ERBICIDI

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

ERBICIDI

Paolo FONTANA

. Sostanze chimiche capaci di distruggere piante non desiderate; ogni pianta può essere non desiderata a seconda delle circostanze: per es. le piante che infestano le colture agrarie determinando perdite gravi all'agricoltura, oppure le erbe che infestano strade ferrate, canali di irrigazione, parchi, stadî, ecc. Gli e., che servono per effettuare il controllo chimico della crescita delle erbe infestanti, si classificano in: e. totali e selettivi, a seconda che distruggano tutte o solo alcune delle erbe che crescono sulla superficie trattata. Poiché ogni specie vegetale ha una sua soglia di resistenza ai varî prodotti chimici, un e. totale, opportunamente dosato, può essere usato come selettivo. Il complesso problema della scelta dell'e. adatto a ciascun caso può essere risolto solo attraverso esperienze e ricerche.

Gli e. di più antico impiego sono rappresentati da composti inorganici (ad eccezione dell'acido benzenarsonico e della calciocianamide), mentre quelli che hanno determinato uno spettacolare progresso in questo campo sono costituiti da composti organici sintetici. Fra gli inorganici si possono annoverare gli arseniti, usati sia come e. totali che come selettivi contro la cuscuta, e gli arseniati, i clorati, soprattutto il clorato di sodio, fino a qualche anno fa il più importante degli e. totali; esso agisce per le sue proprietà ossidanti, e il suo impiego presenta qualche pericolo per gli operatori. È stato pure impiegato il clorato di magnesio, il quale, essendo deliquescente, non presenta i pericoli del clorato di sodio. Altri e. inorganici sono: l'acido solforico ad opportuna concentrazione, varî sali di boro, impiegati da soli o in associazione con altri, come i clorati, e inoltre cianato potassico, tiocianato ammonico, sali di rame (il nitrato), solfato ferroso, cloruro sodico, ecc.

La scoperta di prodotti organici sintetici dotati di una attività e di una specificità elevatissime ha determinato il diffondersi, in questi ultimi anni, dell'uso agricolo degli erbicidi. Il primo di questi composti, tuttora usato in assai vasta scala, fu l'acido 2,4-diclorofenossiacetico (2,4-D), scoperto nel 1944 dai ricercatori del Boyce Thompson lnstitute (S.U.A.), la cui produzione industriale fu iniziata nel 1945. Da questo momento la produzione di questa e di analoghe sostanze ha avuto un incremento grandissimo, e il loro impiego ha permesso di ridurre sensibilmente i costi di produzione in agricoltura.

Il 2,4-D è la prima "sostanza di crescita" a tipo ormonico ed è caratterizzato da: azione selettiva, capacità di agire a bassa concentrazione e capacità di essere traslocata entro le piante determinandone la completa distruzione. Il 2,4-D è praticamente insolubile in acqua e viene comunemente impiegato in agricoltura sotto le forme solubili di sali di sodio e di amine, quali di- e tri-etilamina, isopropilamina, di- e tri-etanolamina. Questi composti possiedono però una tensione di vapore non trascurabile, e, a causa della loro grande fitotossicità, possono produrre danni ingenti a colture sensibili adiacenti a quelle trattate. Per ovviare a questi inconvenienti, si preparano oggi esteri del 2,4-D a bassa volatilità con alcoli ad alto peso molecolare, quali 2-butossietanolo, 3- (2-butossietossi) propanolo, ter-octanolo, tetraidrofurfurolo. Sono stati anche preparati altri esteri con alcoli a basso peso molecolare, che posseggono una tensione di vapore relativamente alta, ma una attività superiore a quella degli esteri pesanti.

Usati come e. sono pure: l'acido 2-metil-4-cloro-fenossiacetico (MCPA), l'acido 2,4,5-tricloro-fenossiacetico (2,4,5,-T), il 2- (2,4-diclorofenossietil) solfato di sodio (e. Crag 1). Altri composti di questa serie sono stati preparati, ma non hanno trovato applicazione commerciale.

Un altro gruppo di composti ad azione ormono-simile deriva dall'acido carbammico: fra essi sono l'isopropil N-fenil carbammato (ICP), e l'isopropil N-(m-clorofenil) carbammato (CIPC). Più recentemente si sono affermati derivati dell'urea, quali la 3-(p-clorofenil) 1,1-dimetil-urea (CMU) e la 3-fenil 1,1-dimetil-urea (PDU), adatti al diserbo di piante insensibili alle altre sostanze. Di minor interesse sono: l'acido tricloroacetico, l'acido monocloroacetico, l'acido 2,2′-dicloropropionico, il pentaclorofenolo (PCP), il 4,6-dinitro-o-cresolo (DNOC), il dinitro-o-sec butilfenolo (DNOSBP), (gli ultimi tre composti sono di impiego relativamente antico e posseggono, oltre che attività erbicida, anche un'attività anticrittogamica), alcuni derivati dell'acido ftalico, l'idrazide maleica, ed altri.

Recentemente è stato trovato e commercialmente sviluppato un nuovo gruppo di sostanze per uso e. sia totale che selettivo: il gruppo della triclorotriazina simmetrica, il più importante dei quali è la simazina.

Il consumo di e. è divenuto notevole; nei soli S. U. A. si calcolava alcuni anni fa una produzione di circa 15.000 t annue di solo 2,4-D ed un valore di tutti gli e. impiegati, sempre nei soli S. U. A., di molti milioni di dollari.

Bibl.: D. E. H. Frear, Chemistry of pesticides, 3ª ed., New York 1955; D. E. H. Frear in R. E. Kirk, D. F. Othmer, Encyclopedia of Chemical Technology, XV, 15, New York, 1956, p. 22.

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