Zola, Émile

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Scrittore francese (Parigi 1840 - ivi 1902). Affermatosi dapprima come critico d'arte, difese l'impressionismo. Teorico del naturalismo, ne offrì un modello esemplare nella sua opera narrativa: da Teresa Raquin (1868) al ciclo Les Rougon-Macquart, histoire naturelle et sociale d'une famille sous le Second Empire (1871-93), che comprende L'assommoir (1877) e Germinal (1885), i romanzi di Z. costituiscono un immenso affresco della società del tempo, osservata con rigore scientifico e con una scrupolosa ricognizione storica, sociologica, linguistica. Di convinzioni repubblicane, nell'affaire Dreyfus Z. prese posizione a favore dell'innocente: celebre è la lettera aperta nota con il titolo J'accuse (1898).

Vita e opere

Figlio di un ingegnere veneziano e di una francese, visse dal 1843 a Aix-en-Provence, dove, perduto il padre nel 1847, compì i primi studi, assistito dalla madre; fu coetaneo e amico di P. Cézanne. A diciotto anni, tornò a Parigi con la madre; non poté accedere all'università e, stretto dal bisogno, s'impiegò assai modestamente presso la casa editrice Hachette. Si affermò dapprima come critico d'arte, assumendo la difesa dell'impressionismo (Mon Salon, 1866; Mes haines, 1866; Édouard Manet, 1867). Il suo primo romanzo degno di nota è il già citatoThérèse Raquin, dove già si osserva una preoccupazione "scientifica", sotto l'influsso delle teorie di C. Bernard; quindi Z. vagheggiò un grande ciclo di romanzi (Les Rougon-Macquart, histoire naturelle et sociale d'une famille sous le Second Empire), fondato su "documenti umani", secondo i canoni del nascente naturalismo alla cui affermazione Z. contribuì anche attraverso le famose "serate" di Médan. Z. attese all'esecuzione del ciclo, che comprende venti romanzi per oltre un ventennio (1871-93), accentuando sempre più la minuziosa osservazione della vita del suo tempo, senza rifuggire da immagini anche brutali e da particolari audaci, scegliendo per ciascun romanzo un ben preciso ambiente che egli puntualizzava con una documentazione capillare e diretta. Successivamente (1894-98) pubblicò Lourdes, Rome, Paris, che costituirono il breve ciclo delle Trois villes. Nelle polemiche provocate dall'"affaire Dreyfus" prese coraggiosamente ed energicamente posizione a favore dell'innocente attraverso una serie di articoli culminati nella già citata lettera aperta al presidente della Repubblica pubblicata sull'Aurore del 13 genn. 1898 (nota con il titolo di J'accuse), che procurò a Z. un processo e una condanna che lo costrinsero a rifugiarsi in Inghilterra; iniziò i Quatre Évangiles, di cui apparvero Fécondité (1899), Travail (1901) e, postumo (1903), Vérité; dell'ultimo, Justice, non rimane che l'abbozzo. Z. accompagnò la sua opera di romanziere con tutta una serie di scritti critici e polemici: La République et la littérature (1879); Le roman expérimental (1880); Les romanciers naturalistes (1881); Documents littéraires (1881); Une campagne (1882).

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