STELLA, Emilia

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 94 (2019)

STELLA, Emilia (Mietta). – Nacque a Pavia il 12 aprile 1909 da Augusto (v. la voce in questo Dizionario), geologo, e da Cesarina (Rina)

Marco Seminara

Monti, professore ordinario di zoologia.

Diversamente dalla sorella maggiore Luigia Achillea, avviatasi agli studi filologici, seguì le orme della madre laureandosi in scienze naturali nel 1930 presso l’Università di Pavia, con una tesi sperimentale sulla ovogenesi di alcuni Copepodi Ciclopoidi. Iniziò un periodo di perfezionamento post lauream partecipando a un bando per una borsa di studio, che vinse, presso l’istituto di zoologia dell’Università di Roma, all’epoca diretto da Federico Raffaele. Raggiunse quindi Roma nel 1932, e da qui partecipò ad altre attività di specializzazione: grazie a una borsa di perfezionamento in genetica ottenuta nel 1935, lavorò presso la Stazione di zoologia sperimentale di Ginevra, diretta da Emile Guyénot. Tornata a Roma nell’anno successivo, conseguì la libera docenza in zoologia, vinse il premio Carpi per la biologia dell’Accademia dei Lincei e sempre nel 1936 venne accettata come assistente volontaria presso l’istituto di zoologia dell’Università di Roma. Alcuni anni dopo entrò stabilmente nell’organico accademico come assistente ordinaria di ruolo.

Nel 1945, raggiungendo l’obiettivo che si era proposta nel seguire il percorso culturale della madre, vinse a Roma il concorso per la cattedra di idrobiologia per i corsi di laurea in scienze naturali e scienze biologiche, contribuendo a definire e rafforzare, in anni in cui le neonate scienze ecologiche si stavano sviluppando, il rango del settore scientifico del quale Rina Monti era stata pioniera. Nel 1951 le fu conferita la qualifica di aiuto. Emilia Stella mantenne l’insegnamento dell’idrobiologia sino al raggiungimento dei limiti di età, assumendosi inoltre, negli anni dal 1953 al 1956, per l’uscita dal ruolo di Edoardo Zavattari, l’incarico dell’insegnamento della zoologia (biennale), ricoprendo nel contempo il ruolo di direttrice del medesimo istituto di zoologia che l’aveva accolta in Roma agli inizi della carriera.

Nel corso di questi anni, organizzò presso l’istituto un settore di ricerca a indirizzo idrobiologico, specificamente rivolto alla conoscenza faunistico-ecologica delle comunità delle acque interne. Tale programma di ricerche, al quale collaborarono numerosi suoi colleghi dell’istituto, produsse molti allievi, alcuni dei quali conseguirono la cattedra universitaria o occuparono posizioni di rilievo nell’Università stessa o in altri enti di ricerca. Questa sua costante e appassionata attività di ricerca e di trasmissione delle conoscenze le valse, al termine della sua lunga carriera (1979), il conferimento da parte dell’Università di Roma della Medaglia d’oro al merito della scuola.

Emilia Stella pubblicò su riviste scientifiche italiane e straniere oltre 90 lavori, scrisse numerosi articoli divulgativi su periodici vari e voci di enciclopedie (Enciclopedia italiana, Enciclopedia della natura, Enciclopedia medica). Collaborò alla collana della Fauna d’Italia con il volume sui Copepodi Calanoidi di acque dolci: di questo gruppo divenne un’esperta di livello internazionale, e negli ultimi mesi di lavoro ne compilò e consegnò la rassegna per l’inserimento nella collana (E. Stella, Crustacea. Copepoda: Calanoida (d’acqua dolce), Bologna 1984, s.v.). Nel 1984 diede alle stampe un testo di idrobiologia diretto allo studio universitario (Fondamenti di limnologia. Guida allo studio delle acque continentali, Roma).

