ENEA

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1992)

ENEA

Umberto Colombo

Sigla dell'Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente. Questa è la nuova denominazione, secondo la l. 25 agosto 1991 n. 282, del Comitato nazionale per la ricerca e lo sviluppo dell'Energia Nucleare e delle Energie Alternative, ente di diritto pubblico costituito con l. 5 marzo 1982 n. 84 di riforma del CNEN (Comitato Nazionale per l'Energia Nucleare).

La genesi dell'ENEA risale all'inizio degli anni Cinquanta, quando, in seno al Consiglio nazionale delle ricerche, si generò il CNRN (Comitato Nazionale per le Ricerche Nucleari), che aveva lo scopo di svolgere ricerca scientifica sulle applicazioni pacifiche dell'energia nucleare, in un momento in cui sembrava che l'energia nucleare da fissione avrebbe rappresentato la soluzione del problema energetico per l'intera umanità. Nel 1960, il CNRN fu separato definitivamente dal CNR e fu istituito con apposita legge il CNEN, con il compito di svolgere studi e ricerche in materia di applicazioni pacifiche dell'energia nucleare, e in particolare in materia di sviluppo di reattori e altri impianti nucleari, esercitando anche i necessari controlli per la sicurezza nucleare e la protezione sanitaria dalle radiazioni ionizzanti.

La nazionalizzazione della produzione e distribuzione dell'energia elettrica con la costituzione dell'ENEL (1963) avrebbe potuto essere un evento propizio a un adeguato sviluppo dell'energia nucleare, ma proprio i contraccolpi della battaglia politica che aveva portato a questa nazionalizzazione determinarono prima la crisi del CNEN (di cui fu dinamico segretario generale F. Ippolito) e poi il sostanziale abbandono dei programmi elettronucleari che erano stati avviati da tre diversi gruppi industriali. Il CNEN continuò allora le sue ricerche in uno stato di virtuale isolamento, che si prolungò fino a che, con le crisi petrolifere degli anni Settanta, si fece strada la consapevolezza che il petrolio (di cui l'Italia importava la quasi totalità del fabbisogno) non avrebbe più potuto rappresentare la fonte egemone di energia. Questo restituì credibilità all'energia nucleare, vista come fonte alternativa ai combustibili fossili per quanto attiene alla generazione di energia elettrica, e portò alle condizioni per un rilancio del CNEN.

Fu appunto alla fine degli anni Settanta che il CNEN rafforzò i suoi impegni nei grandi progetti di reattori nucleari sperimentali, e produsse uno sforzo tecnologico, accompagnato da erogazioni finanziarie alle industrie partecipanti ai progetti stessi, con lo scopo di promuoverne le capacità di realizzare autonomamente le centrali nucleari previste nel piano energetico italiano. Ricerca e promozione industriale divennero allora le due caratteristiche complementari e inscindibili che distinsero il CNEN dagli altri enti di ricerca. All'interno del CNEN, e più in generale nella realtà italiana, maturò l'esigenza di una politica energetica articolata e diversificata. In altre parole, l'atomo non poteva rappresentare l'unica risposta alla crisi energetica. Il CNEN si batté pertanto per la riforma, poi sancita dalla citata legge del 1982 e ribadita da quella del 1991, che estendeva allo sviluppo delle energie rinnovabili e del risparmio energetico, nonché allo studio delle interazioni energia/ambiente, il campo d'azione dell'ente.

Sono organi dell'ENEA: il presidente; il Consiglio di amministrazione (composto dal presidente e 9 membri, di cui 4 designati rispettivamente dal ministro dell'Industria, dal ministro dell'Università, dal ministro per l'Ambiente, dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome); il Collegio dei revisori. Le attività operative dell'ente sono sotto la supervisione del direttore generale, che ne è responsabile nei confronti del Consiglio di amministrazione. L'ENEA ha sede legale in Roma, è sottoposto alla vigilanza del ministro dell'Industria e alle direttive del CIPE. I programmi pluriennali dell'ente, approvati dal governo, sono finanziati dallo stato con apposita legge. L'ente può provvedere all'assolvimento dei propri compiti anche con contributi derivanti da fonti diverse (per es. legge per l'intervento straordinario nel Mezzogiorno, leggi sulla salvaguardia ambientale, programmi di ricerca finanziati dalla CEE).

Oggi l'ENEA conta su una risorsa umana di oltre 5000 persone, di cui 2000 scienziati e ingegneri altamente qualificati. L'ente opera in 9 centri di ricerca distribuiti in tutto il territorio nazionale, anche se è evidente una concentrazione nell'area romana dove, oltre alla direzione e alla sede della Direzione Sicurezza Nucleare e Protezione Sanitaria (DISP), sono collocati il Centro Ricerche della Casaccia (2000 dipendenti), impegnato lungo tutte le linee di attività dell'ente, e quello di Frascati (500 dipendenti che operano in ricerche sulla fusione nucleare e sullo sviluppo dei laser). Gli altri principali centri dell'ente sono a Bologna (500 dipendenti), al Brasimone, pure in provincia di Bologna, a Saluggia (Vercelli), a Ispra (Varese), a Lerici (La Spezia), a Portici (Napoli), a Rotondella (Matera).

