modalità nuove e transitorie di essere, sulla base di altre significatività. La dimensione erotica consente una ritrascrizione libera del corpo, dell'altro, della sua presenza. Tale dimensione illusionale pone l'erotismo al limite fra il dato percettivo e la realtà fantasmatica: una specie di interzona tra la sensualità e il mondo interno, in cui si amalgamano gli antichi engrammi libidici con l'attualità dell'esperienza. È importante qui la dimensione dell''adombramento' che attiva maggiormente l'immaginazione e il desiderio. L'esperienza erotica autentica stende i suoi veli laddove la pornografia colloca i suoi obiettivi, i suoi ingrandimenti, le sue abili contraffazioni.

2.

Ipererotismo, dipendenza, coazione

Quanto sinora detto mostra la grande importanza fenomenologica dell'accettazione sociale dell'erotismo e si riflette sulla diversificazione attuale delle sue espressioni psicopatologiche e delle molteplici applicazioni della bioenergetica (W. Reich) e della 'psicoterapia corporea' (A. Lowen), centrate sull'approccio diretto al corpo dell'altro.

Nella patologia dell'erotismo si deve anzitutto parlare della 'sindrome da desiderio sessuale iperattivo', per controllare la quale, oltre all'uso di farmaci, come il ciproterone acetato, negli Stati Uniti sono sorti gruppi di autoaiuto, che ripropongono le strategie dell'Alcoholic anonymous; in particolare i SAA (Sex addicts anonymous) hanno orientamento eterosessuale, mentre gli SCA (Sex compulsive anonymous) riuniscono soprattutto persone dello stesso sesso. Non si tratta di una forzatura, così come non lo è per l'alcolismo; questo quadro di ipererotismo quasi coatto va, infatti, visto come una forma di dipendenza (Chapple-Talbot 1990), anche se la dimensione di dipendenza dal sesso e dalla sua componente erotica non appare ancora ben precisata, al di là di una generica analogia o di una mera metafora.

L'erotismo viene attualmente inteso per lo più come ponte fra desiderio e amore; 'le donne vogliono amore, gli uomini vogliono sesso' è un luogo comune attualmente sempre meno valido. Si può asserire che oggi le donne, come soggetti sociali, sono in grado di rivendicare, per il piacere sessuale, lo status di componente fondamentale dei loro rapporti. Ciò non costituisce patologia; è più opportuno parlare di 'sessualità duttile', distinguendola nettamente dall'ossessione del sesso. L'ipererotismo può allora alludere semplicemente alla ricerca frustrata dell'identità di sé. Si entra nella patologia quando la stima di sé e la capacità di ottenere e dare piacere erotico vengono considerate come dipendenti dall'abilità sessuale ed eventualmente dall'addestramento. In tal senso si può dire che l'ipererotismo è una condizione simile all'addiction e che, se ansiogena, può causare sottile sofferenza.

Nell'erotismo, dalla dipendenza va comunque tenuta distinta la coazione, che può essere paragonata a quella che si verifica, per es., in certe condotte alimentari o in alcuni comportamenti a componente perversa. Facilmente di tipo coatto sono la tendenza a masturbarsi (sovente anche psicotica, specie schizofrenica) e quella a ricercare stimoli porno continui, con un'esigenza incessante di autoaggiornamento, caratteristica delle società post-tradizionali.

Ipererotismo, dipendenza, coazione a ripetere sono altrettanti momenti costituenti della seduzione, in cui confluiscono erotomania e sessuomania, anche se, dal punto di vista erotico, la seduzione ha perso molto della sua importanza in una società in cui le donne, per svariate ragioni, sono notevolmente più 'disponibili'. Un altro ambito 'patomarginale' è dato dal rapporto non di rado morboso esistente fra erotismo e pornografia. L'attuale diffusione consumistica di sesso ad alta intensità ma standardizzato, fugace e privo di intimità, manipola l'erotismo femminile, spersonalizzando il suo desiderio o attivando tendenze aggressive, violenze e stupri, con preoccupanti risvolti sociali e con impensati, imprevedibili sviluppi sociopatici (Tomaselly-Porter 1986).

