ENDOSCOPIA

Enciclopedia Italiana (1932)

ENDOSCOPIA (dal gr. ἔνδον "dentro" e σκοπιά "vedetta")

Giovanni Razzaboni

Procedimento col quale, a mezzo di particolari strumenti (endoscopî), è consentita la visione della superficie interna d'alcuni condotti naturali o di taluni organi cavi comunicanti con l'esterno ed eventualmente anche di cavità sierose allo scopo di rilevarne lo stato anatomico e la qualità del contenuto rappresentato spesso da corpi stranieri o da formazioni patologiche. In genere l'endoscopia viene effettuata valendosi degli orifici naturali attraverso cui si compie l'introduzione dello strumento il quale, pervenuto nella sede prescelta, consente la visione del campo che si vuole esplorare (cistoscopia, esofagoscopia, rinoscopia, gastroscopia, proctosigmoidoscopia, uretroscopia, pleuroscopia, ecc.). A seconda della maniera colla quale si raccoglie l'immagine, l'endoscopia si distingue a visione diretta e a visione indiretta, ciò che presuppone l'uso di tipi differentissimi d'endoscopî che variano da quello semplicissimo tubulare a quello fondato su un sistema ottico complesso a base di lenti e di prismi. Una fonte luminosa artificiale, variamente disposta, a seconda del tipo d'endoscopio, consente l'illuminazione del campo che dev'essere esplorato. Subordinatamente al dispositivo ottico su cui si basa l'endoscopio, l'immagine apparirà più o meno ingrandita, reale o virtuale, e con un'estensione variabile del campo visivo. L'endoscopia costituisce un metodo d'esplorazione di primissimo ordine e consente molto spesso la dilucidazione sicura della diagnosi di talune forme morbose, sia per sé stessa, sia rendendo espletabili indagini d'altro genere, altrimenti impossibili. Anche dal punto di vista terapeutico l'endoscopia ha grande importanza potendosi compiere, sulla sua guida, interventi operativi di vario genere per le vie naturali.

TAG

Endoscopio