Enantiomeri

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

enantiomeri

Antonio Di Meo

Composti chimici che si presentano in forme enantiomorfe, come gli isomeri ottici, ovvero due composti simili in tutte le proprietà fisiche e chimiche e che differiscono soltanto perché uno devia il piano della luce polarizzata in un senso (per es., verso destra) e l’altro in senso opposto (verso sinistra) e di un uguale numero di gradi. I due isomeri, detti rispettivamente destrogiro e levogiro, prendono il nome di antipodi ottici. L’isomeria ottica è dovuta alla presenza di un atomo di carbonio asimmetrico nella molecola degli enantiomeri (carbonio chirale) e cioè, nel modello tetraedrico, se l’atomo di carbonio posto al centro del tetraedro ha le valenze saturate da atomi o gruppi atomici differenti fra loro. Il modello tetraedrico rende ragione dell’esistenza di due configurazioni spaziali non sovrapponibili, che sono l’una l’immagine speculare dell’altra. Invece che di carbonio, l’atomo che nell’edificio molecolare viene a costituire un centro di asimmetria può essere di silicio, di zolfo, di fosforo e così via, anche se i corrispondenti isomeri sono molto più rari in natura. A causa della loro identità chimica, gli enantiomeri sono separabili solo con metodi particolari. Per contraddistinguere due enantiomeri si usano come prefissi le lettere D e L. Si possono inoltre premettere al nome i simboli (+) e (−) per indicare l’isomero destrogiro (un tempo designato con d) e quello levogiro (un tempo designato con l). La configurazione assoluta è invece indicata dai prefissi R e S. Quasi sempre in natura si trova solo una delle due possibili forme enantiomere.

→ Composti chimici di coordinazione

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