EPATICHE

Enciclopedia Italiana (1932)

EPATICHE (dal gr. ἦπαρ "fegato" perché la Marchantia polymorpha, veniva usata nella medicina popolare contro le malattie di fegato; lat. scient. Hepaticae; fr. hépatiques; sp. hepáticas; ted. Steinleberkraute)

Ugo Brizi

Embriofite del sottotipo delle Briofite. Sono sempre di piccole dimensioni e quasi tutte viventi in ambiente umido, raramente acquatiche. Poco numerose sono le specie che vivono in luoghi asciutti, sulle cortecce degli alberi, spesso intrecciate coi Muschi o sulle rupi o sul terreno dove formano ampî cuscinetti, e queste presentano struttura alquanto diversa dalle forme igrofile e hanno dispositivi speciali per conservare l'acqua. Sempre, salvo nei generi Riella e Haplomitrium, aderenti o striscianti sul substrato presentano struttura dorsoventrale. Si differenziano dai Muschi che costituiscono, per la generazione sessuale con protonema poco sviluppato o non ben distinto, tallo appiattito poco differenziato, frondoso e ramificato dicotomicamente, oppure meglio differenziato in un fusticino e in foglioline con disposizione dorsoventrale. Lo sporogonio contiene, oltre alle spore, spesso anche elaterî, e, tranne nelle Antocerotacee, non presenta mai una colonnetta centrale o columella come nei Muschi. Nelle Epatiche tallose, questo è, generalmente, formato da una lamina più o meno biforcata a margini lobati, a superficie liscia con numerosi peli assorbenti o rizoidi sulla pagina inferiore, coi quali aderisce al substrato e assorbe l'acqua. Nelle forme più elevate, il tallo è più differenziato, giacché è fornito, inferiormente, di lamelle che somigliano a piccole foglie, presenta i primi segni d'una simmetria bilaterale, che diventa evidente nelle Epatiche fogliose (Jungermanniacee), nelle quali si ha già un fusticino, costituito da parenchima omogeneo, e vere foglioline, per quanto di struttura estremamente semplice e formate da un solo strato di cellule, anervie. Nelle Epatiche, oltre alla riproduzione sessuale, si ha una propagazione vegetativa affidata a propaguli pluricellulari verdi che si formano sulla pagina superiore del tallo frondoso, entro piccoli concettacoli (Marchantia, Lunularia), oppure nascono ai margini delle singole foglioline (Madotheca). In qualche caso il tallo si ramifica dicotomicamente e abbondantemente nel substrato, le parti vecchie si distruggono, e le nuove acquistano individualità propria. La riproduzione sessuale differisce per qualche particolare, che serve a caratterizzare le tre sottoclassi nelle quali si dividno: Antocerotacee, Marcantiacee, Jungermanniacee.

Le Antocerotacee costituiscono un gruppo isolato, comprendente poche forme aventi lo sporogonio a struttura più complessa che non le altre due. Il gametofito talloide ha farma discoidale lobata, e porta stomi sulla faccia inferiore. Gli anteridî, d'origine endogena, sono quattro, immersi nel tallo. Dagli archegonî, dopo la fecondazione, si origina lo sporogonio che resta infisso con un piede corto e rigonfio e porta una capsula allungata a forma di baccello, deiscente in due valve longitudinali, con columella a elaterî. Comprende solo tre generi, con un centinaio di specie, dei luoghi umidi di tutto il globo specialmente nella zona tropicale; in Europa si hanno solo i generi Anthoceros e Notothylas, con dieci specie.

Le Marcantiacee comprendono Epatiche con talli nastriformi, larghi, biforcati, dorsoventrali, portanti inferiormente squamucce e rizoidi, che servono per l'adesione al substrato e per l'assorbimento dell'acqua. Sono dioiche, cioè con anteridî e archegonî su talli separati e su porzioni di essi che si sollevano formando un peduncolo, che s'irradia poi in forma di disco stellato o raggiato. Gli anteridî sono portati sulla faccia superiore di dischi interi o appena lobati, gli archegonî sulla faccia inferiore di dischi raggiati a ombrella. La fecondazione avviene quando piove e l'oospora sviluppa un embrione pluricellulare, che dà origine a uno sporogonio capsulare contenente spore ed elaterî, i quali però mancano nel genere Riccia. Le specie di questa sottoclasse sono 280 in 28 generi, vivono sul terreno, sulle rocce e i muri umidi o nei prati paludosi, torbiere e tra gli stagni. Alcune sono cosmopolite, altre preferiscono le zone temperate, altre si spingfi′no fino alle regioni artiche o ai limitì delle nevi perpetue sui monti. In Europa si trovano 20 generi con 58 specie.

Le Jungermanniacee comprendono Epatiche piccole, vegetanti sul terreno, sulle foglie morte, sui tronchi, prevalentemente nelle zone tropicali. Hanno, solo nelle forme più semplici, un tallo frondoso (Pellia) o appena differenziato in asse e appendici poco evidenti (Blasia), giacché in esse è quasi sempre ben distinto un fusticino con foglioline disposte in due serie laterali, alle quali s'aggiunge quasi sempre una terza serie, denominate amfigastrî. Spesso le foglioline presentano dei lobi (Frullania), uno dei quali è trasformato in un piccolo sacco per la conservazione dell'acqua. Lo sporogonio presenta un lungo peduncolo, alla base del quale permane la parete archegoniale. La capsula è quadrivalve senza columella, e contiene spore ed elaterî. Le Jungermanniacee costituiscono due gruppi, distinti fra loro secondo che gli archegonî, e quindi gli sporogonî, sono terminali, ossia all'apice del fusticino o delle sue ramificazioni (Acrogine) oppure che archegonî e sporogonî sono laterali, senza che vi partecipi l'apice (Anacrogine).

Le Epatiche sono diffuse in tutto il mondo, spesso associate coi Muschi, compiono insieme con essi l'importante funzione di trattenere l'acqua di pioggia e di contribuire largamente alla formazione del terreno vegetale. Si estendono dalle zone artiche, dove sono più rare, fino a quelle tropicali ed equatoriali dove, nelle foreste caldo-umide, prospera la più gran parte delle specie, specialmente Jungermanniacee. Le Epatiche contraggono spesso interessanti rapporti di simbiosi con piccoli animali (Rotiferi) con alghe (Nostoc) e con funghi diversi, anche Imenomiceti. Le forme viventi comprendono 165 generi con circa 4000 specie di cui in Europa si contano solo 90 generi e circa 380 specie. Le Epatiche fossili conosciute sono relativamente poche; certamente, per la loro più semplice organizzazione, hanno preceduto i Muschi, gli avanzi dei quali compaiono solo nel Cretacico, mentre Epatiche fossili si conoscono fin dal Carbonico e dal Mesozoico e di queste sono segnalati finora 10 generi e 40 specie, prevalentemente europee o nordamericane.

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