Enea (gr. Αἰνείας; lat. Aenēas) Mitico eroe della
La leggenda conduce quindi E. nel Lazio, come prima di lui Ulisse. La versione dell’arrivo di E. nel Lazio e dell’origine troiana di
La figura di E. ritorna, durante l’età tardoantica e il Medioevo, in tutte le riprese del poema virgiliano. Così Avieno (fine del 4° sec.) ne compendiò le gesta in versi giambici, mentre Fulgenzio (inizio del 5° sec.) e la letteratura cristiana ne diedero un’interpretazione allegorica; più tardi le letterature romanze la travestirono alla foggia cavalleresca (Roman d’Énéas, 1160 circa), ovvero trassero dalle sue vicende esempi e insegnamenti morali (I fatti di Enea, di frate Guido da Pisa, 14° sec.). Nel Rinascimento essa diventa uno dei modelli ideali della tradizione epico-cavalleresca: e sarà presente all’Ariosto e al Tasso nella figurazione, rispettivamente, di Ruggiero e del ‘pio’ Goffredo di Buglione.
L’arte antica ha raffigurato spesso E. in scene di combattimenti epici (pittura vascolare). Nell’Iliupersis è raffigurato con il padre Anchise sulle spalle e il figlioletto