A parte la gravità e l'estensione della dimensione perversa nelle declinazioni abnormi dell'erotismo, quale emerge per es. dai frequenti casi di pedofilia, la qualità propriamente psicopatologica e psichiatrica dell'erotismo viene offerta dalle psicosi con allucinazioni sessuali, con onirismo erotico di tipo persecutorio, con incursioni profonde in territori di grande rilievo etnopsichiatrico. Le sindromi di 'possessione diabolica' vanno qui ricordate non solo per certe pregnanti tematiche erotiche, spesso ricorrenti pure fra genti molto diverse fra loro, ma anche per la loro peculiarità storica e culturale, e per la fenomenica delirante di gruppo. L'instabilità emotiva, la suggestionabilità e la trance sono la regola e la struttura paranoica raramente fa difetto, mentre la tessitura erotica può ampiamente camuffarsi o transire in simboli e metafore vive. Qui avviene, per gradi, la transizione al 'delirio erotomane', cioè a quello stato delirante (Priori 1978), tanto meno erotico quanto più erotomane, in cui il soggetto crede, nel modo più inadeguato e irrealistico, di venire corrisposto in un amore, appassionato ma casto, da una persona impossibile, con cui abitualmente non si ha intimità alcuna (una grande attrice, un uomo politico, uno scrittore di grido, un medico di fama) e che non ha mai dato motivo di fondatezza a tale idea.

Il concetto clinico di erotomania ('follia dell'amore casto') si deve, nell'Ottocento, al francese J.-E.-D. Esquirol, uno dei padri della psichiatria; esso fu oggetto di acute indagini da parte di G. de Clérambault, negli anni Venti del 20° secolo, e poi di G. de Morsier e di G. Ferdière. Fondamentale è, nell'erotomane, l''illusione delirante' di essere amato, che insorgerebbe all'improvviso (coup de foudre), mentre la castità ne sarebbe un carattere contingente, sostenuto da una sublimazione tanto più strutturata quanto più forte è la passione erotomane. Si è anche parlato, in tale ambito, di 'erotismo orgoglioso', perché le persone oggetto del delirio erotomane sono per lo più di condizione sociale o culturale elevata. Il tema si sviluppa con il carattere della 'certezza primaria', senza tener conto alcuno delle differenze di età e di situazione. Nella convinzione delirante dell'erotomane ogni avvenimento può acquistare il significato di un messaggio d'amore. La condotta dell'oggetto amante-amato (mancanza di dichiarazioni esplicite, ignoranza apparentemente totale di questo amore, negazione di ogni fondatezza dell'assunto) viene considerata dal soggetto come plausibile esitazione per timidezza o per ostacolo da parte di terzi, dovuto a malevolenza, invidia. Anche il matrimonio dell'oggetto sarebbe una banale formalità, ingannevole, mentre il vero amore sarebbe riservato, segretamente, al soggetto che continuerà a sentirsi amato, indipendentemente dai paradossi della condotta ulteriore dell'oggetto, che smentirebbero codesto amore. Non raramente gli erotomani, spinti dalla loro convinzione delirante, tentano approcci con il loro oggetto amato e amante, fino a forme ostinate di persecuzione. L'erotomania viene considerata per lo più nell'ambito della paranoia o, più recentemente, come uno 'sviluppo delirante', nella cui psicogenesi predomina il meccanismo proiettivo o anche quello dell'ideazione catatimica, cioè prossimo a quello isterico (dissociative identity disturbance del Diagnostic and statistical manual of mental disorders, DSM-IV, 1994, dell'American psychiatric association). Il ventaglio psicopatologico dell'erotismo è, dunque, divenuto molto ampio e la ricerca del suo senso e del suo significato per l'uomo di oggi interessa non soltanto la psichiatria e i campi affini, ma anche altre importanti discipline delle scienze umane.

Erotismo e costruzione sociale

di Gabriella Turnaturi


1.

Interazione

L'erotismo è essenzialmente relazionale e implica, sia pure solo nell'immaginazione, la presenza dell'altro. Nell'erotismo si fa, attraverso il corpo, esperienza dell'altro e di sé in relazione all'altro. La routine della vita quotidiana rende opaca la corporeità e poco ci lascia percepire del nostro e dell'altrui corpo, mentre nell'erotismo l'altro s'impone al nostro sguardo e ci svela contemporaneamente la sua e la nostra corporeità.