A seguito dell'incidente nucleare occorso alla centrale sovietica di Černobyl e alle ripercussioni di questo incidente sull'opinione pubblica di diversi paesi, in particolare dell'Italia, la politica energetica italiana ha subito un profondo cambiamento, con la rinuncia a portare avanti il programma di centrali nucleari precedentemente previsto, e con un'attenzione ancor maggiore che in passato alla protezione ambientale, allo sviluppo delle energie rinnovabili, e soprattutto al risparmio energetico conseguito attraverso l'eliminazione di tutti i possibili sprechi nella produzione e utilizzazione dell'energia. Questo mutamento della politica energetica nazionale ha comportato per l'ENEA una profonda ristrutturazione. Anzitutto, la rinuncia ai programmi nucleari prima previsti non significa cancellare per sempre il nucleare dai programmi energetici del paese. Di qui, l'enfasi verso una ricerca di tecnologie nucleari che portino a reattori cosiddetti ''a sicurezza intrinseca'', in grado cioè di ridurre gli effetti ambientali e sanitari di qualsivoglia possibile incidente, non dovendosi più ricorrere a piani di evacuazione delle popolazioni. In questo stesso ambito, va rilevato un impulso più sostenuto che in passato verso la ricerca e lo sviluppo tecnologico della fusione nucleare, un'opzione tuttavia di lungo se non lunghissimo termine, cui l'Italia partecipa attraverso l'ENEA e il CNR nel quadro di programmi europei e a più ampio respiro internazionale.

L'ENEA sta ulteriormente potenziando le attività di ricerca e sviluppo sull'energia solare fotovoltaica (cui sono interamente dedicati il già citato centro ricerche di Portici e la stazione sperimentale Delphos a Manfredonia), sulle biomasse energetiche di origine vegetale collegate anche alle ricerche dell'ente sulle agrobiotecnologie, sull'energia eolica in collaborazione con l'ENEL, e sul solare termico. Particolare risalto l'ENEA dà anche a tecnologie energetiche avanzate quali le pile a combustibile (fuel cells), che consentono di ottenere energia elettrica da combustibili fossili con altissime rese e per le quali l'ente ha messo in piedi il programma nazionale Volta, la magnetoidrodinamica, e così via. Le attività dell'ENEA relative all'ambiente sono volte a ricercare e a valutare gli effetti della produzione e dell'uso di tutte le fonti energetiche sull'ambiente stesso, sul clima e sulla salute dell'uomo. Sempre in questo campo, va segnalato che l'ENEA, per incarico del governo, cura l'organizzazione e la logistica del programma nazionale di ricerca sull'Antartide.

L'ENEA partecipa ad alcuni progetti nell'ambito dell'iniziativa Eureka per lo sviluppo di tecnologie di punta (laser, robotica, informatica, materia, ecc.). Infine ha il compito di diffondere all'industria e più in generale al sistema produttivo nazionale le proprie conoscenze sulle alte tecnologie, sviluppate nell'esplicazione dei suoi compiti istituzionali. È così che l'ENEA è impegnato in un ampio sforzo di modernizzazione dei settori industriali tradizionali nel paese, in particolare operando nei cosiddetti ''distretti industriali'' (citiamo solo Prato per l'industria laniera e Como per quella della seta), caratterizzati dalla presenza di un gran numero di piccole e medie imprese nello stesso settore produttivo. Per quanto attiene alle attività di controllo sulla sicurezza nucleare e la protezione sanitaria, è previsto a breve scadenza il distacco dell'apposita Direzione centrale DISP, attualmente già dotata della necessaria autonomia operativa.

In sintesi, l'ENEA opera nell'energia, nella protezione dell'ambiente, e nei settori ad alta tecnologia, in base a precisi programmi di ricerca e sviluppo, e si è venuto configurando come uno strumento importante per il paese in questa fase di consolidamento economico dell'Europa. La partecipazione dell'ENEA, a fianco delle industrie più avanzate, nei progetti Eureka è indice di questo impegno.

Bibl.: U. Colombo, Energy issues and policies in Italy, in Annual Review of Energy, 9 (1984), pp. 31-49; Id., Discorso pronunciato alla Conferenza nazionale sulla Ricerca scientifica e tecnologica nei quarant'anni dalla proclamazione della Costituzione della Repubblica, Roma 1988; Legge di riforma dell'ENEA 25 agosto 1991, n. 282, ivi 1991.

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