ERFURT

Enciclopedia Italiana (1932)

ERFURT (A. T., 53-54-55)

Elio MIGLIORINI
Hans MOHLE
Fedor SCHNEIDER
Walter MATURI

Città della Turingia nella provincia prussiana di Sassonia (trentottesima tra le città tedesche per numero d'abitanti), 202 m. s. m., sulle rive dell'impetuoso torrente Gera (che viene dalla vicina Foresta di Turingia; affluente dell'Unstrut e quindi della Saale e dell'Elba), il quale offriva in questo punto un ottimo passaggio (ted. Furt), tra Foresta Turingia e Harz, per l'antica strada di commercio Francoforte-Lipsia, che qui s'incrocia con la Norimberga-Magdeburgo. Il luogo era difeso da una fortezza e da mura che furono abbattute nel 1873; esso conserva, nell'aspetto di molte case e chiese e per le molte torri, i caratteri di antico centro; due bracci del fiume racchiudono la parte orientale della città, che ha forma di mezzaluna; asse principale è la via Anger; la parte occidentale, lambita pure da un terzo ramo del Gera è presso il Petersberg. A sud e a ovest si trovano i quartieri d'abitazione, a nord e a nord-est gli stabilimenti e le case operaie. Erfurt ha mantenuto, anche nell'attuale rete ferroviaria, la sua posizione di nodo molto importante, proprio al centro della Germania. Ma ora è soprattutto nota per la coltura (200 ha.) di fiori e di ortaggi, largamente esportati. Vi sono anche fabbriche di scarpe e di macchine. Gli abitanti da 53 mila nel 1880 sono aumentati a 135.579 nel 1925. A nord della città è stato creato un aeroporto molto frequentato.

Il distretto di Erfurt, uno dei tre della Sassonia prussiana, ha una superficie di 3534 kmq. e conta 570.270 abitanti.

Monumenti. - In magnifica posizione sul Domberg, la cattedrale con la vicina chiesa di San Severo forma il più incantevole insieme architettonico della regione. Poco ne resta del periodo romanico. Le sue navate, di eguale altezza, con vòlte a stella, appartengono a una ricostruzione intrapresa nel 1452. Il piccolo coro romanico fu nel sec.. XIV ingrandito così da formare quasi una costruzione a sé, di mirabili proporzioni. Contemporaneamente si spostarono i margini del monte con una terrazza (Cavaten) sorretta da alte arcate aperte, e si costruirono la singolare cripta e la gradinata. Il bel portico, edificato nel 1330 a settentrione del transetto, il cosiddetto Triangolo, è decorato con trentaquattro statue (Apostoli, le Vergini sagge, la Chiesa e la Sinagoga). Il pittoresco chiostro è del sec. XV, ma ha avanzi del sec. XIII. Nell'interno tra altro sono da notare una pala d'altare in stucco del 1160 circa, il candelabro di Wolfram (1170 circa), la pietra sepolcrale del conte Gleichen e delle sue due consorti (1290 circa), altre tombe, in parte della bottega del Vischer, e infine i magnifici stalli del coro. Le numerose vetrate del coro (1403), sono fra le migliori della Turingia. La collegiata di San Severo, a cinque navate, di uguale altezza, risale alla metà del sec. XV: ha un fonte battesimale del 1464 con un enorme baldacchino, e numerose sculture del sec. XIV, fra cui è notevole soprattutto il sarcofago di San Severo (1365 circa).

Tranne la chiesa di S. Iacopo, dei secoli XII e XIII, modificata poi, la maggior parte delle altre chiese antiche appartiene allo stile gotico dal sec. XIII al XV: la chiesa dei domenicani, iniziata nel 1308, con un importante dipinto del 1360 circa e una Madonna in pietra arenaria della stessa epoca; la chiesa dei francescani (1285 principio del sec. XV) con numerose belle pietre tombali; la chiesa dei canonici agostiniani, che conserva un grande altare con importanti dipinti del 1380 circa. Degli antichi monasteri rimane quello delle orsoline, della fine del secolo XIII, con una delle più commoventi immagini plastiche tedesche della Pietà, in legno (1340 circa).

Fra le costruzioni civili sono da ricordare alcune case del periodo della Lega Anseatica, la vecchia università (circa 1525) e una serie di ricchi edifici del Rinascimento e barocchi: ad es., la casa zum breiten Herd (1584), il Museo e il Palazzo del governo, il cui corpo centrale fu opera di Maximilian von Welsch (1713-20).