La sociologia si è occupata assai poco dell'erotismo e le riflessioni sul tema possono essere rintracciate in alcuni autori come G. Simmel - e più recentemente N. Luhmann, J. Baudrillard, A. Giddens - fra le pieghe di studi sull'amore, sulla seduzione, sull'intimità e sulle passioni. Probabilmente, la difficoltà a definire l'erotismo come oggetto sociologico risiede nella natura stessa del fenomeno che, pur avendo un proprio codice, una propria semantica, non ha regole fisse. Non può darsi una definizione generale di ciò che è erotico e di ciò che non lo è. Tutt'al più si possono descrivere situazioni in cui si intravede un'interazione di tipo erotico. Ma chi descrive una situazione erotica non può dare per scontato che essa venga percepita come tale anche da altri: la soggettività e la percezione soggettiva giocano nell'erotismo un ruolo fondante, per cui ciò che per alcuni appare erotico per altri non lo è affatto.

Eppure l'erotismo fa parte delle costruzioni sociali della realtà; assume infatti diverse connotazioni e caratteristiche a seconda delle epoche storiche e delle società in cui si dispiega, e a seconda delle diverse culture del corpo. Ogni società ha avuto e ha i propri standard di erotismo, un proprio senso comune dell'erotismo. Ciò dipende anche dalle differenti percezioni della corporeità e dal diverso concentrarsi dell'attenzione collettiva su un particolare del corpo che diviene oggetto e simbolo dell'erotismo (basti pensare, per es., alla fascinazione erotica delle spalle nude nei romanzi ottocenteschi o alla seduzione del piede nella letteratura cinese).

L'erotismo deve essere però distinto da altre forme d'interazione che pur ugualmente coinvolgono i sensi, le emozioni e il corpo. Esso viene spesso confuso con la pornografia, soprattutto per quanto riguarda la sua rappresentazione attraverso le immagini: fotografie, disegni, dipinti, sculture, film. La differenza fondamentale fra pornografia ed erotismo può essere colta nel tipo di linguaggio e di semantica assunti. Il pornografico gioca sull'esplicito, sulla rappresentazione realistica o iper-realistica, non lascia spazio alla distanza né vive nella distanza. L'erotico è invece tutto giocato sull'allusione, sull'implicito, ed è spesso consumato e vissuto proprio nella distanza. Ugualmente, l'interazione di tipo erotico va distinta dalla relazione sessuale, pur coinvolgendo ambedue la sessualità. Nella prima infatti può non esserci alcun atto sessuale in senso stretto: l'erotismo, pur passando attraverso il corpo, non ha bisogno del possesso del corpo dell'altro.

Se vi è poco in comune fra l'interazione amorosa e quella erotica, in quanto l'una non implica necessariamente l'altra e viceversa, qualche punto in contatto, invece, l'erotismo sembra averlo con il flirt. Simmel (1917) vedeva il flirt come una sublimazione dell'erotismo, come una superiore forma dell'arte del piacere. Inoltre l'erotismo ha in comune con il flirt la stessa ambivalenza costitutiva: sono entrambe forme d'interazione basate sull'implicito e sull'incertezza comunicativa; ambedue si nutrono del gioco del continuo rimando, dell'alternarsi del concedersi e del negarsi. Ma è soprattutto nell'avere il proprio fine in sé, nel gioco per il gioco, nel loro essere ambedue forme d'interazione ludiche che l'erotismo e la flirtation possono rinviare l'una all'altra pur nella loro diversità. Nell'erotismo, così come nel plaisir, secondo la definizione data da Luhmann (1982), il soggetto non ha bisogno di criteri esterni per accertarsi del fatto che sta vivendo un'esperienza erotica. La certezza si radica nei mutamenti improvvisi del corpo il quale invia segnali inequivocabili. L'erotismo è essenzialmente autoreferente, si autodefinisce e si autoriconosce. Può essere riconosciuto dal soggetto nel momento immediato in cui viene vissuto oppure attraverso la rielaborazione della memoria, o la trasfigurazione della fantasia. Esso è una forma speciale d'interazione in cui due soggetti costruiscono, comprendono e interpretano uno stesso vocabolario. Il fatto che l'erotismo sia costruito insieme a un altro individuo attraverso un comune sistema simbolico e semantico fa sì che esso sia contemporaneamente una costruzione sociale, ma anche una forma d'interazione irripetibile, particolare, creata proprio nel momento in cui è vissuta, hic et nunc, esclusivamente dai soggetti che ne sono protagonisti.