L’attività di ricerca di Emilia Stella fu inizialmente caratterizzata da una certa poliedricità, pur rimanendo rivolta prevalentemente al mondo delle acque interne. La sua produzione scientifica rispecchia le competenze acquisite nei campi della genetica, embriologia, citologia, e contemporaneamente la sua dedizione allo studio della limnologia, che la vide collaborare con la madre quando questa era giunta ormai agli ultimi anni della sua vita.

Vennero così realizzati, tra il 1930 e i primi anni Quaranta, studi sistematico-citologici (ad es. La citologia delle cellule sessuali di alcuni Ciclopoidi, in relazione con la loro sistematica, in Internationale Revue der gesamten hydrobiologie und hydrographie, 1931, vol. 26, pp. 112-142; Ricerche citologiche sui neutri e sui riproduttori delle termiti italiane Calotermes flavicollis e Reticulitermes lucifugus, in Memorie dell’Accademia nazionale dei Lincei, 1938, vol. 7, pp. 3-30), embriologici (Ricerche sperimentali sulla localizzazione del territorio d’origine dell’occhio in Axolotl e Rana esculenta, mediante trapianti embrionali, in Archivio zoologico italiano, 1932, vol. 18, pp. 133-155; Nuovi risultati relativi al trapianto dell’abbozzo oculare negli anfibi, in Monitore zoologico italiano, 1933, vol. 43 Suppl., pp. 327-330; Morfologia delle penne di contorno dei polli in relazione alla loro posizione sul corpo, in Archivio italiano di anatomia ed embriologia, 1934, vol. 32, pp. 544-556; Ovogenesi e spermatogenesi in Rhipicephalus sanguineus, in Archivio zoologico italiano, 1939, vol. 27, pp. 11-30), genetici e biogeografici: Phaenotypical characteristics and geographical distribution of several biotypes of Artemia salina L., in Zeitschrift für induktive Abstammungs- und Vererbungslehre, 1932, vol. 65, pp. 412-446; Étude génétique de deux mutations de Drosophila immigrans Sturt, in Comptes rendus des séances de la Société de biologie et de ses filiales, 1935, vol. 119, p. 1237 (con E. Guyénot); Étude génétique et cytologique sur Drosophila immigrans Sturt, in Revue suisse de zoologie, 1936, vol. 43, pp. 397-414; Gli Ixodidi dell’Africa orientale italiana, in Rivista di biologia coloniale, 1938, vol. 1, pp. 135-153.

Come accennato, in questi stessi anni Emilia Stella condusse studi in campo limnologico a vari livelli di indagine (specie, comunità, ecosistema) e con diverse prospettive (sistematica, biogeografica, ecologica), consolidando l’eredità culturale della madre tramite la sua personale produzione scientifica: Intorno ad alcuni laghi del Trentino, dell’Ampezzano e dell’Alto Adige, in Memorie del Museo di storia naturale della Venezia tridentina, 1931, vol. 1, pp. 3-24; Il Diaptomide del lago di Molveno, in Bollettino di zoologia, 1933, vol. 4, pp. 193-198; I planctonti del lago di Resia durante l’estate subacquea, in Rendiconti dell’Istituto lombardo di scienze e lettere, 1934, vol. 67, pp. 1-18; Il ciclo planctonico annuale del lago di Resia, ibid., 1936, vol. 69, pp. 1-13.