La Biblioteca Civica possiede importanti incunaboli e manoscritti. Nel museo comunale esiste una preziosa raccolta di opere d'arte, specialmente medievali, della Turingia.

V. tavv. XIII e XIV.

Storia. - La posizione di Erfurt sulla preistorica strada commerciale, che corre dal medio Reno fino a Magonza, ha fatto di Erfurt fin dai tempi antichi un importante centro di comunicazioni commerciali. Così questa località appare già sotto i Franchi in possesso dell'Impero e più tardi è un'importante corte reale. Quando San Bonifazio ebbe fondato nel 741 tre vescovati per assicurare con un'organizzazione ecclesiastica il territorio della sua missione - il paese dei Turingi e degli Assiani - anche Erfurt venne a far parte di essi, e precisamente del vescovato della Turingia. Il vescovato non poté reggersi e si sciolse dopo la morte del suo primo occupante; tuttavia la località di Erfurt, ormai uno dei più grandi arcidiaconati dell'arcivescovado di Magonza, conservò la sua importanza quale centro dei possessi di Magonza nella Turingia, ed esercitò un'influenza sulla politica di questo arcivescovado, che si può scorgere chiaramente nelle guerre di Sassonia di Enrico IV.

Sotto Carlomagno, Erfurt contava nell'805 fra i mercati di frontiera per il commercio con gli Slavi dell'Elba e quanto più si diffondeva la cultura tedesca fra questi popoli, tanto più Erfurt diventava città di commercio. Suo principale commercio era il guado (Isatis tinctoria). Fra i molti monasteri e fondazioni pie, istituiti a Erfurt rimase, dopo lo scioglimento dell'arcivescovato, il Kollegialstift di S. Maria di cui si fa menzione solo nel 1119. L'istituzione dei canonici di S. Severo rimonta alla traslazione delle ossa di questo santo da Ravenna, compiuta nell'anno 836 dall'arcivescovo Otgar di Magonza. Nel convento fondato da un Merovingio sul Petersberg, v'erano già non meno di 945 canonici; i benedettini li sostituirono solo dopo il 1060. Oltre a questi ordini bisogna aggiungere quelli dei mendicanti, che vennero a stabilirsi a Erfurt e acquistarono molta importanza per la loro vita spirituale; dei minoriti nel 1224, dei domenicani nel 1228, degli eremitani agostiniani nel 1283.

La presenza della corte reale nella città fece sì, che i rapporti con l'Impero, anche dopo l'insurrezione della Germania settentrionale contro Enrico IV, non furono interrotti e rimasero più stretti di quelli coi langravî di Turingia, i quali non erano riusciti a togliere Erfurt agli arcivescovi di Magonza. Già nel 1152 la visitò Barbarossa, nel primo anno del suo regno; poi vi tornò nel 1153 e nel 1170 e più volte dopo il 1179, negli anni della sua lotta con il duca di Baviera Enrico il Leone. Nell'ultima delle diete tenute ad Erfurt a questo proposito (luglio 1179, nov.-dic. 1180 e nov. 1181) comparve Enrico, che si umiliò davanti all'imperatore. È nota la grande dieta tenuta da Rodolfo di Asburgo nel 1290 ad Erfurt, dove il re si era trattenuto per un anno per il ristabilimento della pace nel paese. La città benché avesse spesso prestato aiuto agli imperatori contro i papi e gli arcivescovi, non divenne tuttavia mai città libera. Sotto la sovranità dell'arcivescovo di Magonza il Consiglio di Erfurt godeva bensì, dal punto di vista amministrativo di piena indipendenza, ma la sua potenza diminuì nel sec. XIV. Nel 1483 i principi elettori di Sassonia assunsero il protettorato della città, che mantennero fino al 1665, quando l'arcivescovo di Magonza riuscì a riconquistare la città. Le discordie interne affrettarono la decadenza di Erfurt. Nella guerra dei Trent'anni Erfurt servì a lungo di punto d'appoggio per gli Svedesi. Col Reichsdeputationshauptschluss che pose fine al potere temporale dell'arcivescovo di Magonza, Erfurt passò alla Prussia; ma nel 1806 fu occupata da Napoleone, che vi si incontrò nel 1808 con Alessandro I di Russia e con numerosi principi tedeschi (Congresso di Erfurt; v. appresso). Dopo la caduta di Napoleone Erfurt ritornò alla Prussia. Nel 1850 è stata sede di un Parlamento dell'Unione (Prussia e gli altri stati tedeschi uniti), dove fu accolto il progetto di costituzione, proposto dalla Prussia, per la soluzione (piccolo-tedesca) della questione germanica.