L'erotismo, pur essendo relazionale, è costruito più dal soggetto che produce sensazioni, emozioni e fantasie erotiche che dall'oggetto erotico. Nell'interazione amorosa, sostiene Simmel, l'oggetto d'amore non preesiste all'amore; ugualmente l'oggetto dell'erotismo non esiste al di fuori del soggetto, di colei o colui che crea e interpreta l'erotismo come tale. E, come nell'amore si ama soprattutto il sé che ama, nell'erotismo si è erotizzati non tanto da un oggetto pre-esistente ma dalla stessa interazione erotica, da quel flusso emozionale che passa da un soggetto all'altro e da un corpo all'altro. L'erotismo presuppone dunque individuazione, autoriflessività e soprattutto la perdita dell'innocenza intesa come spontaneità, come non-percezione, come ottusità della propria esperienza emozionale e sessuale. Il soggetto dell'erotismo si guarda, si sente e si percepisce e più sembra perdersi, più è cosciente e capace di godere di questo apparente dissolversi, e in quanto tale è capace di autodescriversi e di narrarsi. Ogni contatto furtivo con il corpo dell'essere amato, come sostiene R. Barthes, trasforma l'interazione in una "regione paradisiaca dei segni sottili e clandestini: è come una festa, non dei sensi, ma del senso" (Barthes 1977, trad. it., p. 57). Per questo soltanto il genere umano conosce l'erotismo, proprio perché è il solo a possedere la capacità dell'immaginazione, dell'autopercezione e della costruzione di senso. La presenza reale o evocata dell'altro è necessaria, ma questi può anche essere inconsapevole delle fantasie scatenate, tanto quanto il soggetto è conscio di ciò che sta provando.

2.

Comunicazione

Il soggetto che vuole intenzionalmente suscitare erotismo, creare un'interazione erotica o porsi come oggetto erotico lancia una sfida, ma deve correre il rischio che il suo messaggio non venga percepito come tale dall'altro. I segnali e il linguaggio erotici sono sempre allusivi e ambigui, anche perché si nutrono di fantasie e l'esplicito, che si gioca solo sul piano del reale, distrugge il terreno dell'erotismo. Correre il rischio dell'allusione e della simulazione vuol dire non scoprire mai sino in fondo la propria intenzionalità. L'erotismo è dunque anche avventurarsi nell'indovinare le fantasie dell'altro, nel mondo erotico dell'altro che resta sempre misterioso e sconosciuto. In questo senso esso è una forma di comunicazione che tocca livelli molto profondi, pur manifestandosi a livelli superficiali e visibili, come quello dei segnali inviati attraverso il corpo.