Con il conferimento della cattedra di idrobiologia, gli interessi scientifici di Emilia Stella si orientarono decisamente e definitivamente in questa direzione. Superato il periodo bellico, fonte di estreme difficoltà anche nel settore della ricerca e dell’istruzione scientifica, a partire dalla fine degli anni Quaranta iniziò una serie di studi improntati alla conoscenza tassonomica delle biocenosi e della loro struttura e distribuzione, all’analisi delle condizioni ambientali delle varie tipologie di acque continentali (sorgenti, corsi d’acqua, fontanili, bacini lacustri, stagni perenni e temporanei ecc.), studi che costituiscono il vero contributo di Emilia Stella ai molti aspetti della limnologia moderna: Il ciclo planctonico annuale di un fontanile: la Fonte di Giuturna al Foro romano, in Bollettino di pesca, piscicultura e idrobiologia, n.s., 1947, vol. 2, pp. 5-19; La fauna protozoaria del Tevere, ibid., 1948, vol. 3, pp. 151-169 (con R. Campea); Le attuali conoscenze sulla fauna del lago Trasimeno, ibid., 1949, vol. 4, pp. 3-19; Studio biologico preliminare sulle zoocenosi del Tevere, in Verhandlungen der internationalen Vereinigung für Limnologie, 1951, vol. 11, pp. 383-391. Iniziò e realizzò negli anni Cinquanta, assieme ad alcuni allievi, uno studio organico del lago di Albano, pubblicato in tre parti, sulla composizione, struttura a distribuzione delle biocenosi planctoniche e bentoniche pelagiche, litorali e profonde: Il lago di Albano I. La fisiografia e le società pelagiche, in Bollettino di pesca, piscicultura e idrobiologia, n.s., 1949, vol. 4, pp. 116-155 (con V. Socciarelli); Il lago di Albano II. Le società litorali, ibid., 1951, vol. 6, pp. 3-32; Il lago di Albano III. Le società bentoniche profonde, ibid., n.s., 1953, vol. 8, pp. 5-24 (con G. Argenti).

Nel 1951, avendo precedentemente esteso il suo campo d’indagine limnologica anche alle acque sotterranee, descrisse una nuova specie di crostaceo rinvenuto in laghetti cavernicoli del monte Argentario in Toscana, definendone anche la biologia riproduttiva e dello sviluppo: Monodella argentarii n. sp. di Thermosbaenacea (Crustacea Peracarida) limnotroglobio di monte Argentario, in Archivio zoologico italiano, 1951, vol. 36, pp. 1-15; Notizie biologiche su Monodella argentarii Stella, Termosbenaceo delle acque di una grotta di monte Argentario, in Bollettino di zoologia, 1951, vol. 18, pp. 227-233; Sur Monodella argentarii Stella, espèce de Crustacé Thermosbenacé des eaux d’une grotte de l’Italie centrale (monte Argentario, Toscana), in Hydrobiologia, 1953, vol. 5, pp. 226-234; Behaviour and development of Monodella argentarii Stella a Thermosbenacean from italian cave, in Verhandlungen der internationalen Vereinigung für Limnologie, 1955, vol. 12, pp. 464-466; Ulteriori osservazioni sulla riproduzione e lo sviluppo di Monodella argentarii (Peracarida Thermosbaenacea), in Rivista di biologia, 1959, vol. 51, pp. 121-144.

Negli stessi anni, gli studi indirizzati alle sorgenti idriche del Lazio situate a diverse quote portarono all’individuazione di una planaria polifaringea nelle sorgenti del Peschiera, nonché di una nuova specie di gasteropode prosobranchio, la Pseudamnicola reatina: Prime osservazioni su una planaria polifaringea rinvenuta nella sorgente Peschiera, in Bollettino di zoologia, 1957, vol. 24, pp. 227-234; Ecology and biology of a new species of Pseudamnicola (Gastropoda Prosobranchia) of the Peschiera river (Rieti, Italy), in Verhandlungen der internationalen Vereinigung für Limnologie, 1961, vol. 14, pp. 538-540.