Fino al 1800 Erfurt fu sede di un'università fondata nel 1392. Lutero vi studiò nelle facoltà delle arti e di giurisprudenza dal 1501 al 1505 e in quella di teologia dopo essere entrato nel convento degli agostiniani.

Congresso, intervista e convenzione di Erfurt. - Intervista e convenzione diplomatica tra Napoleone e Alessandro I di Russia. Napoleone, irritato per gli armamenti dell'Austria, pensò nel 1808 di tenerla in iscacco, alleandosi con la Russia, e per colpire l'ardente immaginazione dello zar Alessandro si fece seguire a Erfurt, dove aveva fissato con lui un incontro, da una corte sfarzosa, e vi chiamò a congresso come comparse i re e i principi della Germania. Ma Alessandro I non si lasciò commuovere da questo stupendo apparato scenico e, con fine abilità diplomatica, consigliato anche dal Talleyrand e dal Caulaincourt ambasciatore francese a Pietroburgo, che tradivano l'imperatore, riuscì a ottenere, nella convenzione firmata il 12 ottobre 1808, che Napoleone evacuasse la Prussia e che egli potesse annettere alla Russia la Finlandia e i principati danubiani. Nulla si concluse sulla divisione dell'impero turco, ma Napoleone s'impegnava a sostenere la Russia, se fosse attaccata dall'Austria e Alessandro I di fare lo stesso se l'Austria aggredisse la Francia. Sebbene Alessandro rassicurasse privatamente l'inviato austriaco a Erfurt, Vincent, e l'imperatore Francesco sulle sue intenzioni amichevoli verso l'Austria, tuttavia Napoleone riuscì con questa intervista almeno a togliere alla quinta coalizione, che si organizzava contro di lui, un possibile forte componente.

Bibl.: Sui monumenti della città, v.: W. v. Tettau, Beschreibende Darstellung der älteren Bau- und Kunstdenkmäler der Stadt Erfurt, Halle 1890; C. Gurlitt, Historische Städtebilder, I, Erfurt, Berlino 1901; A. Overmann, Die ält. Kunstdenkmäler der Stadt Erfurt, Erfut 1912; W. Passarge, Der Dom und die Severikirche zu Erfurt, Burg presso Magdeburgo 1926; L. Bögl, Erfurt, Berlino 1927; H. Kunze, Erfurt, Berlino 1928. - Per la storia della città, v.: Akten der Erfurter Universität, voll. 3, Halle 1881-1899; Urkundenbuch der Stadt Erfurt, in Geschichtsquellen der Provinz Sachsen und angrenzender Gebiete, I, VIII, XXIII, XXIV, Halle 1870 segg.; A. Overmann, Urkundenbuch der Erfurter Stifter und Klöster, I, Magdeburgo 1926; O. Holder-Egger, Monumenta Erphesfurtensia saec. XII, XIII, XIV, in Scriptores rerum german. Berlino 1899; C. Beyer, Gesch. der Stadt Erfurt, Erfurt 1900 segg.; A. Hauck, Kirchengeschichte Deutschlands, I, II, Lipsia 1922 seguenti; O. Scheel, Martin Luther, I, 3ª ed., Tubinga 1921, pp. 121-262. - Sul congresso di Erfurt, oltre la calssica opera di A. Sorel L'Europe et la Révolution Française, VII, 18ª ed., Parigi 1922, pp. 312-22, cfr.: E. Bourgeois, Manuel historique de politique étrangère, II, Parigi 1929, pp. 388-405; A. Vandal, Napoléon et Aledandre Ier, De Tilsitt à Erfurt, Parigi 1891;S. Tatistcheff, Alexandre Ier et Napoléon, Parigi 1891; R. Bittard des Portes, Les préliminaires de l'entrevue d'Erfurt, in Revue d'histoire diplomatique, (1890).

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