Un esempio dell'ambiguità di ciò che può essere percepito come erotico o meno è dato dal cosiddetto abbigliamento erotico. Un modo di vestirsi può essere definito erotico soltanto rispetto alle norme dell'abbigliamento che regolano un determinato spazio sociale. Un abito trasparente oppure aderente indossato da una donna non è in sé erotico, ma diviene tale a seconda del contesto in cui è utilizzato. L'erotismo nasce da segni dissonanti, se rompe le norme; ciò che rende erotico un abbigliamento è lo spostamento di significato, lo spiazzamento dei significati attraverso il gioco del corpo. Vestire eroticamente vuol dire produrre un segno attraverso una forma di mascheramento e un artificio del corpo. Spesso l'abbigliamento spregiudicato e dissonante di una donna viene percepito come segno di disponibilità, mentre la donna può voler esprimere il desiderio fine a sé stesso di giocare con le regole del contesto e il proprio corpo. Un'importante libertà rivendicata, e non ancora del tutto conquistata, da parte delle donne è proprio quella di vestirsi in maniera erotizzante, senza per questo autorizzare la violazione del proprio corpo. Gesti, sguardi, una mano che gioca con i capelli sono segnali non univoci e che possono significare cose diverse non solo per l'emittente, ma anche per il ricevente. La comunicazione erotica può dunque essere fallimentare, se il ricevente non coglie il messaggio, o realizzarsi con successo, se il messaggio ha colto nel segno. Si tratta dunque sempre di una forma di comunicazione che procede per segnali piuttosto che per significanti certi e inequivocabili. In questo senso l'erotismo nasce sempre in un contesto in cui interagiscono il soggetto che produce coscientemente erotismo e il soggetto che percepisce o legge un segnale come erotico; vi è interazione anche quando un soggetto crea erotismo attraverso le sue fantasie sull'altro che, invece, rimane inconsapevole. Si possono ipotizzare in tal modo diverse figure dell'erotismo inteso come comunicazione. Può accadere che un soggetto invii coscientemente messaggi attraverso una comunicazione verbale e non verbale per indurre fantasie e sensazioni erotiche; la comunicazione, tuttavia, può realizzarsi o meno, in quanto l'intenzionalità e la coscienza del soggetto che invia il messaggio non garantiscono di per sé che l'altro lo colga. Altre volte un soggetto diviene inconsapevolmente e malgrado sé stesso oggetto d'erotismo per l'altro e, anche in questo caso, può percepire o non percepire di essere divenuto tale. Nell'interazione fra più soggetti, alcuni segnali vengono percepiti come erotici da un pubblico e quindi assumono un significato inequivocabile, eppure resta l'incertezza del sapere a chi siano indirizzati. Può quindi accadere che un messaggio erotico sia indirizzato a un pubblico indifferenziato per il puro piacere di chi lo invia di creare un erotismo diffuso, ed essere invece percepito da un altro come indirizzato esclusivamente a sé; o, al contrario, può essere indirizzato a qualcuno in particolare, ma questo qualcuno sarà l'unico a non percepirlo come tale.

3.

Esperienza dei sensi

Se l'erotismo è essenzialmente un processo comunicativo e una forma d'interazione che prende forma nell'immaginario e nell'interpretazione, il corpo ne costituisce però il fondamento. L'erotismo è certamente il 'trionfo del senso', ma è soprattutto un'esperienza dei sensi. Guardare l'altro o sentire l'altro costituisce l'acme dell'erotismo che è percepito dal soggetto anzitutto come la dilatazione di un senso. Lo sguardo di chi si sente erotizzato acquista forza, vigore e lucidità, capacità di percepire sfumature e particolari non visibili a un occhio eroticamente indifferente. Non solo un senso o una parte del proprio corpo si dilata a dismisura sino a divenire quasi un'estensione degli organi sessuali, ma anche un particolare del corpo dell'altro assume una rilevanza e una visibilità totalizzanti, capaci di oscurare il resto. Ciò avviene soprattutto nella forma di erotismo rappresentata dal feticismo; è innegabile, tuttavia, che sia sempre il particolare, un gesto, uno sguardo, un modo di toccarsi, il timbro di una voce ad accendere il desiderio. L'oggetto della passione erotica viene guardato e osservato con un'attenzione che si concentra tutta ora su questo e ora su quell'altro particolare: l'erotismo dunque può essere visto anche come il trionfo del particolare sul tutto, dell'esasperazione di un dettaglio sull'interezza del corpo. Proprio grazie a questa dilatazione sensoriale esso può vivere anche attraverso la distanza fisica, attraverso lo sguardo o il gioco degli sguardi. Può essere vissuto anche come un piacere che l'occhio assorbe per poi distribuirlo generosamente a tutti gli altri sensi e si può giungere a un pieno appagamento sensuale pur senza che il corpo si sia affatto spostato. Teso verso il visibile e attratto irresistibilmente da esso, l'erotismo va anche oltre di esso e nasce da quella possibilità di stabilire un contatto a distanza.

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