Da questi anni in avanti iniziò una serie di indagini su pozze e stagni temporanei di Lazio, Sicilia, Sardegna, Turchia, che produssero lavori di tipo sistematico, biogeografico ed ecologico, e in particolare su specie di Copepodi Ciclopoidi e Calanoidi rare e interessanti: Ricerche ecologiche e faunistiche su alcune pozze di palude della regione Pontina, in Rendiconti dell’Accademia nazionale dei XL, s. 4, 1963, vol. 13, pp. 1-41; Interessanti biocenosi ad entomostraci in acque astatiche della costa orientale sarda (Orosei), in Bollettino di zoologia, 1967, vol. 34, p. 175 (con F.G. Margaritora - V. Cottarelli); La fauna ad Entomostraci di acque astatiche del Lazio. Ricerche ecologiche e biologiche, in Rendiconti dell’Accademia nazionale dei XL, 1968, vol. 18, pp. 3-59 (con F.G. Margaritora); Il Megacyclops viridis Jurine, forma batiale del lago Maggiore, in Memorie dell’Istituto italiano di idrobiologia, 1964, vol. 17, pp. 57-79; Sulla presenza di Mixodiaptomus incrassatus Sars in Sardegna (pozze temporanee di Orosei), in Rendiconti dell’Istituto lombardo di scienze e lettere, 1967, vol. 101, pp. 377-384; Diaptomidi della Sardegna, ibid., 1970, vol. 104, pp. 69-87.

Al contempo condusse indagini faunistico-ecologiche sui laghi laziali (Monterosi, Giulianello, Martignano, Nemi, di nuovo Albano) descrivendone sia le principali biocenosi sia l’evoluzione trofica verso condizioni di alterazione da eccessivo arricchimento organico: A contribution to the study of Lago Monterosi (Rome, Italy): present biological conditions of the lake, in Verhandlungen der internationalen Vereinigung für Limnologie, 1966, vol. 16, n. 1, pp. 83-88 (con F.G. Margaritora); Il Lago di Martignano, prime osservazioni sulla struttura e distribuzione delle biocenosi, in Rendiconti dell’Accademia nazionale dei XL, s. 4, 1972, vol. 22, pp. 3-17 (con F.G. Margaritora - G.B. Palmegiano - M. Bazzanti); Planktonic biocoenosis of Giulianello lake (Latium, Italy) during the last four years, in Verhandlungen der internationalen Vereinigung für Limnologie, 1972, vol. 18, n. 1, pp. 482-488 (con F.G. Margaritora); Analisi delle comunità zooplanctonica e zoobentonica litorale e profonda, in Valutazione della situazione ambientale del lago di Nemi, a cura di G. Avena, Roma 1987, pp. 173-215 (con M. Bazzanti et al.).

Gli ultimi lavori di Emilia Stella, ancora relativi alla sua principale competenza in ambito sistematico, riguardarono la distribuzione geografica e la biologia di Copepodi di ambiente lacustre e non, incluso il reperimento di una specie australiana in stagni da piscicoltura nel modenese: Contribution to the taxonomy and distribution of Cyclops abyssorum Sars (Crustacea, Copepoda) in several lakes and ponds of central Italy, in Hydrobiologia, 1988, vol. 167-168, pp. 381-385; The occurrence of calanoid australasian species, Boeckella triarticulata (Thomson) in fish ponds in Northern Italy, in Verhandlungen der internationalen Vereinigung für Limnologie, 1991, vol. 24, pp. 2822-2827 (con I. Ferrari - A. Farabegoli - A. Pugnetti).

Morì a Roma il 10 marzo 1994.

Fonti e Bibl.: Documenti su Emilia Stella non sono disponibili, così come non sono noti scambi epistolari o carteggi scientifici. La maggior parte delle informazioni che la riguardano possono ricavarsi, oltre che dai colleghi di lavoro, da F.G. Margaritora, In ricordo di E. S., in S.It.E. Notizie. Bollettino della Società italiana di ecologia, 1993, vol. 14, p. 33; Ead., E. S., 1909-1994, in Memorie dell’Istituto italiano di idrobiologia, 1995, vol. 53, pp. 1-6; Ead., Ricordo di E. S., in Biogeographia, 1995, vol. 18, pp. 707-715.

Una raccolta completa delle sue pubblicazioni è conservata nell’attuale biblioteca del Dipartimento di biologia e biotecnologie Charles Darwin dell’Università di Roma La Sapienza.

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